La sfida del senatore radicale Perduca
Niente english, siamo italiani
In principio fu Benito Mussolini, e allora? Adesso è Marco Perduca, senatore radicale eletto col Pd, a dichiarare guerra al linguaggio esterofilo. Dicendo di concordare con il presidente del Senato Renato Schifani, che ha invitato la politica a parlare in modo più semplice, Perduca propone una “campagna di ecologia linguistica” per l’abolizione “di tutta la terminologia ufficiale in inglese che caratterizza le istituzioni”, dal question time allo shadow cabinet, dalla devolution all’espressione bi-partisan. Questo, ha chiarito il senatore, non perché lui non conosca la lingua di Shakespeare, “nessun problema personale, tutt’altro”, ma per fare un favore agli italiani. Chi lo dice al Walter Veltroni dello “Yes, we can”?
(Da Il Giornale, 21/5/2008).
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La sfida del senatore radicale Perduca
Niente english, siamo italiani
In principio fu Benito Mussolini, e allora? Adesso è Marco Perduca, senatore radicale eletto col Pd, a dichiarare guerra al linguaggio esterofilo. Dicendo di concordare con il presidente del Senato Renato Schifani, che ha invitato la politica a parlare in modo più semplice, Perduca propone una “campagna di ecologia linguistica” per l’abolizione “di tutta la terminologia ufficiale in inglese che caratterizza le istituzioni”, dal question time allo shadow cabinet, dalla devolution all’espressione bi-partisan. Questo, ha chiarito il senatore, non perché lui non conosca la lingua di Shakespeare, “nessun problema personale, tutt’altro”, ma per fare un favore agli italiani. Chi lo dice al Walter Veltroni dello “Yes, we can”?
(Da Il Giornale, 21/5/2008).
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La sfida del senatore radicale Perduca
Niente english, siamo italiani
In principio fu Benito Mussolini, e allora? Adesso è Marco Perduca, senatore radicale eletto col Pd, a dichiarare guerra al linguaggio esterofilo. Dicendo di concordare con il presidente del Senato Renato Schifani, che ha invitato la politica a parlare in modo più semplice, Perduca propone una “campagna di ecologia linguistica” per l’abolizione “di tutta la terminologia ufficiale in inglese che caratterizza le istituzioni”, dal question time allo shadow cabinet, dalla devolution all’espressione bi-partisan. Questo, ha chiarito il senatore, non perché lui non conosca la lingua di Shakespeare, “nessun problema personale, tutt’altro”, ma per fare un favore agli italiani. Chi lo dice al Walter Veltroni dello “Yes, we can”?
(Da Il Giornale, 21/5/2008).
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