Un laboratorio delle lingue italiane

“…Scaparro perché è di nuovo in viaggio?

“L’esperienza parigina mi ha dato molto, l’accoglienza del pubblico è stata ottima”.

Grandi applausi per la sua “Venexiana”.

“Grazie a Claudia Cardinale, che recitava per la prima volta in francese”.

Poi cosa è accaduto?

“A un certo punto mi sono detto: forse è bene che torni a lavorare in Italia, dove c’è molto da fare. Da noi non c’è ancora quell’attenzione che da sempre i francesi hanno verso la scena. Loro hanno un teatro nazionale. Ho pensato che fosse tempo per cominciare a creare, non uno, ma quattro o cinque teatri nazionali, a Napoli, a Venezia, a Firenze, a Palermo. Tanti quante sono le lingue italiane del teatro, che non sono affatto dei dialetti”.

Perché partire da Firenze?

“E’ città europea per antonomasia, e credo possa tornare ad avere un ruolo guida. A Firenze costruiremo una scuola europea del teatro e del recitar cantando, lanceremo, insieme con Tullio De Mauro, un laboratorio delle lingue italiane. Il senso ultimo è espresso dal titolo di un incontro che faremo a Fiesole: “Quale futuro per lo spettacolo nelle città d’arte italiane: museo o creatività?”…”.

(Da “La mia missione? Fare dell’Italia il teatro dell’utopia”, La Nazione, 31/3/2005).

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