Il Tar boccia il sindaco di Trenzano
La sezione di Brescia del Tribunale amministrativo regionale (Tar) ha parzialmente accolto il ricorso presentato dall’associazione “Integrazione culturale”, costituita dagli immigrati della comunità araba del paese e rappresentata da Ahmed Akrim e Yassine Ahabi, contro l’ordinanza del sindaco di Trenzano Andrea Bianchi, che il 5 dicembre 2009 aveva bandito l’uso delle lingue straniere durante i raduni di circoli culturali e associazioni locali, rendendo obbligatorio parlare in italiano.
Il tribunale ha deciso l’inammissibilità delle regole sull’uso della lingua e delle norme per regolamentare le riunioni in luogo pubblico, bocciando l’ordinanza sindacale semplicemente poiché la competenza su questi temi spetta al prefetto e non a un sindaco.
Il Tar non si è quindi pronunciato sulla presunta «violazione del diritto all’identità culturale e del diritto di riunirsi liberamente» in quanto materia non di competenza di un tribunale amministrativo ma di un tribunale ordinario.
Insomma, secondo i giudici, il primo cittadino «ha illegittimamente provveduto in materia di esclusiva competenza e spettanza del prefetto» quando ha imposto che a Trenzano «i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso almeno cinque gironi prima all’autorità locale di pubblica sicurezza» e che «chi promuove o dirige funzioni, cerimonie o pratiche religiose aperte al pubblico fuori dai luoghi destinati al culto, deve dare preavviso almeno trenta giorni prima della data fissata per lo svolgimento».
Il Tar ha invece respinto la richiesta di risarcimento danni presentata dall’associazione e ha compensato tra le parti le spese.
(Da Brescia.it, 16/1/2010).
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Il Tar boccia il sindaco di Trenzano
La sezione di Brescia del Tribunale amministrativo regionale (Tar) ha parzialmente accolto il ricorso presentato dall’associazione “Integrazione culturale”, costituita dagli immigrati della comunità araba del paese e rappresentata da Ahmed Akrim e Yassine Ahabi, contro l’ordinanza del sindaco di Trenzano Andrea Bianchi, che il 5 dicembre 2009 aveva bandito l’uso delle lingue straniere durante i raduni di circoli culturali e associazioni locali, rendendo obbligatorio parlare in italiano.
Il tribunale ha deciso l’inammissibilità delle regole sull’uso della lingua e delle norme per regolamentare le riunioni in luogo pubblico, bocciando l’ordinanza sindacale semplicemente poiché la competenza su questi temi spetta al prefetto e non a un sindaco.
Il Tar non si è quindi pronunciato sulla presunta «violazione del diritto all’identità culturale e del diritto di riunirsi liberamente» in quanto materia non di competenza di un tribunale amministrativo ma di un tribunale ordinario.
Insomma, secondo i giudici, il primo cittadino «ha illegittimamente provveduto in materia di esclusiva competenza e spettanza del prefetto» quando ha imposto che a Trenzano «i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso almeno cinque gironi prima all’autorità locale di pubblica sicurezza» e che «chi promuove o dirige funzioni, cerimonie o pratiche religiose aperte al pubblico fuori dai luoghi destinati al culto, deve dare preavviso almeno trenta giorni prima della data fissata per lo svolgimento».
Il Tar ha invece respinto la richiesta di risarcimento danni presentata dall’associazione e ha compensato tra le parti le spese.
(Da Brescia.it, 16/1/2010).
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