Quei 97 mila partigiani del congiuntivo
di Achille Scalabrin
Su Facebook sono oltre 97 mila gli italiani membri della comunità “Lottiamo contro la scomparsa del congiuntivo”. Lì di danno appuntamento “tutti quelli che soffrono d’orticaria quando sentono bestie parlanti usare l’indicativo e il condizionale al posto del congiuntivo”. Le “bestie parlanti” purtroppo ci stanno invadendo. In tempi di abbrutimento della lingua italiana, dovrebbero nominare ognuno di quei ‘resistenti’ membri onorari dell’Accademia della Crusca, invitarli in tv nelle ore di maggior ascolto, affiancarli a politici, sportivi, giornalisti, imprenditori, sindacalisti e veline in veste di tutor linguistici. Resistere, resistere, resistere alla rovina della lingua di Dante. Facendosi dare man forte da altri gruppi, per esempio quello che sempre su Facebook si è raccolto sotto le insegne del “Salviamo il punto e virgola”.
Non è però da oggi che il congiuntivo fa le spese dell’ignoranza, delle fantasiose invenzioni. Memorabile la Gradisca felliniana che con quel verbo, al Grand Hotel di Rimini, si offrì a un principe. Ma memorabile anche Francesco D’Onofrio che, all’epoca ministro della Pubblica Istruzione, nel 1994 disse in tv: “Vorrei che ne parliamo”. Alle polemiche che seguirono, replicò: Ma mi facci il piacere! Per dirla con Totò. L’unico cui possiamo permettere di giocare con i congiuntivi. Almeno lui faceva ridere.
Ps: nel caso vogliate sentirvi diversi da D’Onofrio & Co., è consigliabile “Viva il congiuntivo” di Della Valle e Patota.
(Da La Nazione, 27/9/2009).
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