Scambio di lettere, nel blog del vicepresidente della Commissione
Europea, Signora Margot Wallstrom.
Indirizzo internet della relativa pagina del blog:
http://tinyurl.com/2mqpd2
Consiglio di reagire in italiano, oppure in italiano + esperanto,
secondo la strategia suggerita nella pagina internet:
http://users.telenet.be/griza_leono/Testpagxo.htm
(in particolare, ai punti: “Kion VI povas fari por Esperanto?” e “Kiel
mem rekte reagi al la rettaglibra forumo de s-ino Wallström?”)
Ciao!
Ancxjo Pac-Horano.
¿Cuándo EUTube en el resto de idiomas? ¿Por qué sólo en tres? ¿Hay
lenguas de primera?
¿Cuándo Margot responderá a las preguntas que se le hacen en otras
lenguas que también son oficiales en la Unión, y dejará de debatir
s´´olo con los eurófobos anglófonos?
Toño
Posted by Toño on July 12, 2007 at 10:59 PM CEST
Website: http://personal.telefonica.terra.es/web/tdb/ #
TOÑO HA SCRITTO:
¿Cuándo EUTube en el resto de idiomas?
RISPONDO:
Caro Toño, credo che non accadrà mai!
TOÑO HA SCRITTO:
¿Por qué sólo en tres? ¿Hay lenguas de primera?
RISPONDO:
Sicuramente!
Nell’Unione Europea c’è la lingua di prima classe, che è l’inglese,
quella di seconda, che è il francese, quella di terza, che è il tedesco,
e poi vengono le lingue degli schiavi (spagnolo, italiano, polacco,
ecc…).
Non importa quanto grandi siano le nostre culture e le nostre
letterature, caro Toño.
L’italiano ha una storia documentata che è lunga più di un millennio, ed
è il discendente più diretto della lingua della civiltà romana, ma
questo non basta a salvarla dalla schiavitù rispetto alla lingua degli
attuali padroni del mondo (Stati Uniti, Regno Unito, e gli altri paesi
anglofoni).
Cervantes e Dante sono più deboli di una portaaerei o di un missile
nucelare intercontinentale dell’esercito americano…
TOÑO HA SCRITTO:
¿Cuándo Margot responderá a las preguntas que se le hacen en otras
lenguas que también son oficiales en la Unión, y dejará de debatir
s´´olo con los eurófobos anglófonos?
RISPONDO:
Caro Toño, questa è la domanda fondamentale!
Finora Margot ha ignorato quasi completamente le domande dei non
anglofoni, e francamente il suo silenzio è assordante!
Questo sito, pagato da TUTTI i cittadini dell’UE, è strutturato in modo
da discriminare sistematicamente tutti i non anglofoni!
Il vero problema è che la stessa cosa accade in tutti gli altri siti
dell’UE, nei conocorsi per trovare lavoro all’interno delle istituzioni
europee, e così via.
Per quanto riguarda Margot, francamente sono molto stupito e deluso che
un politico donna (e che per ciò dovrebbe avere un certo tipo di
sensibilità), e per di più socialista, si comporti così come sta
facendo. Del resto non si può neppure dire che Margot, essendo
Vicepresindente della Commisione, non si possa sbilanciare esprimendo
pareri politici troppo marcati: non si può dire perché Margot, in tutti
questi mesi, ha espresso molto molto spesso pareri politici personali
molto marcati, pertanto avrebbe potuto prendere nella giusta
considerazione le lettere di coloro che, non essendo madrelingua
inglese, si lamentavano (sacrosantamente!) per la discriminazione
linguistica e politica della quale erano vittime!
Devo amaramente dire che per me Margot è stata, finora, una grossa
delusione…
Pensavo si sarebbe comportata diversamente da coloro che, godendo in
prima persona degli enormi privilegi garantiti a chi padroneggia ad un
alto livello la lingua dei dominatori, fanno di tutto per mantenere lo
status quo…
Le istituzioni europee, infatti, sono piene piene di persone mediocri,
poco competenti, poco capaci, le quali però hanno il vantaggio di
parlare l’inglese come lingua madre (oppure il privilegio, gartantito
loro dalla loro condizione sociale, di aver avuto per tutta la loro vita
un contatto continuo con la lingua inglese, che ha permesso loro di
padroneggiarla ad alti livelli). Questi burocrati e politici mediocri
hanno tutto l’interesse ad agire in modo tale che le persone più capaci
di loro (ad esempio: economisti molto più preparati) siano
impossibilitate a concorrere con loro ad armi pari: quale miglior modo,
allora, che quello di discriminare i cittadini europei in base alle loro
lingue? Ecco che, così, l’economista mediocre madrelingua inglese, che
oggi occupa un bell’ufficio a Strasburgo, non dovrtà temere la
concorrenza di un altro economista che, pur essendo molto più preparato
e intelligente, ha avuto la sfortuna di nascere a Varsavia piuttosto che
a Londra…
Essendo io un socialista, e un sincero ammiratore delle capacità delle
donne che si occupano di politica, spero davvero tanto che Margot non
sia uno di quei politici e/o burocrati che pensano soltanto a conservare
gli ingiusti privilegi, garantiti loro dall’attuale regime linguistico
europeo che, de facto, schiaccia i diritti civili e politici di tutti i
non anglofoni dell’Unione (nonostante tutte le dichiarazioni di buona
volontà della Commissione, alle quali nessuno di coloro che sono
linguisticamente discriminati crede più!).
