Ringrazio innanzitutto le Senatrici Garavini e Ginetti,
Il Governo italiano adotta da anni una posizione molto netta a difesa della diversità linguistica nell’Unione Europea e a sostegno del ruolo della lingua italiana e la sua diffusione a Bruxelles.
Su questo terreno è nota la nostra ostilità all’imposizione di un “trilinguismo” de facto (inglese-francese-tedesco), cui continuiamo ad opporci con un’attiva e costante opera di sensibilizzazione a livello diplomatico e – ove necessario – giudiziario nelle sedi competenti.
La strategia a difesa dell’italiano in sede UE comporta ogni anno un importante investimento finanziario per il tramite del contributo versato dall’Italia al bilancio UE per le spese di interpretariato.
Il contributo – rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi anni nonostante le politiche di austerità e la crisi economica – consente di mantenere l’italiano lingua viva e adoperata nel corso delle riunioni dei comitati tecnici della galassia decisionale brussellese, con indubbio vantaggio per una migliore articolazione e difesa degli interessi negoziali.
La nostra azione viene svolta ad ogni livello, a Bruxelles e nelle Capitali, in stretto coordinamento con la Spagna, in maniera costante e incisiva. È un’attività per sua natura poco visibile, ma ha ottenuto successi non scontati.
Fra questi, vi è la modalità di svolgimento della fase preselettiva dei concorsi del l’UE gestiti dall’EPSO (European Personnel Selection Office), relativamente ai quali, in alcune occasioni, è stato adottato il pentalinguismo in luogo del tradizionale triliguismo.
L’Italia ha presentato sistematicamente ricorso alla Corte di Giustizia UE contro il tentativo di limitare le lingue di svolgimento delle prove all’inglese, al francese e al tedesco nella parte più importante della procedura.
Il Tribunale e la Corte di Giustizia, in una serie di sentenze che definiscono un corpus giurisprudenziale ormai coeso, inaugurato dalla sentenza della Corte del 27 novembre 2012 (causa C-566/10) hanno accolto le fondate motivazioni italiane, imponendo alla Commissione Europea e a EPSO il ripensamento delle modalità organizzative del concorso.
Tale favorevole orientamento è stato ancora di recente confermato da due sentenze dello scorso mese di giugno, con le quali il Tribunale dell’Unione europea ha annullato altrettanti bandi in ragione della ritenuta sussistenza di una discriminazione basata sulla lingua.
Ugualmente il trilinguismo è stato superato nei consigli informali, ove l’italiano è sempre interpretato.
Riguardo al ruolo della lingua inglese, pur essendo comprensibile che in alcuni contesti di lavoro si utilizzi una sola lingua veicolare, il regolamento n. 1/1958 è molto chiaro a tal proposito e tutte le lingue ufficiali dell’Unione hanno pari dignità.
La difesa dell’italiano continuerà quindi a rimanere una costante dell’azione diplomatica italiana a Bruxelles.
Infine, si ricorda che il 19 aprile è stata inaugurata la piattaforma digitale multilingue alla base della Conferenza sul futuro dell’Europa, per cui è stata garantita l’accessibilità in tutte le lingue dell’Unione, incluso l’Italiano.
Vi ringrazio
Roma, martedì 7 settembre 2021