15/01/2005, Il Sole 24 Ore, pag. 1
IL SISTEMA E L’EUROPA
Di Orazio Carabine
Succederà che le banche italiane saranno comprate da quelle straniere perché l’Antitrust sarà costretta a dire di sì e la Banca d’Italia non potrà più dire di no». Così uno dei più autorevoli banchieri italiani vaticinava nei momenti bollenti del Ddl sul risparmio. Quando la linea del Governatore Antonio Fazio sembrava sul punto di essere travolta dalla rivoluzione immaginata dall’ex-ministro Tremonti.
Adesso tutto è cambiato: con Fazio sono schierati il presidente Berlusconi e il ministro Siniscalco. L’italianità delle banche, si sostiene, va tutelata nel nome della difesa dell’interesse nazionale, di concorrenza ce n’è abbastanza cd è bene che a occuparsene continui a essere la Banca d’Italia (non l’Antitrust). Un po’ perché nell’Unione europea non c’è reciprocità: gli altri Paesi non consentono, ed è assolutamente vero, ai gruppi italiani di espandersi sui loro mercati. Agli atti, per la verità, non risultano molti tentativi dei nostri campioni nazionali di avventurarsi oltre confine. E normale che Governo e Banca centrale si preoccupino del futuro di alcuni tra i maggiori gruppi bancari nazionali. Ed è anche comprensibile che preferiscano azionisti italiani a soci stranieri, persino europei. Ma l’Italia fa parte della Ue e la storia non si ferma: i benefici del mercato umico (e non solo nella finanza) verranno dalla nascita di gruppi transnazionali, con dimensioni “americane”. E una volta tanto l’Italia potrebbe presentarsi in vantaggio all’appuntamento.
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