Spero tanto che Margot non sia uno di quei politici/burocrati, ma il suo
atteggiamento fino ad oggi mi induce a temere il contrario…
Ciao, Toño!
Andrea (dall’Italia)
Posted by Andrea Fontana on July 16, 2007 at 08:06 PM CEST
Andrea Fontana
In my experience native anglophones tend to be relatively
under-represented in EU institutions and only speaking English is a
distinct disadvatage. Speaking several languages is a better way to
advance your career so you can, for example, communicate with the
numerous Italians, Spaniards and Poles in their own language. That is
more likely to get a good job for your anglophone economist.
João José Santos
Obridado! So should we have a pan-EU “referendumo” in one language…?
Posted by KarlF on July 17, 2007 at 11:17 AM CEST #
Caro KARL,
parlare soltanto inglese sarebbe un terribile svantaggio, per un
anglofono, soltanto se l’inglese fosse una lingua non imperialistica,
collocata sullo stesso piano delle altre lingue, con pari dignità e
nessuna sopraffazione.
Ma dal momento che Stati Uniti e Regno Unito investono quantità enormi
di danaro per diffondere con prepotenza la loro lingua nel resto del
mondo, e dal momento che l’economia attualmente dominante nel mondo è
quella americana (per non parlare della potenza dell’esercito a stelle e
strisce!), accade che l’inglese viene imposto a tutto il resto del
mondo, e il resto del mondo deve subire questa imposizione.
L’attuale situazione è questa, e non un’altra; e in tale situazione
essere un anglofono madrelingua è un enorme vantaggio.
L’università di Ginevra ha recentemente calcolato la quantità di denaro
che, ogni anno, passa – a causa dell’attuale dominio europeo
dell’inglese – dalle casse dei paesi europei non anglofoni alle casse
del Regno Unito: ebbene, la stima – calcolata per difetto, tenendo conto
soltanto dei flussi di denaro valutabili con buona certezza – dice che
le casse dell’ U.K. godono di entrate per un totale di 18 miliardi di
euro annui, imputabili alla semplice predominanza dell’inglese…
Oltre a ciò, per tornare all’esempio – molto importante, e oggetto di
interrogazioni parlamentari in tutta Europa – dei posti di lavoro in
seno all’Unione, è davvero ingenuo e mistificante pensare che un
italiano, un polacco o un lituano siano avvantaggiati dal fatto di
parlare diverse lingue europee oltre alla propria lingua madre… Ma
quale vantaggio? Karl!!!
Se per partecipare ad un concorso per posti di lavoro in seno all’UE
fosse richiesta la conoscenza di una o due lingue straniere OLTRE la
propria lingua madre, allora sì che l’anglofono che sa parlare solo
l’inglese sarebbe svantaggiato; ma siccome invece i bandi di concorso
dell’UE prevedono che LA LINGUA NELLA QUALE SI TENGONO I CONCORSI SIA
L’INGLESE (oppure, in alcuni casi, inglese + francese / inglese +
francese + tedesco), è assolutamente innegabile che il candidato
britannico sia straordinariamente avvantaggiato rispetto ai concorretti
greci, bulgari, romeni, italiani, spagnoli, ecc…
Tieni tra l’altro presente che fino a qualche anno fa la discriminazione
linguistica all’interno dei concorsi per posti di lavoro all’interno
dell’UE era tanto violenta, che nel bando di conocorso appariva
addirittura la richiesta: “solo madre lingua inglese”; questo fatto era
talmente contrastante con tutti i trattati europei che garantiscono (o
fingono di garantire) la parità di diritti dei cittadini europei, che
l’Unione ha dovuto abbandonare quel tipo di richiesta per i suoi bandi
di concorso (infatti, riservare i concorsi soltanto ai madre lingua
inglese, equivaleva a riservare quei posti di lavoro esclusivamente a
britannici e irlandesi, violando clamorosamente tutte le più elementari
regole di parità di diritti tra i lavoratori europei…)
Oggi la scritta “solo madre lingua inglese” non compare più, però i
concorsi si tengono obbligatoriamente in inglese (o in inglese +
francese, o in inglese + francese + tedesco…): pertanto, fino a quando
non verrà imposta la regola – democratica – per cui ciascun candidato (e
quindi anche quelli britannici) debba sostenere il concorso in una
lingua DIVERSA dalla sua lingua madre, britannici (e francofoni e
germanofoni) godranno di un vantaggio formidabile rispetto ai cittadini
europei che parlano lingue più “deboli”…
E a quanto ho detto finora si potrebbero aggiungere molte altre
considerazioni relative al problema della partecipazione democratica dei
cittadini europei alla politica dell’Unione: secondo te, caro Karl, come
può un italiano, uno sloveno, o un portoghese, sentirsi davvero
cittadino dell’Unione, se l’Unione, nonostante le tante belle parole
sull’importanza del plurilinguismo, non fa altro che PARLARLGLI IN UNA
LINGUA STRANIERA?
Ma questo sarebbe un altro discorso, un discorso che meriterebbe
un’analisi piuttosto lunga; ti vorrei solo far riflettere sul fatto che
è impossibile una qualunque parvenza di democrazia se i governanti ti
parlano in una lingua totalmente straniera (come può esserlo l’inglese
per un italiano), e ti costringono ad usarla…
Un caro saluto dall’Italia.
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Posted by Andrea Fontana on July 17, 2007 at 10:16 PM CEST
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