In Francia si torna sui banche da martedì
Gli esperti: rischiamo la seconda ondata
L’annuncio
«C`è una buona notizia e una meno buona»: così ha cominciato ieri il premier Edouard Philippe la lunga conferenza stampa sulla riapertura della Francia dopo quasi due mesi di lockdown. La buona notizia è che sì, la Francia e i francesi potranno cominciare a ripartire da lunedì, la meno buona è che in alcune regioni i dati sono «meno rassicuranti» del previsto. La carta del Paese ha un quadrilatero rosso, tutto il nord est, con epicentro Parigi, fino all’Alsazia e alla Borgogna: qui il virus continua a circolare, i reparti di terapia intensiva, anche se i ricoveri scendono, sono ancora saturi. «Sarà un deconfinamento progressivo, dobbiamo restare vigilanti, dobbiamo evitare il rischio di dover richiudere, sarebbe un grave danno per la Francia, un colpo per i francesi, una decisione estrema, pericolosa per il sistema sanitario e per tutto il Paese» ha martellato il premier.
La decisione
Eppure, nonostante i dipartimenti “rossi” e un’epidemia ancora attiva, la Francia ha deciso di ignorare i richiami alla prudenza di molti ricercatori ed esperti – anche nazionali – e di ricominciare dalle scuole, nidi, materne e elementari.
Lunedì, insieme con i francesi che potranno ricominciare a circolare senza autocertificazione (ma non oltre i cento chilometri da casa), con i commercianti che ritireranno su le saracinesche (esclusi bar e ristoranti), con chi dovrà riprendere metro e bus per andare a lavorare perché non ha smart-working possibile, ci saranno anche 130mila insegnanti che torneranno in classe. Come voluto da Macron, («è un imperativo pedagogico e sociale») da martedì ritroveranno i banchi un milione di bambini. «Tra l’80 e l’85 per cento delle 50.500 scuole di Francia saranno riaperte» ha confermato il ministro dell`Istruzione Jean-Michel Blanquer. La ripresa sarà graduale (cominciano i grandi della materna, le prime e le quinte) e con gruppi di non più di 10-15 per classe. Priorità sarà data ai figli del
personale sanitario, ai bambini portatori di handicap o a quelli che hanno potuto seguire meno i corsi a distanza. Inoltre – cosa che ha provocato non pochi dibattiti in seno alle famiglie- il ritorno si farà su base “volontaria” e i genitori potranno decidere di non mandare i figli a scuola.
Per le Medie bisognerà aspettare il 18 quando potranno riprendere – sempre gradualmente – solo nei dipartimenti “verdi”. Secondo alcuni studi dell’Inserm, l’Istituto per la ricerca medica, la riapertura delle scuole renderà probabile una seconda ondata dell’epidemia che però – viste le caratteristiche dei bambini, che sviluppano pochi sintomi e sono meno contagiosi – non dovrebbe avere un forte impatto sul sistema sanitario. Secondo un altro “modello”, invece, il ritorno a scuola e la simultanea ripresa del lavoro potrebbe provocare un nuovo picco già a fine luglio, con saturazione dei reparti di rianimazione.
Il monitoraggio
Il Governo continuerà a monitorare la situazione, in particolare l’aumento dei casi positivi e la tenuta negli ospedali. «Procederemo per tappe di tre settimane» ha detto Philippe: il prossimo 2 giugno comincerà una nuova fase più “aperta”, ma solo per i dipartimenti passati al verde, con possibilità di aumentare gli assembramenti finora consentiti a non più di dieci persone. Per il momento, parchi e giardini restano chiusi nelle zone rosse. A Parigi e hinterland, metro e treni regionali saranno riservati alle ore di punta a chi ha un’attestazione (motivi di lavoro, di famiglia o sanitari). Maschera obbligatoria invece su tutti i trasporti pubblici. E infine il contact tracing dei positivi: sarà affidato a “brigate sanitarie”, mentre per l’App bisognerà ancora aspettare. «Siamo pronti a testare» ha detto il premier, che ha assicurato una potenza di fuoco di 700mila tamponi a settimana.
Francesca Pierantozzi | Il Messaggero | 8.5.2020