Il Caso
L’Alto Adige apre ai medici di lingua tedesca che non parlano italiano
Ma il presidente dell’Ordine nazionale, Filippo Anelli chiede al governo di impugnare la legge provinciale che permette ai camici bianchi di Austria e Germania di essere iscritti all’albo di Bolzano. Inviata una lettera anche al premier Conte
Medici di lingua tedesca che non parlano italiano potrebbero ottenere ugualmente l’iscrizione all’Ordine nonostante l’ostacolo della lingua. La prospettiva spalancata da una legge della provincia autonoma di Bolzano pubblicata sul bollettino del Trentino il 24 novembre ha aperto un nuovo contenzioso dopo il caso dei manifesti xenofobi di qualche giorno fa. All’articolo 4, dedicato ad Ordini e Collegi, il provvedimento autorizza i medici che conoscono solo il tedesco a esercitare da noi bypassando la normativa nazionale che prevede invece il bilinguismo oltre che il riconoscimento dei titoli ottenuti all’estero.
Lettera a Conte
In pratica i camici bianchi di Austria o Germania, una volta iscritti all’albo, potrebbero aprire uno studio privato. La norma è inserita in un testo su «Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della provincia di Bolzano» derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea. Il caso nasce dal rifiuto da parte della presidente dell’ordine di Bolzano Monica Oberrauch di accettare un collega austriaco. «E’ un fatto gravissimo», contesta l’apertura il presidente della federazione nazionale (Omceo) Filippo Anelli. E passa subito all’azione con una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e a quello della Salute, Roberto Speranza. Si segnala l’elusione della normativa nazionale e si chiede di valutare l’impugnazione della legge. Un atto di competenza di Boccia.
Patentino obbligatorio
Anelli è molto preoccupato: «Viene introdotta una misura che attua la separazione normativa dell’Alto Adige dal sistema sanitario nazionale. La parificazione fra lingua italiana e tedesca, dettata dall’articolo 99 dello Statuto di Autonomia, verrebbe riconosciuta ignorando però che la lingua ufficiale dello Stato è l’italiano». Susanna Hofmann, medico di medicina generale a Bolzano osserva: «La comunicazione medico-paziente è fondamentale, è così che si costruisce il rapporto di fiducia. Il bilinguismo è essenziale per ottenere una convenzione con la medicina di famiglia, bisogna avere un patentino. Più praticabile la possibilità che a parlare solo tedesco, o solo italiano, sia un collega che lavora in un laboratorio di analisi o in anatomia patologica».
Cartelloni shock
Anelli teme che una volta accettata l’iscrizione all’Ordine, medici in possesso di una sola lingua straniera potrebbero entrare in seguito in un servizio pubblico:«Si apre un varco e comunque noi vogliamo che il principio sia rispettato». La polemica divampa a pochi giorni dal caso dei manifesti xenofobi contro i medici italiani diffusi dal partito separatista Suedtiroler Freiheit che chiede il distacco dell’Alto Adige dall’Italia e il ricongiungimento all’Austria. Si vede un cadavere sul lettino e sotto la scritta: «Il medico non parlava tedesco». Omceo ha presentato un esposto in procura. Il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher definisce i cartelli «disgustosi. Iniziative come questa seminano solo odio e offendono coloro che lavorano ogni giorno nei nostri ospedali per il bene dei cittadini. C’è modo e modo di affrontare le problematiche legate al diritto dell’uso della madrelingua».
Margherita De Bac | roma.corriere.it | 13.11.2019