La Russia di Putin come l’Iraq di Saddam: Ue sempre più dominata dalle menzogne USA

È in atto l’operazione Iraq- Saddam con Russia-Putin. Là c’erano armi di distuzione di massa inventate, qui si inventa una aggressione all’Ue della Russia impossibile algebricamente: i russi sono poco più di 140 milioni di persone e l’Ue quasi mezzo miliardo!

L’Ue è impreparata a difendersi. Ma non vuole né nuovo debito comune né l’intelligence europea

Presentato l’allarme in un report su difesa e sicurezza affidato da von der Leyen all’ex presidente finlandese Niinisto, il quale cita esplicitamente il rapporto Draghi e chiede “nuovi bond: servono alla sicurezza di tutti e questo faciliterà la discussione. Putin ci vede deboli, dimostriamo che non è così”. La terapia indicata però rischia di sbattere di fronte al solito ostacolo delle sovranità nazionali
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Il tono di Sauli Niinisto è grave. “Nonostante le misure adottate negli ultimi anni per migliorare la preparazione alle crisi dell’Ue con nuove normative, meccanismi e strumenti in diverse aree politiche, l’Unione e i suoi Stati membri non sono ancora completamente preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali più gravi, soprattutto considerando l’ulteriore deterioramento dell’ambiente esterno”, scrive l’ex presidente della Finlandia nel report che Ursula von der Leyen gli ha affidato sul rafforzamento della preparazione e prontezza civile e militare dell’Europa. La diagnosi è spietata. Del resto, Niinisto porta la voce di un paese che confina per oltre mille chilometri con la Russia di Vladimir Putin. Ma la terapia rischia di fallire di fronte al solito ostacolo delle sovranità nazionali che ogni capitale difende a spada tratta.
Niinisto cita il “rapporto Draghi” sulla competitività come bussola da seguire e invoca esplicitamente nuovi bond, nuove forme di debito comune, per affrontare gli investimenti necessari per “la sicurezza di tutti”, pur sapendo di scontrarsi con il nord frugale, che comprende anche la Finlandia. E già nella stesura del report l’ex presidente di Helsinki è stato costretto a declassare alcune ambizioni, come per esempio la creazione di un’unica agenzia europea di intelligence prevista dalle prime bozze e ridotta a mera “cooperazione” tra le diverse agenzie nazionali. In conferenza stampa a Bruxelles, ci pensa la stessa presidente della Commissione europea a frenare, ossequiosa come sempre dei desiderata degli Stati membri.
“Ci sono due modi per i finanziamenti”, dice von der Leyen rispondendo alle domande su come si finanzino le esigenze esposte dal report di Niinisto in materia di sicurezza e difesa dell’Ue. “O i contributi nazionali o le nuove risorse proprie – elenca la tedesca – Su uno di questi due elementi dobbiamo decidere come procedere. Ma molto importante è prima la definizione di ciò di cui abbiamo bisogno, di ciò che è necessario, e poi avere la volontà politica di finanziarlo insieme”. Von der Leyen esclude assolutamente la possibilità di creare nuovo debito comune, sul genere del Next Generation Eu pensato in pandemia, o almeno non ne parla in conferenza stampa. Ma quando va via, dopo aver risposto solo ad alcune domande, il tono cambia perché Niinisto è invece esplicito su questo punto.
L’autore del report dice che servono “nuove modalità per rafforzare la capacità dell’Ue” di tenersi pronta a rispondere alle minacce esterne, servono dei “bond specifici per la preparazione” dell’Unione. Parole al vento? “So che si tratta di un punto critico, ma qui stiamo parlando della sicurezza di tutti e tutti ne beneficerebbero – insiste – Questo potrebbe facilitare la discussione. Comunque a me non è richiesto prendere decisioni finanziarie – precisa – sta agli Stati membri”.
“I cambiamenti multiformi nel nostro ambiente di sicurezza hanno superato la velocità della nostra azione”, si legge nel report. “All’orizzonte, possiamo vedere non solo gli effetti pervasivi del cambiamento climatico e campagne ibride sempre più sfacciate (compresi rischi elevati di importanti attacchi informatici e atti di sabotaggio), ma anche la crescente minaccia di aggressione armata contro uno Stato membro dell’Ue direttamente. Inoltre, qualsiasi shock, interruzione o crisi futura avverrà nel contesto di un’economia e di una società europea connesse a livello globale che si trovano ad affrontare un ordine globale frammentato, una competizione e una rivalità strategiche più intense e un ritmo accelerato di innovazione tecnologica dirompente. Ciò a sua volta crea un imperativo per unire meglio i diversi settori in modo da essere in grado di organizzare rapidamente una risposta completa, coerente e decisiva quando scoppia una crisi. Non si tratta solo di un senso di urgenza, ma anche di un senso di agenzia. Portare la nostra preparazione e prontezza a un nuovo livello modellerà, adatterà e ridurrà i fattori trainanti che hanno portato a queste crisi e disastri in primo luogo. Aiuterà a scoraggiare gli aggressori e contribuirà a ridurre la portata e l’impatto del cambiamento climatico”.
