Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
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Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
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Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]
Saluton al ĉiuj! Sono un esperantista alle prime armi! Fino a due mesi addietro non avevo la più pallida idea di cosa fosse l’Esperanto, tutto quello che sapevo era che “aveva fallito”. Come? Era stato un fallimento! Me la immaginavo molto vagamente come una lingua senza alcuna logica strutturale, immaginavo accozzaglie di parole prese un po’ da uno un po’ dall’altro vocabolario, un groviglio di vergognosa inutilità (e che diamine, c’è già l’Inglese che veglia su di noi!), e tutto senza avere la benché minima idea di quello che l’Esperanto era ed È tutt’ora, per la mia più grande gioia.Sono certo che se solo si trovasse modo per portare coscienza del problema linguistico Europeo (un problema macroscopicamente dell’intera umanità) nelle case della gente e si facesse luce dove la tenebra dell’ignoranza regna sovrana, non in pochi verrebbero calamitati da questa stupenda soluzione. E che cosa avevo imparato io dalla televisione, indubbiamente il miglior mezzo per uno svolgimento anche solo parziale di questo compito? Che l’Esperanto è stato un fallimento!
Ma se un giorno, per pura curiosità, mi sono messo a rovistare nella rete virtuale per racimolare qualche interessante informazione a proposito, forse non ero stato abbagliato del tutto. La verità è che non avevo nessunissima intenzione di intraprendere una nuova avventura linguistica, c’erano già l’Inglese e il Giapponese a darmi abbastanza filo da torcere. Ma è stato inevitabile! Messo alle strette.. mi sono lasciato trascinare.
Le lingue mi hanno sempre affascinato. Udire due persone parlare tra di loro pronunciando versi incomprensibili è per me emozionante; ciascuna di quelle sillabe che non significano nulla per me sono in grado di imprigionare idee attraverso formule concettuali formatesi nei millenni. Se a me non dicono nulla, per milioni di persone hanno un suono familiare che suggerisce immediatamente un’idea.
Un senso indefinito di nostalgica malinconia mi pervade quando moltiplico questa breve riflessione per mille.
Le lingue sono da sempre lo strumento più utile ed elaborato di cui l’uomo dispone. Tuttavia non ne esiste solo uno di questi raffinati strumenti, ne estitono a centinaia, e comunicare liberamente con chi non dispone del nostro stesso protocollo di comunicazione è un’ardua impresa, piena di difficoltà e mille altri invisibili ostacoli. Ad una riflessione abbastanza profonda sorge inevitabile una semplice domanda: “perché deve essermi impossibile comunicare con un altro uomo, soltanto perché non conosce la mia stessa lingua? Eppure è un uomo (o una donna ) tale e quale me!”. Eh, un problema da niente! “solo perché…” non conosce la mia stessa lingua! La barriera linguistica si leva imponente ogni volta, e possiamo limitarci a gesticolare e scimmiottare qualche parola, in Inglese, tanto per fare un esempio.
Io ho una superficiale conoscenza dell’Inglese. Voglio dire che non CONOSCO l’Inglese veramente, ma posso leggerlo e capirlo. Già sentirlo alla radio mi crea non pochi problemi, e quando trasmettono quei simpatici programmi che fanno morire dal ridere decine di persone, sono l’unico che non ride!! E per quanto riguarda il parlato.. posso limitarmi a scimmiottarlo. Voce del verbo scimmiottare: esprimersi scimmiottando per mezzo di lingua non madre. La definizione contiene la parola stessa da definire, questo a suggerimento di quanto insulso sia lo scimmiottamento! Ma un modo per raggiungere una ottima conoscenza dell’Inglese esiste, e questa è: andare in Inghilterra/America/Canada/Australia/eccetera. Requisito inaccettabile per quella che aspira (o pensa di aver raggiunto) al prestigioso riconoscimento di “lingua internazionale”, la lingua dell’umanità intera! Oh che bello, mi estas tiel feliĉa!
Il percorso stesso che dobbiamo percorrere nella nostra mente perché il pensiero possa prendere forma è incanalato in strutture linguistiche, ne è impregnato (per ribaltare il rapporto!), e volenti o nolenti esse rappresentano il nostro “modo di pensare”. Scoprire nuovi sentieri di tale natura è interessante ed utile nel contempo. Forse saranno di difficile percorribilità, essendo noi troppo abituati al nostro solito percorso, scavato in profondità a furia di calpestarlo! E se proprio vogliamo cominciare a scoprire un nuovo sentiero, uno alternativo, è bene scegliere quello che ci piace, non quello che ci viene imposto.
Perché allora, se esiste il sentiero più velocemente percorribile, meno zigzagante, più pulito e accessibile degli altri, dovremmo andare ad impiccarci proprio nel groviglio giunglesco dell’Inglese? La via dell’Esperanto ci permetterà di dedicare tutto il tempo che vogliamo per le lingue che veramente ci interessano. L’Esperanto non ha arroganza né tantomeno presunzione. [addsig]