Gran Bretagna, le città che mettono al bando le parolacce

La storia

Gran Bretagna, le città che mettono al bando le parolacce

Sempre più Comuni decidono di multare chi usa un linguaggio scurrile. È polemica “Limite alla libertà”

“Una barzelletta sporca è una ribellione mentale”, sosteneva George Orwell. Ma le parolacce stanno vivendo un momento difficile in Gran Bretagna: sempre più città approvano norme per metterle al bando, punendo con multe salatissime chi ne fa uso. Da Canterbury a Nottingham, da Morecambe a Dartford, da Ashford a Stoke, negli ultimi tempi molte autorità locali hanno introdotto un divieto di oscenità in luogo pub- blico. L`iniziativa suscita dubbi e polemiche. È difficile farla rispettare: la polizia, i cui effettivi sono stati drasticamente ridotti dai governi di David Cameron e Theresa May, ha problemi più seri di cui occuparsi, come le gang armate di coltello. È inoltre poco chiaro che cosa costituisca una violazione: anche espressioni entrate nel linguaggio di tutti i giorni, come “dame” (dannazione)? Si può essere incriminati soltanto per avere detto accidenti?

Ma il problema più serio è se il bando significhi una restrizione della libertà di parola: anche le parolacce possono essere coperte da tale diritto. Proprio per questo la cittadina di Salford, 72 mila abitanti vicino a Manchester, ha prima votato per il divieto e poi nei giorni scorsi lo ha ritirato. La questione può fare sorridere: nell`estate della Brexit, sull`orlo della recessione (negli ultimi tre mesi l`e- conomia nazionale si è contratta per la prima volta dal 2012), con la prospettiva di crisi di governo a settembre ed elezioni anticipate in novembre, gli inglesi avrebbero ben altre preoccupazioni. L`idea di ricevere una multa fino a 1000 sterline per una brutta parola, tuttavia, non fa ridere nessuno. Così la faccenda, dalle pagine della stampa di provincia, è balzata su quelle nazionali del Guardian. I consigli comunali che hanno adottato il provvedimento dicono che aiuta a combattere i comportamenti antisociali: si parte dalle parolacce – affermano – per poi imbrattare muri, spaccare finestre, urinare per strada, fare furterelli e peggio. Il paradosso è che, pochi mesi prima di diventare primo ministro, commentando i timori del business per la Brexit, l`allora ministro degli Esteri Boris Johnson disse ai collaboratori: “Fuck business”. Londra, per sua fortuna, non ha ancora passato il divieto.

Enrico Franceschini | La Repubblica | 10.8.2019

Lascia un commento

0:00
0:00