Al Dachtforum il concerto in dialetto di Van De Sfroos, cantautore padano
di Dario Crippa
Undicimila persone che cantavano in dialetto comasco. La vittoria del Nord? Troppo riduttivo. Semplicemente Davide Van De Sfroos ce l’ ha fatta a dimostrare che si può anche cantare in dialetto – quello della Tremezzina, sul lago di Como – e riempire una platea impegnativa come il Datchforum di Assago, alle porte di Milano.
Avevano tentato di dipingerlo per anni come il cantore della Lega, per una strana equazione dialetto-leghismo (a scordare la lezione di Nanni Svampa e De Andrè). E invece Van De Sfroos ha dimostrato qualcosa di diverso. Poiché gli undicimila che si son dati appuntamento ad Assago provenivano da tutta Italia: dalla Lombardia soprattutto – certo – ma anche da Sardegna, Abruzzo, Campania, Roma, persino dall’estero. Quando aveva cominciato a sfondare lo invitavano ‘solo’ ai raduni della Lega, la sinistra faceva interpellanze se lo mandavano in onda su RaiDue, ma negli ultimi anni Van De Sfroos è stato capace anche di esibirsi alle Feste dell’Unità, di Comunione e Liberazione, persino di Azione Giovani. E lui, che si professa “un ateo della politica”, ha dimostrato che è soprattutto un ottimo musicista. Non si spiegherebbe altrimenti il fenomeno Van De Sfroos (già due premi Tenco e un disco d’oro in carniere), capace con il suo ultimo album ‘Pica!’ di imporsi alla sua uscita due mesi fa al quarto posto nella classifica Fimi dietro “mostri” del calibro di Pooh, Jovanotti e Lenny Kravitz. La scommessa ‘milanese’ ha sancito una carriera partita una dozzina d’anni fa in cittadine di provincia e balere: cantare, direttamente nella loro lingua, le storie di gente umile, degli ultimi, dei contrabbandieri (di qui il nome d’arte ‘van de sfroos’, ‘vanno di frodo’).
Una sorta di Woody Guthrie del lago, capace di strappare gli applausi anche di Paolo Conte. La sua platea eterogenea – composta da ragazzi, ma anche famiglie, anziani, persino bambini piccoli – ha risposto. E lui ha scherzato: “Sapete che se usciamo tutti assieme possiamo invadere San Marino? Grazie di esserci”.
(Da La Nazione, 21/4/2008).
[addsig]
Al Dachtforum il concerto in dialetto di Van De Sfroos, cantautore padano
di Dario Crippa
Undicimila persone che cantavano in dialetto comasco. La vittoria del Nord? Troppo riduttivo. Semplicemente Davide Van De Sfroos ce l’ ha fatta a dimostrare che si può anche cantare in dialetto – quello della Tremezzina, sul lago di Como – e riempire una platea impegnativa come il Datchforum di Assago, alle porte di Milano.
Avevano tentato di dipingerlo per anni come il cantore della Lega, per una strana equazione dialetto-leghismo (a scordare la lezione di Nanni Svampa e De Andrè). E invece Van De Sfroos ha dimostrato qualcosa di diverso. Poiché gli undicimila che si son dati appuntamento ad Assago provenivano da tutta Italia: dalla Lombardia soprattutto – certo – ma anche da Sardegna, Abruzzo, Campania, Roma, persino dall’estero. Quando aveva cominciato a sfondare lo invitavano ‘solo’ ai raduni della Lega, la sinistra faceva interpellanze se lo mandavano in onda su RaiDue, ma negli ultimi anni Van De Sfroos è stato capace anche di esibirsi alle Feste dell’Unità, di Comunione e Liberazione, persino di Azione Giovani. E lui, che si professa “un ateo della politica”, ha dimostrato che è soprattutto un ottimo musicista. Non si spiegherebbe altrimenti il fenomeno Van De Sfroos (già due premi Tenco e un disco d’oro in carniere), capace con il suo ultimo album ‘Pica!’ di imporsi alla sua uscita due mesi fa al quarto posto nella classifica Fimi dietro “mostri” del calibro di Pooh, Jovanotti e Lenny Kravitz. La scommessa ‘milanese’ ha sancito una carriera partita una dozzina d’anni fa in cittadine di provincia e balere: cantare, direttamente nella loro lingua, le storie di gente umile, degli ultimi, dei contrabbandieri (di qui il nome d’arte ‘van de sfroos’, ‘vanno di frodo’).
Una sorta di Woody Guthrie del lago, capace di strappare gli applausi anche di Paolo Conte. La sua platea eterogenea – composta da ragazzi, ma anche famiglie, anziani, persino bambini piccoli – ha risposto. E lui ha scherzato: “Sapete che se usciamo tutti assieme possiamo invadere San Marino? Grazie di esserci”.
(Da La Nazione, 21/4/2008).
[addsig]