GEOPOLITICA DELLO SPAZIO. Europa e Cina rincorrono gli USA [e la Russia?], la partita vera è militare

In orbita nel 2022. L'Italia avrebbe dovuto partecipare alla costruzione della nuova stazione spaziale cinese Tiangong-3.

Aumento record nel budget degli Stati Uniti per i fondi destinati alla Nasa e alla Us Space Force: oltre 40 miliardi di dollari. Le risorse serviranno a finanziare le nuove missioni di astronauti sulla Luna entro il 2024, e la preparazione dello sbarco dell'uomo su Marte entro i prossimi dieci anni. Alla Nasa nella finanziaria 2021 sono destinati 25,2 miliardi di dollari, con un incremento de112% rispetto all'esercizio precedente . Alla Us Space Force, istituita da Trump il 20 dicembre scorso, andranno invece 15,4 miliardi di dollari. Secondo la Nasa il progetto «Moon to Mars» avrà un costo annuale di 71 miliardi.

GEOPOLITICA DELLO SPAZIO.
Europa e Cina rincorrono, la partita vera è militare

Trump vuole lo spazio, dalla Luna fino a Marte, tutto a stelle e strisce. Ma la Cina, in prima fila, e l’Europa non stanno certo a guardare. La proposta del budget complessivo americano che ha iniziato il suo iter legislativo, su proposta della casa Bianca, è anche un momento per capire le intenzioni in campo spaziale delle grandi potenze, che lo sono anche in campo spaziale. Il primo dato che salta all’occhio è l’aumento per il prossimo anno di più del 12% per la dotazione dell’Ente spaziale americano, la Nasa, che avrà il budget più alto di questo millennio: 25,2 miliardi di dollari.
Tornare sulla Luna al più presto, formare una base spaziale orbitante attorno al nostro satellite, il Lunar Gateway, e da lì partire per Marte. Trump nell’anno della sua possibile rielezione si presenta al giudizio degli elettori anche con questa sferzata al budget della Nasa. “Make America great again” anche nello spazio, dopo che i cosiddetti “privati”, da Elon Musk a Jeff Bezos hanno preso anche troppo spazio nell’opinione pubblica oltre che parecchi contratti miliardari dalla Nasa stessa. In genere l’agenzia spaziale Usa passa indisturbata al Congresso, la speaker Nancy Pelosi è sempre stata positiva nei confronti della Nasa e probabilmente lo scontro con Trump sarà su qualche altra parte del bilancio complessivo.
Per quanto riguarda i numeri del vero sfidante di Nasa, la Cina con la sua agenzia nazionale Cnsa, è molto più complesso stimare l’ammontare esatto di quanto viene speso in questo campo. Di sicuro abbiamo delle stime che vanno dagli 8 miliardi recentemente stanziati, molto alto anche in questo caso rispetto al passato, a cifre decisamente superiori, dal momento che non è possibile sapere, ad esempio, quale quota dei 177,6 miliardi di dollari stanziati per il 2019 per il bilancio militare siano direttamente o indirettamente finiti nello spazio, come peraltro negli Usa.
È questo infatti, volenti o nolenti, il teatro della nuova difesa, e ovviamente anche offesa, di questi due Stati che si contendono la leadership mondiale ogni giorno di più. Satelliti per l’osservazione della Terra, telecomunicazioni internet e 5G compresi -, una nuova stazione spaziale, Luna e poi Marte sono i principali obiettivi del Piano spaziale cinese. La particolare struttura del potere statale in Cina permette di credere che sia molto concretamente realizzabile il sogno del presidente Xi Jinping di far diventare il Paese la potenza leader in campo spaziale nella prossima decade.
Lo stesso potente razzo vettore Lunga Marcia 5, che ha portato il rover cinese sulla Luna lo scorso anno e che oggi è stato ulteriormente migliorato, è una prova delle capacità tecniche e industriali del Paese, mentre in tutta la Cina si aprono corsi di ingegneria spaziale e anche campi per giovani in cui approfondire i temi legati allo spazio. “Make China great again”, verrebbe da dire. Non c’è dubbio che l’epidemia di Coronavirus sta limitando molto la produzione anche in alcuni istituti e stabilimenti fondamentali del settore aerospaziale come la China Academy of Launch Vehide Technology (Calt) e la Shanghai Academy of Spaceflight Technology (Sast), che progettano e producono razzi.
L’Europa ha anch’essa compiuto uno scatto di reni in questo campo, portando a 14,4 miliardi di euro lo stanziamento per i prossimi 3-4 anni, un impegno preso dai ministri competenti nella riunione del novembre scorso a Siviglia con una cifra superiore di 2 miliardi rispetto al passato. In questo anche l’Italia ha fatto la sua parte aumentando il contributo che ci fa arrivare a pari merito, praticamente, con la Francia trai finanziatori dell’Agenzia spaziale europea, Esa. I programmi europei sono tutti tesi allo sviluppo della parte scientifica Marte fin da quest’anno con la fondamentale missione Exomars -, e al consolidamento dei sistemi di satelliti di utilità per l’osservazione della Terra, anche se i grandi progetti Copernicus, di rilevamento del nostro Pianeta, e Galileo, per il geo posizionamento, saranno gestiti ancora da una altra Agenzia alle dirette dipendenze della Ue.
Anche in questo caso quello che resta effettivamente in penombra è la parte relativa alla difesa spaziale, in un’Europa che sembra sempre più convinta a sviluppare una difesa comune, anche dallo spazio, ma sempre più incerta su come realizzarla.

Leopoldo Benacchio | Sole 24 Ore | 12.02.2020

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