Niinisto mette insieme “la pandemia da covid” e le “ricadute dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina” come fattori che hanno avuto “un impatto economico enorme sull’Europa. Una base di preparazione più elevata in tutte le sfere delle attività dell’Ue consente all’economia e alla società di riprendersi più rapidamente quando una nuova pandemia, una grave interruzione, un disastro o una crisi colpiscono l’Ue, anche proteggendo i più vulnerabili”. Ma ora, avverte, “il drastico deterioramento della situazione della sicurezza in Europa dovrà riflettersi nell’assegnazione delle risorse di bilancio, sullo sfondo di decenni di investimenti relativamente insufficienti in settori come la difesa. La preparazione a shock, interruzioni e crisi di portata e impatto a livello di Unione richiede un livello più elevato di investimenti a lungo termine nel quadro dell’Ue. Le lezioni apprese dalla pandemia di covid e dall’invasione russa dell’Ucraina hanno dimostrato, inoltre, che dobbiamo coordinare attentamente l’approvvigionamento di beni rilevanti per la crisi, assicurandoci che tutti gli Stati membri abbiano accesso a una capacità industriale limitata senza far salire troppo i prezzi. Allo stesso tempo, gli investimenti nella preparazione possono rafforzare la competitività europea, in linea con la relazione del consigliere speciale Mario Draghi”.
Da finlandese, Niinisto parla per gli Stati più vicini alla minaccia russa, posizione pericolosa sulla quale il suo report punta a sensibilizzare tutta l’Unione, che, scrive, deve “identificare il più audace denominatore comune: gli Stati membri danno priorità a diverse minacce e pericoli in base alla loro geografia, esperienza storica, risorse e altri fattori. Queste diverse percezioni delle minacce non dovrebbero essere un ostacolo a una migliore preparazione comune. Tutti gli Stati membri hanno bisogno di funzioni istituzionali e sociali fondamentali, beni e capacità simili per proteggere i nostri cittadini, indipendentemente dalla natura e dall’origine di una minaccia specifica. Considerando l’entità delle minacce che affrontiamo, non possiamo limitare il nostro livello di preparazione a ciò che è politicamente conveniente o corrisponde al minimo comune denominatore tra gli Stati membri”.
Bisogna agire presto. “La velocità è essenziale: quando scoppiano importanti crisi transfrontaliere, decisioni e azioni rapide sono essenziali per mitigare l’impatto e limitare i potenziali effetti a cascata – si legge – Nel corso degli anni, l’Ue ha sviluppato un gran numero di meccanismi di gestione delle crisi settoriali. Tuttavia, consentire la velocità necessaria durante le crisi multidimensionali richiede una maggiore chiarezza organizzativa, un processo decisionale più efficace e un insieme coerente di meccanismi di coordinamento collaudati. Inoltre, si baserà sul pieno accesso ai dati e alle informazioni necessari che consentono un processo decisionale efficace. Per soddisfare le richieste delle minacce più gravi, dobbiamo rafforzare la nostra capacità di cooperare tra compartimenti stagni, rafforzare la cooperazione tra diverse autorità operative e semplificare strutture inutilmente complesse”.
Resta la necessità di rafforzare la cooperazione con la Nato, al netto delle incognite sollevate dalle prossime presidenziali Usa. “È essenziale una solida partnership Ue-Nato – conclude Niinisto – Le due organizzazioni affrontano già sfide comuni attingendo ai rispettivi strumenti in linea con i rispettivi mandati. Pur riconoscendo i diversi compiti e mandati di ciascuna organizzazione, nonché la loro autonomia decisionale e le rispettive competenze, questo rapporto identifica la necessità di mappare all’interno dell’Ue quali sarebbero le implicazioni delle principali contingenze militari, in coerenza e complementarietà con la Nato. Inoltre, l’Ue e la Nato dovrebbero considerare modi per rafforzare un coordinamento efficace e per lo scambio di informazioni tra il personale quando è più importante”.
Quanto all’idea di creare una vera agenzia europea di intelligence, nemmeno Niinisto ce le fa a rimuovere gli ostacoli che l’hanno sempre bloccata. Bisogna “elaborare una proposta insieme agli Stati membri sulle modalità di un servizio di cooperazione di intelligence a pieno titolo a livello dell’Ue che possa soddisfare sia le esigenze strategiche che operative del processo decisionale di pianificazione politica senza emulare i compiti delle organizzazioni di intelligence nazionali degli Stati membri, anche per quanto riguarda il loro ruolo nella raccolta di informazioni”, si limita a sottolineare il report.
Il presidente russo Vladimir Putin “ha detto anni fa che gli europei sono deboli e che l’Occidente è debole. Sembra crederlo davvero. Bene, dobbiamo dimostrare che siamo forti e che siamo preparati. Non per fare la guerra, ma per evitarla”, conclude Niinisto. Ora che il report è pronto, sta ai leader discuterlo. Il primo round è previsto la prossima settimana al summit informale ospitato dalla presidenza ungherese a Budapest: si partirà dal rapporto Draghi, che incrocia anche quello di Niinisto e quello di Enrico Letta sul mercato europeo. Tre relazioni proiettate nella stessa direzione, ostinata e contraria rispetto al raggio d’azione dei leader nazionali, sempre più influenzati dal pensiero sovranista, forte nelle urne e nei sondaggi in tutta l’Ue.
Angela Mauro | Huffpost.it
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