Nell’interrogazione 4-05641 depositata il 14 novembre 2007 dal deputato della Rosa nel Pugno Bruno Mellano, il Ministro dell’università e della ricerca Mussi è stato interrogato sull’innovazione proposta quest’anno dal Politecnico di Torino: lauree di primo livello in ingegneria e architettura interamente in lingua inglese, attivate in certi casi sostituendo e sopprimendo gli equivalenti percorsi di laurea in italiano.
L’on. Mellano ha fatto presente che l’attivazione di corsi esclusivamente in lingua inglese ha interessato persino corsi, come quello di ingegneria tessile a Biella, che costituiscono campi d’eccellenza del tutto italiani, dimostrando in ciò come l’inglese non venga considerata una lingua straniera da affiancare alla nostra lingua, ma la vada a sostituire interamente uccidendone la vitalità.
Non è tutto. L’elemento più discutibile dell’intera questione – e che il radicale Mellano ha evidenziato – attiene all’insolita scelta di esonerare dal pagamento delle tasse del primo anno chiunque decida di iscriversi ad un corso interamente ed esclusivamente in lingua inglese. Detassazione che non riguarda gli studenti che vogliono seguire i percorsi nella propria lingua madre.
Il Ministro è stato dunque interrogato sulla vicenda per sapere se non ritenga che la detassazione per i corsi di laurea in inglese sia un’ingiustificata discriminazione a danno degli studenti e delle famiglie italiane, segnatamente quelli che vogliono studiare utilizzando la propria lingua madre, e come pensi di affrontare la questione su un piano generale: se è da considerarsi plausibile che delle Università pubbliche forniscano formazione di base esclusivamente in lingua straniera senza prevedere nessuna formazione equivalente in lingua italiana.
Quello che si è sottolineato è come una simile politica linguistica non solo sfavorisca la lingua nazionale, ma crei un ulteriore problema nel momento in cui ingegneri o architetti italiani che studiassero solo in inglese non avrebbero a fine percorso le competenze linguistiche per lavorare sul territorio italiano, per parlare e farsi capire da maestranze, operai, periti, assessori, comuni cittadini: la tutela e la salvaguardia della lingua italiana negli istituti universitari dovrebbe essere una priorità assoluta, posto che è un fatto storico che una lingua che perde terreno nelle università, perfino a livello di formazione primaria, è destinata nel lungo periodo alla marginalizzazione e che un popolo senza la propria lingua è un popolo senza identità.
Testo della Interrogazione
Atto Camera. Interrogazione a risposta scritta 4-05641
presentata da BRUNO MELLANO, mercoledì 14 novembre 2007 nella seduta n.242
MELLANO, BUEMI e D’ELIA.
Al Ministro dell’università e della ricerca.
Per sapere – premesso che:
- in questi giorni abbiamo appreso dagli organi di stampa italiani che il Politecnico di Torino da quest’anno ha attivato delle lauree di primo livello in ingegneria e architettura interamente in lingua inglese;
- tale offerta formativa è stata fatta in certi casi sostituendo e sopprimendo gli equivalenti percorsi di laurea in italiano, come nel caso di ingegneria tessile, un campo di eccellenza assolutamente italiano, nella sede di Biella. Nella sede di Vercelli, i percorsi in ingegneria elettronica e informatica sono stati fusi in un unico percorso interamente e esclusivamente in lingua inglese, tranne per il primo anno durante il quale è ammesso seguire i corsi in lingua italiana;
- a partire dal secondo anno, tuttavia, l’uso della lingua inglese è esclusivo. Sono previsti dei corsi interamente in lingua inglese anche nella facoltà di architettura. Dimostrando in ciò che l’inglese, come lingua straniera, non si affianca alla nostra lingua ma la va a sostituire interamente;
- a pagina 18 della guida all’immatricolazione 2007-2008 si legge: «Se sei uno studente italiano e scegli di frequentare il primo anno in lingua inglese o un corso offerto interamente in lingua inglese non pagherai le tasse universitarie relative al primo anno. Ne consegue che i cittadini italiani che sceglieranno i percorsi di laurea in inglese non pagheranno le tasse universitarie, mentre i cittadini che vogliono seguire i percorsi in italiano pagheranno per intero le tasse;
si chiede:
- se ritenga che la detassazione per i corsi di laurea in inglese sia un’ingiustificata discriminazione a danno di tutti gli altri studenti e loro famiglie, in particolare quelli che vogliono studiare in italiano, e come pensi il Ministro di affrontare la questione su un piano generale;
- quale sia la politica del Ministero rispetto a quelle Università pubbliche che forniscono formazione di base esclusivamente in lingua straniera senza prevedere nessuna formazione equivalente in lingua italiana;
- se non ritenga il Ministro che eventuali aiuti economici di Stato alle Università italiane, pubbliche e private, debbano essere concessi esclusivamente in presenza di tutti i percorsi di formazione, tranne ovviamente quelli di lingua straniera, anzitutto in lingua italiana;
- come pensi di agire il Ministro per venire incontro a questa diseguaglianza causata da una politica linguistica che sfavorisce la lingua nazionale, posto che gli studenti che non vogliono studiare in inglese e che non possono più accedere ad analoghi percorsi in italiano perché soppressi, sono costretti a sostenere dei costi extra derivanti dal cambio di città, oltre che dalle spese di vitto e alloggio;
- quali iniziative intenda assumere il Ministro relativamente al problema che gli ingegneri italiani che studieranno solo in inglese non avranno a fine percorso le competenze linguistiche per lavorare sul territorio italiano, per parlare e farsi capire dai periti, dagli assessori e dai comuni cittadini, e che quindi avranno difficoltà sul mercato del lavoro;
- quali sono le politiche dei Ministero per la tutela e la salvaguardia della lingua italiana, negli istituti universitari, posto che è un fatto storico che una lingua che perde terreno nelle università, perfino a livello di formazione primaria, è destinata nel lungo periodo alla marginalizzazione.(4-05641)
On. Bruno Mellano
Deputato Radicale della Rosa nel Pugno
Membro XIII Commissione Agricoltura