Il Cimbro tornerà a scuola.

Il Cimbro tornerà a scuola



Altopiano di Asiago -Il cimbro è tornato a risuonare tra le mura della Sala dei Quadri del Municipio di Asiago durante l’ultimo consiglio comunale.
Il motivo dell’utilizzo dell’antico idioma altopianese è stato l’adozione della delibera del consiglio che riconosce formalmente l’esistenza storica di una minoranza linguistica ed etnica sull’Altopiano di Asiago.

Un consiglio comunale senza la presenza dei consiglieri d’opposizione, che hanno scelto di non partecipare al dibattito per protesta.

«Con questa iniziativa, l’amministrazione comunale potrà richiedere fondi per la segnaletica in doppia lingua, per l’eventuale introduzione del cimbro come materia facoltativa nelle scuole e altre attività annesse all’antica parlata come previsto dalla legge 482/99 sulle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche», ha spiegato Franco Sella, consigliere di maggioranza appassionato ricercatore sul cimbro. Tant’è che ha iniziato e terminato il suo intervento a favore della delibera proprio in cimbro.

«Questa delibera è necessaria per vari motivi – ha spiegato il sindaco Andrea Gios -. Innanzitutto, i Consigli comunali di Rotzo, Roana, Gallio, Lusiana e Foza avevano richiesto di procedere alla delimitazione dei rispettivi territori quali ambiti territoriali in cui poter eventualmente intraprendere iniziative di tutela delle minoranze cimbre, quindi Asiago, per mantenere un’integrità del territorio altopianese, ha il dovere di sottoscrivere questa delibera, altrimenti sarebbe diventata una enclave all’interno di un comprensorio che, dal punto di vista storico e culturale, si identifica come cimbro».

«Lo stesso statuto comunale recepisce la terminologia cimbra allorché elenca le “contrade storiche”, citandole non nell’equivalente forma italianizzata, anche se esistente, ma esclusivamente in cimbro – ricorda Gios -.
Infine, l’ampio interesse dei cittadini, riscontrabile nelle manifestazioni culturali legati al cimbro, di riacquisire le loro radici cimbre e di riappropriarsi della propria antica idioma, non caduto in disuso ma proibito durante la Grande Guerra e il Ventennio, ci impone una scelta nell’interesse dei cittadini».

di Gerardo Rigoni


www.altopiano.asiago.com


31/05/07
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