Salviamo la lingua di Dante
Quanti altri decenni dovranno passare per metter al sicuro la lingua italiana? Dobbiamo incorrere nello stesso errore per l’inno di Mameli? Uniti per l’Italia vuole rivendicare il ruolo della nostra lingua e renderla effettivamente e concretamente la lingua ufficiale della patria. A tal fine la nostra associazione è d’opinione concordante sulla vecchia idea del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante.
Il patrimonio culturale di una nazione va preservato sempre, l'italiano è la lingua della nazione e deve essere tale e soprattutto rimanere tale per sempre, affinché continui a fare la storia del popolo italiano. Le altre lingue possono essere tutelate in quanto siamo in un paese liberale e democratico,ma quella che appartiene al territorio, al concetto di nazione, al diritto di nazionalità e di origine italiana è la lingua di dante.
Tutelare un diritto in base alla Costituzione non significa tutelare solo i diritti delle minoranze e non quelli della maggioranza, perché il testo costituzionale sta alla base stessa di uno stato, ne rappresenta la legittimità popolare, è il fondamento di una coesione sociale, politica e culturale. E quindi espressione di tutto il popolo, e non solo della maggioranza o della minoranza. La lingua della nostra patria è l’italiano e tale deve rimanere, nero su bianco.
Per questo credo sia necessario associarsi alla simile azione francese dell’articolo 2 della costituzione, inserito nel 1991 grazie a Mitterrand a seguito della rivendicazione popolare della Corsica, ed è auspicabile inserire un simile articolo nella nostra Costituzione. Da qui il disegno di legge che inserisce la frase «La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica» nell'articolo 12 della Costituzione, proposta da Alleanza Nazionale. Ancora una volta però gli estremisti di destra e di sinistra sono d'intralcio ad un problema nazionale, Rifondazione per i motivi legati agli extracomunitari, la Lega per l’auspicata secessione.
A questo credo che ogni buon italiano debba reagire. Ecco l’articolo che manca nella nostra costituzione, e questo si deve intendere con il concetto di nazionalità. Non si tratta di una legge nazionalista, razzista o altro ancora bensì una legge concreta direttamente discendente dagli ideali mazziniani e garibaldini, gli ideatori della nostra patria.
Nella destra la questione della lingua, così come quelle della nazione e del sangue, fanno parte di un patrimonio ideale che risale alla lettura conservatrice del Risorgimento. Per la sinistra basta citare l'esempio di Pasolini, che sottolineò con forza la funzione di koinè della lingua italiana, lingua che nasce prima della nazione italiana, e prima dello stato stesso, e quindi elemento fondatore della nostra patria.
Quindi non è una questione di parte, ma è un concetto legato a tutto il popolo italiano nella sua integrità morale, politica, sociale, culturale e psichica. Fratelli di ogni regione d’Italia, Mazzini disse “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” e se ora gli italiani sono stati fatti, facciamoci sentire. Salviamo la tradizione del risorgimento e rendiamo una concreta legge alla nostra lingua
di Enrico Antonazzo
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28/05/07