Gli uiguri “rieducati” nelle prigioni di Pechino
Il Punto
«Non consentire fughe». «Promuovere il pentimento». «Aumentare le punizioni». «Lo studio correttivo del mandarino è la massima priorità». Sono alcune delle regole di un memo segreto che provano, senza margine di dubbio, le pratiche sistematiche di lavaggio del cervello messe in atto dalla Cina su centinaia di migliaia di uiguri chiusi in una rete di campi di prigionia ad alta sicurezza. Pechino ha sempre sostenuto che i campi dello Xinjiang «offrono istruzione e formazione su base volontaria». I documenti del governo cinese, tra i quali il memo del responsabile della sicurezza nello Xinjiang, diffusi dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), provano invece che si tratta di prigioni «rieducative» per il gruppo etnico di religione musulmana, dove le punizioni fisiche e l`indottrinamento sono la norma. Si stima che circa un milione di musulmani siano stati arrestati senza processo. .
Francesco Radicioni | La Stampa | 25.11.2019