LISBONA E L’EUROPA DIFFICILE

TRA SPORT E POLITICA.


LISBONA E L'EUROPA DIFFICILE


Il Portogallo non dimenticherà cherà questo inizio d'estate del 2004, La sua squadra ha perso, ma è arrivata alla prova conclusiva del torneo europeo di calcio, da esso stesso ottimamente organizzato, un'emozione senza precedenti. E intanto il suo primo ministro è stato designato all'unanimità alla presidenza della Commissione europea: anche questo non era mai accaduto. Il Paese bellissimo, ma una volta remoto e appartato, è comunque al vertice dell'Europa calcistica, che mobilita grandi passioni collettive, e dell'Europa politica, che purtroppo eccita pieno i sentimenti popolari, ma comporta ben più serie responsabilità.La scelta di José Manuel Durao Barroso è il frutto di un compromesso, tra chi proponeva un candidato «a tendenza federale», e favorevole a un maggior grado di autonomia dell'Europa dagli Usa, e chi preferiva un europeista tiepido, che non desse troppo fastidio ai governi nazionali, conservando un rapporto prioritario con l'America, anche sul tema Iraq. Alla fine, Barroso è parso una soluzione mediana.Egli può ispirarsi a due aspetti salienti della storia portoghese. Uno è la naturale vocazione oceanica, atlantica, del Portogallo, il che vuol dire che non sarà mai in discussione un rapporto vitale con l'America. Ma Barroso dovrà dimenticare quei lunghi tratti di storia nei quali il Portogallo, per guardare all'oceano e alle sue promesse, «voltava le spalle all'Europa». Nella fase della decadenza, ciò significò l'isolamento, fino alla notte autoritaria di Salazar.L'altro aspetto parte da quando il salazarismo si rivelò intollerabile alla stessa classe militare che lo aveva sostenuto. E fu la «rivoluzione dei garofani», che però rischiò di aprire la via a una tecnodittatura d'ispirazione castrista. Fu l'allora Comunità europea che individuò e sostenne militari e politici che non volevano la deriva «cubana», ma l'ingresso, il «ritorno», nell'Europa democratica.Se terrà presenti entrambi questi aspetti, Barroso potrà attraversare positivamente questa fase grigia dell'integrazione europea, dopo il varo di una Costituzione necessaria ma insufficiente, con un rapporto transatlantico che si è chiarito, ma non del tutto. Quanto al calcio, è mancata la vittoria finale, ma il Portogallo ha onorato il torneo europeo, sotto il profilo sia tecnico sia organizzativo. E anche questo potrà essere d'aiuto a Barroso, nonostante la delusione immediata.

La stampa p, 1
05/07/2004
di Aldo Rizzo

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