Ogni due settimane muore una lingua

Mondo: ogni due settimane si perde una lingua

Ricevuto da Agustín Guzmán, New York (The New York Times). 22 settembre.

Oggi si parlano 7000 lingue nel mondo. Delle 7000 stimate che oggi si parlano nel mondo, i linguisti affermano che quasi la metà è in pericolo di estinzione e potrebbe sparire in questo secolo.
Di fatti attualmente ogni due settimane smette di essere usata una lingua .
Alcuni idiomi spariscono in un istante con la morte dell'ultimo parlante. Altri si perdono gradualmente man mano che le lingue indigene sono soffocate dall'idioma dominante nella scuola o nella televisione. Nuove ricerche, rese pubbliche ieri, hanno evidenziato cinque regioni in cui la perdita linguistica è imminente: il nord dell'Australia, la parte centrale dell'America Latina, il nord della zona costiera del Pacifico, l'est della Siberia e il sudovest degli Stati Uniti.
Tutte queste zone sono occupate da popoli aborigeni che parlano diverse lingue, ma in numero decrescente. Lo studio si è basato su un lavoro di campo e sull'analisi dei dati riscontrati dalla National Geographic Society e il Living Tongues Institute for Endagered Languages, un'organizzazione che si dedica alla documentazione, rivitalizzazione e al mantenimento delle lingue a rischio. Le scoperte sono riportate nel numero di ottobre della National Geographice su www.languagehotspots.org.
In una teleconferenza, K. David Harrison, professore di linguistica del Swarthmore College, ha detto che più della metà delle lingue non ha una forma scritta e “possono perdersi irrimediabilmente nell'oblio”.
Quando saranno scomparse non avranno lasciato nessun dizionario, nessun testo, nessuna registrazione delle loro conoscenze ma solo la storia di una cultura che scompare.
Molte delle113 lingue parlate nelle Ande e in Amazzonia sono poco conosciute e stanno perdendo terreno difronte allo spagnolo e al portoghese. Per esempio i Kallawaya usano lo spagnolo o il quechua nella vita di tutti i giorni, ma mantengono anche la loro lingua segreta per preservare il loro sapere sulle piante medicinali, alcune delle quali erano sconosciute dalla scienza.
“Come e perchè questa lingua è sopravvissuta per più di 400 anni con un numero così ristretto di parlanti, è un mistero” ha detto Harrison.
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