(ASCA) – Venezia, 27 apr – ”C’e’ un’Europa che non ci piace: e’ quella che disdegna la lingua italiana e, con essa, culture e storie millenarie di cui la lingua e’ simbolo. Oggi pero’, proprio dal Veneto, parte la sfida all’Europa dei burocrati, vittima di una malintesa modernita’ che fa strame della nostra identita’. Mentre a Bruxelles l’inglese mette all’angolo italiano, francese e tedesco, la Regione Veneto scrive, con l’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia, un capitolo originale, se non del tutto nuovo, del rapporto fra cultura e istituzioni, inaugurando il corso di dialettologia”. Cosi’ il presidente della Regione Veneto Luca Zaia annuncia il varo della convenzione fra Palazzo Balbi e l’Universita’ di Ca’ Foscari di Venezia per l’istituzione di un corso di dialettologia.
”Tutto cio’ – prosegue il presidente – non accade a caso.
Quella stessa gestione burocratica, e asfittica, della lingua che porta in Italia a teorizzare la discriminazione del veneto come lingua madre, induce l’Europa delle burocrazie a discriminare la lingua italiana, quasi fosse un orpello inutile. Di qua, dobbiamo e dovremo misurarci con i sepolcri imbiancati che credono che cultura e lingua siano immutabili nei secoli dei secoli; di la’, con gli ultras della comunicazione ”facile’ che discrimina tutto cio’ che non e’ anglofono. Il Veneto si propone oggi come laboratorio per un’idea, quella della valorizzazione delle lingue materne, che e’ molto piu’ che una provocazione. Perche’ la difesa dei diritti di uno Stato fondatore e membro dell’Europa a 27 passa dalla valorizzazione e tutela dei diritti delle singole entita’ che compongono quello Stato e che – e’ giunta l’ora – dovrebbero dar luogo a un nuovo patto fra pari”.