Inglese full immersion

Da Nova Sento in rete numero 398

Inglese full immersion

I recenti orientamenti governativi sull’acculturamento linguistico full immersion dei giovani cittadini italiani sta creando una forte eccitazione negli ambienti scolastici di molte città dove si moltiplicano i corsi per insegnare ad insegnare la propria materia in inglese (anche se lo si conosce appena), con grande soddisfazione del British Council, USIS e simili.

Si è pensato, a ragione, che con le ore destinate al programma di lingua non si otteneva granchè e così, quindi, ora si cerca di piazzare l’inglese anche nelle ore di geografia, scienze, ginnastica ecc.

Sarebbe comunque consentito parlare il volgare nell’intervallo ricreativo.

All’università poi ti può capitare, come è successo a un nostro giovane collaboratore, studente di fisica, di trovarti in cattedra un docente di lingua inglese che non tira fuori una parola d’italiano neanche a minacciarlo. E tu, dai, full immersion!

Del resto il famoso sociologo Alberoni, che dà i buoni consigli dalla prima pagina del Corriere della Sera, nonostante avesse affermato titolando un suo intervento “Un popolo che rinuncia alla sua lingua perde anche l’anima”, non molto dopo, forse pentito di essersi sbilanciato troppo in difesa delle identità culturali nazionali in tempi delle tre “i” berlusconiane (impresa, internet e inglese), suggeriva preoccupato: “Inventiamoci in fretta i maestri di lingua (inglese)” in quanto “L’inglese è la lingua universale” “L’inglese è la lingua usata nell’Unione europea” e si rivolgeva al ministro della Pubblica Istruzione perché inventasse una nuova figura di docente purchè sapesse la lingua. Alberoni non c’era arrivato eppure era tanto semplice: insegnare l’inglese agli insegnanti di altre materie per farli insegnare in inglese, un vero uovo di colombo.

Nel contempo va avanti il progetto “Sardegna speaks English” “per far crollare le barriere fisiche e culturali che separano la Sardegna dal resto del mondo”, la cui gestione è affidata all’Autorità per l’Inglese presso la Presidenza della Regione e supportata (altro regalo dell’inglese) dal British Council con un investimenti di 1000 miliardi di vecchie lire.

(gb)

Disvastigo

www.disvastigo.it

Questo messaggio è stato modificato da: yoshii, 13 Nov 2004 – 00:39 [addsig]

2 commenti

  • Da Nova Sento in rete numero 398

    Inglese full immersion

    I recenti orientamenti governativi sull’acculturamento linguistico full immersion dei giovani cittadini italiani sta creando una forte eccitazione negli ambienti scolastici di molte città dove si moltiplicano i corsi per insegnare ad insegnare la propria materia in inglese (anche se lo si conosce appena), con grande soddisfazione del British Council, USIS e simili.

    Si è pensato, a ragione, che con le ore destinate al programma di lingua non si otteneva granchè e così, quindi, ora si cerca di piazzare l’inglese anche nelle ore di geografia, scienze, ginnastica ecc.

    Sarebbe comunque consentito parlare il volgare nell’intervallo ricreativo.

    All’università poi ti può capitare, come è successo a un nostro giovane collaboratore, studente di fisica, di trovarti in cattedra un docente di lingua inglese che non tira fuori una parola d’italiano neanche a minacciarlo. E tu, dai, full immersion!

    Del resto il famoso sociologo Alberoni, che dà i buoni consigli dalla prima pagina del Corriere della Sera, nonostante avesse affermato titolando un suo intervento “Un popolo che rinuncia alla sua lingua perde anche l’anima”, non molto dopo, forse pentito di essersi sbilanciato troppo in difesa delle identità culturali nazionali in tempi delle tre “i” berlusconiane (impresa, internet e inglese), suggeriva preoccupato: “Inventiamoci in fretta i maestri di lingua (inglese)” in quanto “L’inglese è la lingua universale” “L’inglese è la lingua usata nell’Unione europea” e si rivolgeva al ministro della Pubblica Istruzione perché inventasse una nuova figura di docente purchè sapesse la lingua. Alberoni non c’era arrivato eppure era tanto semplice: insegnare l’inglese agli insegnanti di altre materie per farli insegnare in inglese, un vero uovo di colombo.

    Nel contempo va avanti il progetto “Sardegna speaks English” “per far crollare le barriere fisiche e culturali che separano la Sardegna dal resto del mondo”, la cui gestione è affidata all’Autorità per l’Inglese presso la Presidenza della Regione e supportata (altro regalo dell’inglese) dal British Council con un investimenti di 1000 miliardi di vecchie lire.

    (gb)

    Disvastigo

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    Questo messaggio è stato modificato da: yoshii, 13 Nov 2004 – 00:39 [addsig]

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    I recenti orientamenti governativi sull’acculturamento linguistico full immersion dei giovani cittadini italiani sta creando una forte eccitazione negli ambienti scolastici di molte città dove si moltiplicano i corsi per insegnare ad insegnare la propria materia in inglese (anche se lo si conosce appena), con grande soddisfazione del British Council, USIS e simili.

    Si è pensato, a ragione, che con le ore destinate al programma di lingua non si otteneva granchè e così, quindi, ora si cerca di piazzare l’inglese anche nelle ore di geografia, scienze, ginnastica ecc.

    Sarebbe comunque consentito parlare il volgare nell’intervallo ricreativo.

    All’università poi ti può capitare, come è successo a un nostro giovane collaboratore, studente di fisica, di trovarti in cattedra un docente di lingua inglese che non tira fuori una parola d’italiano neanche a minacciarlo. E tu, dai, full immersion!

    Del resto il famoso sociologo Alberoni, che dà i buoni consigli dalla prima pagina del Corriere della Sera, nonostante avesse affermato titolando un suo intervento “Un popolo che rinuncia alla sua lingua perde anche l’anima”, non molto dopo, forse pentito di essersi sbilanciato troppo in difesa delle identità culturali nazionali in tempi delle tre “i” berlusconiane (impresa, internet e inglese), suggeriva preoccupato: “Inventiamoci in fretta i maestri di lingua (inglese)” in quanto “L’inglese è la lingua universale” “L’inglese è la lingua usata nell’Unione europea” e si rivolgeva al ministro della Pubblica Istruzione perché inventasse una nuova figura di docente purchè sapesse la lingua. Alberoni non c’era arrivato eppure era tanto semplice: insegnare l’inglese agli insegnanti di altre materie per farli insegnare in inglese, un vero uovo di colombo.

    Nel contempo va avanti il progetto “Sardegna speaks English” “per far crollare le barriere fisiche e culturali che separano la Sardegna dal resto del mondo”, la cui gestione è affidata all’Autorità per l’Inglese presso la Presidenza della Regione e supportata (altro regalo dell’inglese) dal British Council con un investimenti di 1000 miliardi di vecchie lire.

    (gb)

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