Un consiglio della ricerca per rafforzare l’Europa

Corriere della Sera, 24.10.04

La proposta è sostenuta da numerosi scienziati dei vari Paesi

Un «consiglio della ricerca» per rafforzare l'Europa

L'Europa della ricerca si muove. Significativa è la convergenza di una larga
maggioranza dei governi, della Commissione Europea e della comunità
scientifica sull'importanza della ricerca di base per la crescita a lungo
termine. In questa direzione va la proposta di costituzione di un Consiglio
Europeo della Ricerca (Erc). Su Nature, il presidente della Royal Society
spiega bene il perché ed il come. Per realizzare un'area comune della
scienza europea, lo Erc deve avere le stesse virtù della US National Science
Foundation (Nsf):
indipendente, basato puramente sulla riconosciuta eccellenza scientifica e
con la burocrazia al minimo (per questo si propone che non sia localizzato a
Bruxelles). Lo scopo è di alzare, per competizione, il livello della scienza
europea. Argomenti ugualmente autorevoli sono apparsi su Science, a firma
dei Nobel europei e di 52 enti di ricerca dell'Unione. E' un esplicito e
solenne plebiscito della comunità scientifica che chiede «a coloro ai quali
i popoli d'Europa hanno affidato la creazione del loro futuro» la
costituzione dello Erc come «milestone» verso una società europea della
conoscenza. Con emozionante contrasto, il ministero dell'Università e della
ricerca italiano (Miur) diffonde ora un suo contributo sul futuro della ricerca europea nel quale, dopo alcuni punti condivisibili, esprime sull'iniziativa «forti
perplessità».

Le ragioni sono assolutamente non convincenti: si dice che il criterio di
eccellenza, base da tutti invocata per lo Erc, non potrebbe applicarsi tra
aree scientifiche diverse, come se questo non fosse proprio quello che la
comunità scientifica si è, da sempre, disciplinata a fare. Di più, secondo
il Miur, proprio l'indipendenza dal potere politico, voluta per lo Erc a
somiglianza della Nsf, sarebbe improponibile. E così via. Deve essere
assolutamente chiaro, in Italia e in Europa, che la comunità scientifica non
è coinvolta in queste affermazioni del Miur: né l'Accademia dei Lincei, né
la Conferenza dei rettori, per esempio, né i numerosi italiani delle
organizzazioni europee uscite su Science hanno discusso il documento. Lo
Erc, invece, va fatto, e bisogna farlo bene, proprio per le ragioni di
eccellenza e indipendenza che ci fanno invidiare le scelte di politica della
ricerca Usa che, non a caso, incanala sempre più i Nobel al di là
dell'Atlantico. Opporsi senza parlarne è perdente e spiazza l'Italia nel
futuro della scienza europea.
Apriamo piuttosto un dibattito per costruire insieme un referente al di
sopra delle parti, pronto per consigliare la nuova, grande Europa.

* Direttore Centre d'Etude Spatiales des Rayonnements – Tolosa

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