Insegnanti friulani doc

Scuola, Tondo con la Lega: «Quote per docenti friulani»

di Gian Guido Vecchi

«Guardi, le polemiche sugli insegnanti meridionali le lascio alla Lega. Ci sono bravi professori del Nord e del Sud, mascalzoni del Sud e del Nord, cafoni del Nord e del Sud. Però…». Però Renzo Tondo, presidente del Friuli-Venezia Giulia, non vede affatto male l’idea del leghista Mario Pittoni di stabilire quote per i residenti nelle regioni, «guardo con simpatia alla proposta». L’esponente leghista nella commissione istruzione al Senato si era scagliato contro la nomina di sette presidi in Friuli, «quattro arrivano dalla Calabria, due dalla Campania e uno dalla Sicilia!», e medita un disegno di legge per dare priorità nell’assunzione ai locali e stabilire una percentuale di posti da dirigente scolastico riservata a chi risiede in regione, «su 118 posti vacanti in Italia 117 saranno coperti dal Centro-Sud, com’ è possibile?». Il governatore Tondo, dalla sua Tolmezzo, fa un discorso più complesso: «Non è strano ci siano più insegnanti del Sud, rispetto al Nordest hanno un tasso di scolarizzazione più elevato e per cultura o necessità sono più disponibili a fare concorsi pubblici anche lontano dalla loro terra. Molti dei nostri giovani laureati sono figli di imprenditori e vanno a lavorare in azienda…». E allora? «E allora un problema c’è. Noi siamo una regione di confine, il friulano è una lingua riconosciuta dalla Costituzione e insegnata nelle scuole. Non sarebbe male definire una quota di insegnanti madrelingua, per salvaguardare questo nostro patrimonio». E poi, aggiunge Tondo, «c’è il problema della continuità didattica. Insegnanti magari se ne vanno. Così ci sono scuole dove i professori cambiano di continuo… Ecco, una riserva di posti sicuri per madrelingua e residenti nel territorio potrebbe servire».

(Dal Corriere della Sera, 13/8/2008).

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