EDITORE CORAGGIOSO: se ci sei batti un colpo!
Come altri milioni di telespettatori giovedì scorso ho visto Anno Zero e ieri sera ho visto l’ultima puntata di Presadiretta.
Che dire di una TV che oltre a non informarci sui fatti di casa nostra, quando lo fa è solo per ribadire che tanto, pur facendo denunce ed esposti, tutto rimane com'è?
Quando ho visto lo spezzone della BBC inglese su cosa pensano all'estero di Berlusconi (che rappresenta gli italiani e quindi anche me) per la prima volta in vita mia mi sono vergognata di essere italiana!
E quando ho visto perché i costi della TAV sono triplicati mi sono sentita impotente e inutile.
E io, come molte migliaia di italiani, mi sono chiesta perché chi deve vigilare e far rispettare le leggi come polizia, carabinieri, guardia di finanza, non riesce a farlo.
Ma ripensando a quello che vedo in giro forse la risposta è che non hanno risorse e che le loro priorità, definite dalle politiche dei vari governi, servono a ridurne l’efficacia anziché ad aumentarla. Pool interforze? Ma dove? Sono tutti sotto organico e senza fondi!
E intanto, in Italia, ci permettiamo ancora il lusso di parlare di “etica” dei giornalisti.
Sapete quanti sono in tutto tra giornalisti e pubblicisti? Sono poco più di 86.400![1] (Non c’è un zero in più, non si tratta di errore).
E nonostante 23.600 giornalisti professionisti e 62.800 pubblicisti non riusciamo ad avere notizie!
Cecarle nel web? Siamo ancora troppo pochi.
Ma le TV e i giornali stranieri non hanno le fette di salame sugli occhi e non sono tenere con l'Italia. Se prima eravamo un popolo di mangia-spaghetti e mafiosi, adesso chi siamo? Pecore e molluschi? (Dico così solo per evitare parolacce).
Oppure cieche bestie da soma che credono ancora che lavorando bene possiamo uscire dalle crisi?
Ma rimane una domanda: se tutti sappiamo che stampa e TV – salvo rarissime eccezioni – raccontano solo quello che fa comodo a chi lo produce, allora come fare per avere notizie aderenti alla realtà dei fatti? Ma tutti i fatti: dalla politica ai conservanti del vaccino per l’influenza AH1N1, dalle tecnologie per le centrali nucleari agli OGM, dagli impieghi delle banche ai trattati economici con i Paesi emergenti.
Servirebbe un imprenditore, un editore un po’ di coraggio che decidesse di stampare un giornale multilingue!
Un tabloid, oppure un settimanale, dove venga pubblicata la notizia in lingua originale e a fianco la traduzione in italiano, senza contare che sarebbe una grande spinta verso l’integrazione di chi non è di madre lingua italiana.
Solo 5 italiani su cento conoscono l’inglese, ancor ameno il tedesco, il francese e lo spagnolo, ma esistono altre 18 lingue eropee, e poi c’è l’arabo, il cinese, il giapponese…
Gli italiani sono gente curiosa, il giornale forse non lo comprano tutti i giorni, e certo quelli che sono vittime del digital divide (non sanno usare un PC, non accedono a internet perché non possiedono un computer oppure sono avanti con gli anni) sicuramente sarebbero molto interessati a conoscere quello che dicono degli italiani nel resto del mondo.
E i giovani? Vogliamo lasciarli nella beata (e catastrofica) ignoranza che le cose siano come sembra? Vogliamo lasciare che siano solo dei “vecchi” a progettare e pianificare da soli il futuro?
Il “futuro” deve essere progettato da chi dovrà viverlo e l’esperienza serve, ma è come il sale in cucina: quanto basta a dare sapore ma non rendere amaro.
Le ricette? Utilizziamo quelle che vengono da tutto il mondo!
E quelli che vorrebbero sul serio realizzare un periodico di rassegna stampa multilingue e cercano compagnia mi contattino: organizzerò un meeting e vi farò incontrare.State tranquilli per la riservatezza: ai giornalisti questa notizia non potrà interessare.
