BRUXELLES 2 E 3 LUGLIO, AUDIZIONE SULLE CONSEGUENZE SOCIALI ECONOMICHE E POLITICHE DELLA DISCRIMINAZIONE LINGUISTICA
L’Audizione sulla discriminazione linguistica che si è tenuta nei giorni 2 e 3 luglio presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, promossa dal gruppo ALDE, su iniziativa dei deputati europei Marco Pannella, Marco Cappato e Henrik Lax, e dall’ERA onlus, è stata un importante incontro politico con il mondo linguisitico ed economico-sindacale.
I relatori, tra cui M.Krauss (il primo linguista a denunciare la scomparsa delle lingue), F. Grin (esperto di economia linguistica), S. Klinge (rappresentante dell’” European Chart of Minority and Regional Languages”), J.L. Cousiniez (Sindacalista francese, portavoce della discriminazione linguistica sul posto di lavoro), hanno denunciato e focalizzato il problema, europeo e non solo, della discriminazione linguistica, riconoscendo la rilevanza che la questione linguistica riveste sia nel settore economico che in quello sociale. Un’attenzione particolare è stata data alla realtà dell’Unione europea, dove è in atto un processo di riunificazione dei popoli di lingua e cultura diverse.
Secondo stime Unesco, il 50% delle lingue del mondo scompariranno entro questo secolo. Motivo di questo vero e proprio “genocidio linguistico” che si sta perpetrando da decenni è la cosiddetta “mondializzazione della comunicazione”, della tendenza, cioè, di usare una lingua unica, che necessariamente diventa dominante, a discapito delle altre. Il risultato di tale processo porterà a un impoverimento del patrimonio linguistico e culturale dell’intera umanità.
Fra le diverse soluzioni del problema della discriminazione linguistica prese in considerazione nell’arco del seminario dai vari relatori, quella più auspicabile, in virtù di approfonditi studi di “economia linguistica”, materia che meriterebbe maggiore attenzione a livello istituzionale, come esposto dal prof. F. Grin , è quella, sostenuta da Giorgio Pagano, Segretario dell’ERA onlus, il quale sostiene l’uso e la diffusione di una lingua internazionale, l’Esperanto, che garantirebbe un’equa comunicazione senza creare disparità, discriminazioni o vantaggi economici sociali e politici tra i popoli.