Non italiani a scuola

Vuoi imparare bene l’italiano? Vai nel bunker

di Chicco Gallus

Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

(Da Il Firenze, 17/10/2008).

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  • Vuoi imparare bene l’italiano? Vai nel bunker

    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

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    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

    [addsig]

  • Vuoi imparare bene l’italiano? Vai nel bunker

    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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    di Chicco Gallus

    Della notizia che in Italia rischiamo di fare classi separate con il sistema italiani – resto del mondo avrei dovuto scrivere ieri, ma non ce l’ ho fatta. Ho dovuto prima recuperare un po’ di calma. Curioso, c’è sempre un grosso sforzo per trovare il nome di pensate così. Da sempre quando si organizza qualcosa di inaccettabile si cerca un nome che possa camuffare la cosa. Quindi prima hanno pensato a “classi ponte”, poi a “classi di inserimento”. Come mai per inserire i bambini si pensi di separarli, questo sfugge. Anche la spiegazione che si debbano riunire tutti i bimbi che non sanno bene l’italiano è fantastica. Com’è che non avevamo mai capito che per imparare una lingua la prima cosa da fare è evitare rigorosamente di frequentare chi la parla? E’ come per inserirsi in un ambiente: si sa, la cosa fondamentale è non averci alcun contatto. Inoltre l’idea di fare un esamino preliminare ai bambini per decidere se sono o no degni della scuola di serie A, è da premio Nobel per la cattiveria. Ma naturalmente lo si farebbe per il loro bene e per il bene dei bambini abbastanza italiani. Non sia mai che si conoscano, imparino gli uni dagli altri, diventino amici per la vita. Meglio separali subito e infliggere loro una umiliazione inestirpabile. E’ la scuola no? Avranno pensato gli ideatori. E allora ai bambini diamo subito una lezione. Così imparano.

    (Da Il Firenze, 17/10/2008).

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