Oggi si prevede che il 95% degli idiomi locali, e in alcuni casi persino nazionali, sia destinato a scomparire. E’ altissimo per l’italiano il rischio di dialettizzazione, tanto più che nel Belpaese sembra sia quasi diventata un’abitudine “alla moda” il ricorso a forestierismi.
«E’ necessario riacquisire padronanza delle caratteristiche distintive degli italiani – sottolinea Giorgio Pagano – prima fra tutte la creatività, soppiantata troppo spesso dall’omologazione su uno stampo straniero. E le conseguenze di questi atteggiamenti li scontiamo nella nostra quotidianità – continua il segretario dell’ERA – con spese esorbitanti per corsi, viaggi e soggiorni all’estero solo per apprendere l’inglese, trasformato in “lingua franca” per la comunicazione internazionale per ragioni politiche anziché pratiche. Si può dunque parlare di una vera e propria “tassa linguistica” che i Paesi non anglofoni sono costretti a pagare».
Una lingua internazionale dovrebbe invece essere estremamente semplice da apprendere ed utilizzare ma, soprattutto, non dovrebbe appartenere a nessun popolo come lingua nazionale, pena la perdita delle pari opportunità tra Stati diversi. «E’ evidente che le popolazioni anglofone oggi godono di concreti vantaggi a livello culturale, ma anche sociale ed economico. E’ a questa discriminazione che occorre porre rimedio, per scongiurare un annichilimento delle qualità specifiche degli italiani e della loro cultura. A tal fine – conclude Pagano – è nato il sito Centopercentoitaliano.it, contro la perdita di funzionalità della nostra lingua proprio in Italia».
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