Che dire di una TV che oltre a non informarci sui fatti di casa nostra, quando lo fa è solo per ribadire che tanto, pur facendo denunce ed esposti, tutto rimane com'è?
Quando ho visto lo spezzone della BBC inglese su cosa pensano all'estero di Berlusconi (che rappresenta gli italiani e quindi anche me) per la prima volta in vita mia mi sono vergognata di essere italiana!
E quando ho visto perché i costi della TAV sono triplicati mi sono sentita impotente e inutile.
E io, come molte migliaia di italiani, mi sono chiesta perché chi deve vigilare e far rispettare le leggi come polizia, carabinieri, guardia di finanza, non riesce a farlo.
Ma ripensando a quello che vedo in giro forse la risposta è che non hanno risorse e che le loro priorità, definite dalle politiche dei vari governi, servono a ridurne l’efficacia anziché ad aumentarla. Pool interforze? Ma dove? Sono tutti sotto organico e senza fondi!
E intanto, in Italia, ci permettiamo ancora il lusso di parlare di “etica” dei giornalisti.
Sapete quanti sono in tutto tra giornalisti e pubblicisti? Sono poco più di 86.400![1] (Non c’è un zero in più, non si tratta di errore).
E nonostante 23.600 giornalisti professionisti e 62.800 pubblicisti non riusciamo ad avere notizie!
Cecarle nel web? Siamo ancora troppo pochi.
Ma le TV e i giornali stranieri non hanno le fette di salame sugli occhi e non sono tenere con l'Italia. Se prima eravamo un popolo di mangia-spaghetti e mafiosi, adesso chi siamo? Pecore e molluschi? (Dico così solo per evitare parolacce).
Oppure cieche bestie da soma che credono ancora che lavorando bene possiamo uscire dalle crisi?
Ma rimane una domanda: se tutti sappiamo che stampa e TV – salvo rarissime eccezioni – raccontano solo quello che fa comodo a chi lo produce, allora come fare per avere notizie aderenti alla realtà dei fatti? Ma tutti i fatti: dalla politica ai conservanti del vaccino per l’influenza AH1N1, dalle tecnologie per le centrali nucleari agli OGM, dagli impieghi delle banche ai trattati economici con i Paesi emergenti.
Servirebbe un imprenditore, un editore un po’ di coraggio che decidesse di stampare un giornale multilingue!
Un tabloid, oppure un settimanale, dove venga pubblicata la notizia in lingua originale e a fianco la traduzione in italiano, senza contare che sarebbe una grande spinta verso l’integrazione di chi non è di madre lingua italiana.
Solo 5 italiani su cento conoscono l’inglese, ancor ameno il tedesco, il francese e lo spagnolo, ma esistono altre 18 lingue eropee, e poi c’è l’arabo, il cinese, il giapponese…
Gli italiani sono gente curiosa, il giornale forse non lo comprano tutti i giorni, e certo quelli che sono vittime del digital divide (non sanno usare un PC, non accedono a internet perché non possiedono un computer oppure sono avanti con gli anni) sicuramente sarebbero molto interessati a conoscere quello che dicono degli italiani nel resto del mondo.
E i giovani? Vogliamo lasciarli nella beata (e catastrofica) ignoranza che le cose siano come sembra? Vogliamo lasciare che siano solo dei “vecchi” a progettare e pianificare da soli il futuro?
Il “futuro” deve essere progettato da chi dovrà viverlo e l’esperienza serve, ma è come il sale in cucina: quanto basta a dare sapore ma non rendere amaro.
Le ricette? Utilizziamo quelle che vengono da tutto il mondo!
E quelli che vorrebbero sul serio realizzare un periodico di rassegna stampa multilingue e cercano compagnia mi contattino: organizzerò un meeting e vi farò incontrare.State tranquilli per la riservatezza: ai giornalisti questa notizia non potrà interessare.
Laura Calciolari
[1] Fonte: “Annuario dei giornalisti italiani 2009”
Da pag. 157 a 493 ci sono 337 pagine di giornalisti e da pag. 497 a 1.392 ci sono 897 pagine di pubblicisti. La media è di 70 nomi per pagina.