Quale sarà la lingua di Internet? L'inglese ha i minuti contati
di Marta Buonadonna
Si può tirare questa conclusione analizzando uno studio pubblicato da Internet World Stats, sito specializzato in statistiche su penetrazione e uso della rete nel mondo. Se è vero, infatti, che il 31,2 per cento di tutti gli utenti di Internet attualmente è di madrelingua inglese, e che i cinesi seguono a ruota ancora a distanza, con una quota pari al 15,7 per cento, quello che va tenuto d’occhio è il galoppante tasso di crescita di utenti di lingue diverse dall’inglese. Se insomma gli americani sono stati per forza di cose i primi a colonizzare culturalmente il web, ora il resto del mondo si dà da fare per colmare la differenza. Negli ultimi sette anni, dal 2000 al 2007, il numero di utenti di lingua cinese su Internet è aumentato del 469,6 per cento, quelli di lingua inglese solo del 157,7 per cento. In crescita esponenziale anche l’arabo (+940,5 per cento) e il portoghese (+524,7 per cento), che però si assestano su percentuali comunque ancora abbastanza basse: rispettivamente 2,5 e 4 per cento.
In un rapporto sul futuro della lingua inglese stilato nel 1997 per il British Council (qui il file pdf), il ricercatore di linguistica David Graddol aveva già pronosticato la fine del dominio anglofono sul mondo, prevedendo anche che la penetrazione massiccia di internet in tutte le aree geografiche avrebbe contribuito a dare una spallata all’impero. Se negli anni ‘90 si dava per buono il dato che circa l’80 per cento di tutta la comunicazione via computer era in inglese, per la decade successiva, quella attuale, ci si aspettava un crollo intorno al 40 per cento.
Man mano che la tecnologia diventerà più accessibile potrà stabilirsi perciò una più fedele proporzione tra il numero di persone che al mondo parlano una certa lingua e gli utenti internet che usano quella lingua per comunicare. L’Asia attualmente conta il maggior numero di utenti al mondo (circa 437 milioni) con un tasso di penetrazione che tocca appena il 12 per cento. Le possibilità di crescita sono enormi. Il Nord America manda su internet 233 milioni di persone, ma il suo tasso di penetrazione è già al 70 per cento.
Se molte lingue “rivali” saranno in grado di produrre più contenuti, avremo sempre più bisogno di poter tradurre dalla loro lingua alla nostra. Si spera, per allora, di poter contare su sistemi più affidabili di quelli attualmente a disposizione: come scrivevamo poco tempo fa, i traduttori di oggi, che non sono di grande aiuto nemmeno per trasformare l’inglese in italiano, come riusciranno a renderci leggibili i siti in mandarino o in coreano?
(da Panorama.it – Cultura e società, 17 ottobre 2007)
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di Marta Buonadonna
Si può tirare questa conclusione analizzando uno studio pubblicato da Internet World Stats, sito specializzato in statistiche su penetrazione e uso della rete nel mondo. Se è vero, infatti, che il 31,2 per cento di tutti gli utenti di Internet attualmente è di madrelingua inglese, e che i cinesi seguono a ruota ancora a distanza, con una quota pari al 15,7 per cento, quello che va tenuto d’occhio è il galoppante tasso di crescita di utenti di lingue diverse dall’inglese. Se insomma gli americani sono stati per forza di cose i primi a colonizzare culturalmente il web, ora il resto del mondo si dà da fare per colmare la differenza. Negli ultimi sette anni, dal 2000 al 2007, il numero di utenti di lingua cinese su Internet è aumentato del 469,6 per cento, quelli di lingua inglese solo del 157,7 per cento. In crescita esponenziale anche l’arabo (+940,5 per cento) e il portoghese (+524,7 per cento), che però si assestano su percentuali comunque ancora abbastanza basse: rispettivamente 2,5 e 4 per cento.
In un rapporto sul futuro della lingua inglese stilato nel 1997 per il British Council (qui il file pdf), il ricercatore di linguistica David Graddol aveva già pronosticato la fine del dominio anglofono sul mondo, prevedendo anche che la penetrazione massiccia di internet in tutte le aree geografiche avrebbe contribuito a dare una spallata all’impero. Se negli anni ‘90 si dava per buono il dato che circa l’80 per cento di tutta la comunicazione via computer era in inglese, per la decade successiva, quella attuale, ci si aspettava un crollo intorno al 40 per cento.
Man mano che la tecnologia diventerà più accessibile potrà stabilirsi perciò una più fedele proporzione tra il numero di persone che al mondo parlano una certa lingua e gli utenti internet che usano quella lingua per comunicare. L’Asia attualmente conta il maggior numero di utenti al mondo (circa 437 milioni) con un tasso di penetrazione che tocca appena il 12 per cento. Le possibilità di crescita sono enormi. Il Nord America manda su internet 233 milioni di persone, ma il suo tasso di penetrazione è già al 70 per cento.
Se molte lingue “rivali” saranno in grado di produrre più contenuti, avremo sempre più bisogno di poter tradurre dalla loro lingua alla nostra. Si spera, per allora, di poter contare su sistemi più affidabili di quelli attualmente a disposizione: come scrivevamo poco tempo fa, i traduttori di oggi, che non sono di grande aiuto nemmeno per trasformare l’inglese in italiano, come riusciranno a renderci leggibili i siti in mandarino o in coreano?
(da Panorama.it – Cultura e società, 17 ottobre 2007)