L’inglese ha già vinto?
Risposta di Seán Ó Riain, diplomatico irlandese a Berlino, a chi crede
sinceramente che l’inglese abbia già vinto, che “si è perso l’ultimo
treno”, come affermano molte persone simpatizzanti dell’Esperanto,
ritenendo però che ormai sia troppo tardi.
Da irlandese potrei rispondere che da noi – dove, in anticipo sul resto
dell’Europa, già tutti parlano fluentemente l’inglese e la maggioranza,
dopo quattro generazioni, ha già perso la propria lingua irlandese – esiste
addirittura un grande movimento che continua a lottare per l’irlandese e
proprio per tale motivo NON accetta l’affermazione che l’inglese abbia già
vinto.
1. Se paragoniamo le lingue nazionali agli animali, l’inglese, che in
questi tempi è la lingua più forte, potrebbe essere il leone. Accettare il
dominio attuale dell’inglese soltanto perché questa è la realtà, sarebbe
come accettare una situazione in cui belve senza catene vagano nel giardino
zoologico soltanto perché hanno distrutto le loro gabbie. In questo caso la
soppressione di tutte le altre bestie da parte dei leoni sarebbe tanto
sicura come la morte di tutte le altre lingue, se l’attuale uso
internazionale dell’inglese potesse continuare senza regole.
E’ da ipocriti fingere di non comprendere questo: “Purtroppo le altre
bestie/lingue non sono state abbastanza forti da far concorrenza al leone –
all’inglese – sul libero mercato. La loro morte dimostra soltanto la
superiorità del leone – dell’inglese”. Quando ci sono enormi differenze di
forza tra le lingue, come ora, solo la legge può renderci liberi mentre una
libertà senza regole finisce per opprimere.
2. “L’inglese come lingua internazionale assomiglia alla prima automobile
prodotta in serie, il “modello T Ford”: quel modello rappresentava un
grande miglioramento rispetto alla situazione precedente, ma oggi chi
vorrebbe cambiare la sua nuova BMW con un “modello T Ford”? L’Esperanto,
come lingua internazionale – e sottolineo internazionale, uso che può non
essere valido in altri campi – rappresenta la più moderna BMW, un aereo
oppure una bicicletta, a vostra scelta.”
3. “L’inglese assomiglia a una rosa rossa, un fiore molto bello e
apprezzato. Ma chi gradirebbe un giardino colmo soltanto di rose rosse,
senza nessun altro fiore? In campo linguistico, l’attuale uso
internazionale senza regole dell’inglese può produrre un giardino simile.
4. Anche il francese “aveva vinto” un secolo fa. Il latino aveva vinto
2.000 anni fa, ma ora dov’è? Nonostante la “vittoria” dell’inglese, se si
vuol commerciare in Cina, si deve imparare il cinese.
5. Siamo certi che tutti i parlamentari europei conoscono bene l’inglese?
In tal caso, a cosa servono gli interpreti? E in caso contrario, come si
può affermare che esso di fatto “ha vinto”?
6. In Mongolia, chi parla inglese potrà, forse, raggiungere il suo albergo
grazie al suo inglese; chi parla Esperanto può dibattere con un mongolo, in
quella lingua, sulla cultura mongola.
7. A qualcuno che si vanta della sua grande padronanza dell’inglese, potete
proporgli di chiarire, in inglese: A. Come si fa funzionare un mezzo di
trasporto? B. Come si cucina una frittata di patate? Chi sa l’Esperanto,
anche a livello medio dopo alcuni mesi di studio diligente, è capace di farlo.
Seán Ó Riain
Presidente dell’Unione Esperantista Europea
(Da Nova Sento in rete n. 370).
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