Ma l’Europa non è fatta di solo mercato
GIANSTEFANO FRIGERIO
Questa nervosa,rapida e confusa campagna elettorale sta diventando l’emblema di un provvedimento asfittico.
Nessuna attenzione ai grandi temi europei. Polemiche sterili e antistoriche sul dopo voto:ad esempio D’Alema pensa addirittura di usare il voto europeo per chiedere la crisi di governo.Dove è finita la cultura dell’alternanza?
Cerchiamo,quindi,di rompere questo incantesimo nefasto riportando la discussione ed il confronto ai temi europei! E se ne sente veramente l’esigenza perché la Nuova Europa è un grande mercato di 500 milioni di uomini,con un Pil della stessa dimensione di quello degli Usa;è un grande mercato,ma senza unità politica,senza consapevolezza di sé,senza un disegno strategico intorno al proprio futuro nel mondo.
Il peso dell’Ue nello scenario politico mondiale è inadeguato,non costruttivo,viziato da nostalgie e da tentazioni interdittive. E poi l’ Europa non ha colto fino in fondo la dimensione assolutamente tragica del terrorismo nichilista e fondamentalista;e continua a muoversi secondo gli scenari e gli schemi di Yalta. La crisi è grave e la peggiore risposta sarebbe quella di rispolverare un po’ di retorica.Atteniamoci,invece,con rigore alla massima di Kant –“Pessimismo della intelligenza ed ottimismo della volontà”- e cerchiamo di fissare con chiarezza i punti fermi del nostro impegno politico per l’Europa di domani.
In primo luogo la Costituzione:ma non una Costituzione anodina,senza identità,senza un ancoraggio ad una tavola di valori! uando noi insistiamoQuando noi insistiamo con forza laica sulle radici cristiane dell’Europa,lo facciamo perché non esiste identità politica senza identità ideale;perché non esiste forza di dialogo senza una robusta consapevolezza di sé;non esiste missione di civiltà e di pace per l’Europa nel mondo senza il rispetto e la consapevolezza delle proprie radici.
In secondo luogo l’unità politica dell’Europa dentro la strategia degasperiana della unità transatlantica:una Europa antagonista dell’America diventa un fattore di destabilizzazione e non di pace.
In terzo luogo la centralità del Mediterraneo come crogiolo delle culture europee e come spazio complesso delle nuove sfide e delle nuove mediazioni. In quarto luogo una Europa che si faccia carico della integrazione e della pacificazione dei Balcani e che lavori per sanare nei Paesi dell’Est le profonde ferite sociali-culturali-economiche lasciate dalla tirannia comunista.
E da ultimo lo sviluppo,rivisitando gli accordi di Maastricht ed il Patto di stabilità:bisogna premere maggiormente il pedale sullo sviluppo,sulle infrastrutture,sulla ricerca,sulla innovazione tecnologica. E’ pericoloso per il futuro pensare ad una politica economica unicamente incentrata sul risanamento!
Ecco,noi vogliamo una Nuova Europa protagonista di pace e di sviluppo,in Medio Oriente,in Africa,nel Mondo;una Europa solidaristicamente integrata nell’Occidente;una Europa consapevole ed orgogliosa della propria identità e perciò portatrice di un dialogo forte;una Europa più aperta alla partecipazione dei cittadini.
Un grande mercato,da solo,non è costruttrore di civiltà!
Ma l’Europa non è fatta di solo mercato
GIANSTEFANO FRIGERIO
Questa nervosa,rapida e confusa campagna elettorale sta diventando l’emblema di un provvedimento asfittico.
Nessuna attenzione ai grandi temi europei. Polemiche sterili e antistoriche sul dopo voto:ad esempio D’Alema pensa addirittura di usare il voto europeo per chiedere la crisi di governo.Dove è finita la cultura dell’alternanza?
Cerchiamo,quindi,di rompere questo incantesimo nefasto riportando la discussione ed il confronto ai temi europei! E se ne sente veramente l’esigenza perché la Nuova Europa è un grande mercato di 500 milioni di uomini,con un Pil della stessa dimensione di quello degli Usa;è un grande mercato,ma senza unità politica,senza consapevolezza di sé,senza un disegno strategico intorno al proprio futuro nel mondo.
Il peso dell’Ue nello scenario politico mondiale è inadeguato,non costruttivo,viziato da nostalgie e da tentazioni interdittive. E poi l’ Europa non ha colto fino in fondo la dimensione assolutamente tragica del terrorismo nichilista e fondamentalista;e continua a muoversi secondo gli scenari e gli schemi di Yalta. La crisi è grave e la peggiore risposta sarebbe quella di rispolverare un po’ di retorica.Atteniamoci,invece,con rigore alla massima di Kant –“Pessimismo della intelligenza ed ottimismo della volontà”- e cerchiamo di fissare con chiarezza i punti fermi del nostro impegno politico per l’Europa di domani.
In primo luogo la Costituzione:ma non una Costituzione anodina,senza identità,senza un ancoraggio ad una tavola di valori! uando noi insistiamoQuando noi insistiamo con forza laica sulle radici cristiane dell’Europa,lo facciamo perché non esiste identità politica senza identità ideale;perché non esiste forza di dialogo senza una robusta consapevolezza di sé;non esiste missione di civiltà e di pace per l’Europa nel mondo senza il rispetto e la consapevolezza delle proprie radici.
In secondo luogo l’unità politica dell’Europa dentro la strategia degasperiana della unità transatlantica:una Europa antagonista dell’America diventa un fattore di destabilizzazione e non di pace.
In terzo luogo la centralità del Mediterraneo come crogiolo delle culture europee e come spazio complesso delle nuove sfide e delle nuove mediazioni. In quarto luogo una Europa che si faccia carico della integrazione e della pacificazione dei Balcani e che lavori per sanare nei Paesi dell’Est le profonde ferite sociali-culturali-economiche lasciate dalla tirannia comunista.
E da ultimo lo sviluppo,rivisitando gli accordi di Maastricht ed il Patto di stabilità:bisogna premere maggiormente il pedale sullo sviluppo,sulle infrastrutture,sulla ricerca,sulla innovazione tecnologica. E’ pericoloso per il futuro pensare ad una politica economica unicamente incentrata sul risanamento!
Ecco,noi vogliamo una Nuova Europa protagonista di pace e di sviluppo,in Medio Oriente,in Africa,nel Mondo;una Europa solidaristicamente integrata nell’Occidente;una Europa consapevole ed orgogliosa della propria identità e perciò portatrice di un dialogo forte;una Europa più aperta alla partecipazione dei cittadini.
Un grande mercato,da solo,non è costruttrore di civiltà!