Giro di vite sull'immigrazione in Francia:
test su lingua e cultura per ottenere il visto
PARIGI – Nicolas Sarkozy vuole mantenere le promesse fatte nella sua campagna presidenziale. Aveva detto «lavorare di più per guadagnare di più», ed ecco la defiscalizzazione delle ore di straordinario. Aveva dichiarato guerra alla delinquenza, ed è pronto il dispositivo contro recidivi e minorenni violenti. Aveva annunciato un giro di vite contro l'immigrazione: oggi un progetto di legge – di soli 14 articoli – è arrivato al Consiglio di stato, ed entro l' estate sarà discusso all' Assemblea nazionale. Le associazioni hanno fatto subito sentire la loro voce: è una legge che «rimette in causa il diritto di vivere in famiglia e le convenzioni internazionali sul rispetto della vita privata». Si sono dette «sorprese» dal metodo di comunicazione del governo. La legge punta, in particolare, ad inasprire le condizioni del ricongiungimento familiare. Il membro della famiglia «che chiede di raggiungere la Francia» sarà sottoposto «nel suo paese di residenza ad una valutazione del suo grado di conoscenza della lingua e dei valori della Repubblica» francese. Se ci sarà bisogno «l'autorità organizzerà sul posto un corso di formazione della durata massima di due mesi». L'attestato sarà indispensabile per ottenere un visto di soggiorno in Francia ed, eventualmente, di avviare una procedura di ricongiungimento familiare. «Certo – osserva un giurista, citato da Le Figaro – il progetto di legge precisa che la formazione non costituisce un obbligo per ottenere un visto, perchè il diritto europeo fa del diritto della vita in famiglia un principio inalienabile. Ma è evidente che gli stranieri, che la rifiuteranno, avranno difficoltà ad avere il loro visto». Altri punti significativi del progetto di legge, elaborato dal ministro dell' immigrazione, dell'integrazione e dell'identità nazionale, Brice Hortefeux, riguardano la creazione di un Contratto di accoglienza e di integrazione per la famiglia – che obbliga i genitori a vigilare sulla buona integrazione dei figli arrivati in Francia – e le risorse necessarie per farli arrivare. Il ministero dell'immigrazione, di fronte alle critiche delle associazioni, ha fatto sapere che «il testo potrebbe subire modifiche in relazione al dialogo». Si tratta della quarta legge francese sull' immigrazione negli ultimi quattro anni. Due portano la firma dell' allora ministro dell' interno, Nicolas Sarkozy: la prima, del 2003, aveva per obiettivo la lotta contro l' immigrazione clandestina, attraverso l' allungamento del periodo di detenzione, da 12 a 30 giorni, e l' inasprimento delle pene contro le filiere clandestine. La seconda del 2006 puntava a limitare l' immigrazione familiare a vantaggio di quella per motivi di lavoro
[addsig]
test su lingua e cultura per ottenere il visto
PARIGI – Nicolas Sarkozy vuole mantenere le promesse fatte nella sua campagna presidenziale. Aveva detto «lavorare di più per guadagnare di più», ed ecco la defiscalizzazione delle ore di straordinario. Aveva dichiarato guerra alla delinquenza, ed è pronto il dispositivo contro recidivi e minorenni violenti. Aveva annunciato un giro di vite contro l'immigrazione: oggi un progetto di legge – di soli 14 articoli – è arrivato al Consiglio di stato, ed entro l' estate sarà discusso all' Assemblea nazionale. Le associazioni hanno fatto subito sentire la loro voce: è una legge che «rimette in causa il diritto di vivere in famiglia e le convenzioni internazionali sul rispetto della vita privata». Si sono dette «sorprese» dal metodo di comunicazione del governo. La legge punta, in particolare, ad inasprire le condizioni del ricongiungimento familiare. Il membro della famiglia «che chiede di raggiungere la Francia» sarà sottoposto «nel suo paese di residenza ad una valutazione del suo grado di conoscenza della lingua e dei valori della Repubblica» francese. Se ci sarà bisogno «l'autorità organizzerà sul posto un corso di formazione della durata massima di due mesi». L'attestato sarà indispensabile per ottenere un visto di soggiorno in Francia ed, eventualmente, di avviare una procedura di ricongiungimento familiare. «Certo – osserva un giurista, citato da Le Figaro – il progetto di legge precisa che la formazione non costituisce un obbligo per ottenere un visto, perchè il diritto europeo fa del diritto della vita in famiglia un principio inalienabile. Ma è evidente che gli stranieri, che la rifiuteranno, avranno difficoltà ad avere il loro visto». Altri punti significativi del progetto di legge, elaborato dal ministro dell' immigrazione, dell'integrazione e dell'identità nazionale, Brice Hortefeux, riguardano la creazione di un Contratto di accoglienza e di integrazione per la famiglia – che obbliga i genitori a vigilare sulla buona integrazione dei figli arrivati in Francia – e le risorse necessarie per farli arrivare. Il ministero dell'immigrazione, di fronte alle critiche delle associazioni, ha fatto sapere che «il testo potrebbe subire modifiche in relazione al dialogo». Si tratta della quarta legge francese sull' immigrazione negli ultimi quattro anni. Due portano la firma dell' allora ministro dell' interno, Nicolas Sarkozy: la prima, del 2003, aveva per obiettivo la lotta contro l' immigrazione clandestina, attraverso l' allungamento del periodo di detenzione, da 12 a 30 giorni, e l' inasprimento delle pene contro le filiere clandestine. La seconda del 2006 puntava a limitare l' immigrazione familiare a vantaggio di quella per motivi di lavoro