Tre corsi in meno, rispetto al precedente anno accademico, all’Università di Bologna ma crescono quelli in inglese e a numero chiuso. Sono le principali novità del prossimo anno accademico dell’Alma mater definite oggi dal Senato accademico. In particolare, tra lauree triennali, magistrali e a ciclo unico i corsi saranno in tutto 218. Quelli che prevedono lezioni ed esami in inglese saliranno a 15. Fra i nuovi corsi in inglese, spicca ‘Business and economics’ della facoltà di Economia (prima laurea internazionale di primo livello dell’ ateneo), la laurea magistrale in ‘Quantative finance’, sempre a Economia, e ‘Science for the conservation-restoration of cultural heritage’, laurea magistrale di scienze a Ravenna. Debutto anche per un nuovo percorso di studio (curriculum) interamente in inglese: ‘Communication networks, systems and services’ che rientra nella laurea magistrale in ingegneria delle telecomunicazioni. Complessivamente i corsi a numero programmato saranno 45: 24 definiti a livello nazionale (perché così è previsto da normative nazionali) e per lo più nell’area sanitaria, e 21 a livello locale. Le novità riguarderanno le lauree magistrali di farmacia negli atenei di Bologna e Rimini (280 e 140 rispettivamente le matricole ammesse), chimica e tecnologie farmaceutiche (160), la laurea triennale in scienze biologiche (300) e quella in servizio sociale (150). Dal prossimo autunno, inoltre, i corsi internazionali (categoria più ampia che comprende, tra gli altri, i corsi in lingua inglese e quelli frutto di accordi tra atenei per scambi di professori e studenti) raggiungeranno quota 39. Presentato oggi anche il rapporto annuale del nucleo di valutazione sui corsi di dottorato. Nell’ultimo ciclo analizzato risulta che il 35,8% degli iscritti provengono da altre università contro una media nazionale del 28,9%, mentre gli studenti stranieri sono il 12%, pari a circa il doppio del dato nazionale e di quello dei mega atenei.