14/12/2004, Il Messaggero, pag. 14
«Turchia neIl'Ue? Ci sarà il via libera»
Europa divisa. Fini ottimista: «Avvio dei negoziati a metàà del 2005»
di ROMANO DAPAS
BRUXELLES- La “questione turca” divide l'Europa. Nessun dubbio ormai che, venerdì prossimo, il “vertice” dei 25 premier Ue deciderà l'apertura dei negoziati per l'ingresso della Turchia nel club europeo. «Sono convinto che daremo il via libera e prevedo che la trattativa comincerà nella seconda metà del 2005» ha dichiarato, ieri, GianfrancoFini al termine di una riunione dei capi della diplomazia europea. Ma non tutti gli ostacoli sono superati. Almeno tre governi, Francia, Austria e Danimarca, non rinunciano alla possibilità che i negoziati si concludano con l'offerta alla Turchia di un “partenariato privilegiato”, invece che con un'adesione a pieno titolo.
Comunque vadano le cose, si dà per scontato che le trattative Ue-Turchia non si concluderanno prima di una decina d'anni. Centrato sul “dossier” della data e dell'inevitabile allargamento alla Turchia, l'imminente “vertice” dei premier è preceduto da una fitta girandola di incontri bilaterali. Gerhard Schroeder ha visto, ieri a Berlino, l'olandese, Jan Peter Balkenende, concordando sulla necessità di un «segnale chiaro» ai dirigenti turchi e Tony Blair riceve, stamane a Londra, Silvio Berlusconi e lo stesso Schroeder per confermare l'orientamento di Gran Brctagna, Germania e Italia favorevole ad una tempestiva apertura dei negoziati d'adesione. Anche se a livello politico le divergenze sono notevoli perché attraversano gli schieramenti tradizionali a destra come a sinistra, è l'opinione pubblica di molti Stati membri a manifestare riserve ed aperta ostilità di fronte alla prospettiva di un'Europa allargata ad un paese islamico di 70 milioni di anime, arretratissimo rispetto agli “standard” Ue e che presta il fianco alle critiche in materia di rispetto dei diritti umani, condizione femminile e ruolo delle gerarchie militari nella sfera civile. Come rivela un recente sondaggio, il 67% dei francesi e il 55% dei tedeschi sono contrari all'adesione della Turchia, mentre la percentuale degli italiani che guardano con favore: all'allargamento è del 49% e quella degli spagnoli addirittura del 65%, Ma sono più di 80 austriaci su cento a premere sul cancelliere, Wolfgang Schuessel, affinché blocchi con il veto l’ingresso dei turchi nell'Unione.
Salvo sorprese o irrigidimenti dell'ultima ora, il via libera ai negoziati non dovrebbc contenere la clausola del “partenariato privilegiato” da far valere in caso di fallimento della trattativa. La tenacia di Recep Tayyip Erdogan sembra aver avuto ragione del tentativo di Francia e Austria di lasciar aperta un'alternativa che eviti l’”impasse” politico-diplomatico qualora Ankara venga meno ai suoi impegni o in caso di referendum popolari contrari all'adesione turca. Respingendo con notevole arroganza anche i pressanti inviti a riconoscere la Repubblica di Cipro, Erdogan ha forse messo a dura prova i nervi di qualche leader europeo, ma ha dimostrato di sapersi destreggiare a meraviglia tra le diverse istituzioni dell'Unione. Sia l'Europarlamcnto, che ne ha discusso ieri sera e che voterà domani una risoluzione pro-avvio dei negoziati, sia i ministri degli Esteri hanno di fatto sposato le conclusioni cui era arrivata, nell'ottobre scorso, la Commissione di Romano Prodi: la trattativa può cominciare«senza eccessivi ritardi» con l'obiettivo di un'adesione «a pieno titolo», a patto però che la Turchia completi il processo riformatore, dando completa attuazione ai criteri di Copenaghen e recependo nel proprio ordinamento giuridico le norme e le procedure comunitarie.
Turchia nell’Ue? Ci sarà il via libera
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