Il 14 agosto andrò nel Carcere di Latina non solo per informarmi delle condizioni e delle problematiche delle persone detenute ma, anche, per offrire loro l’opportunità di costruire, anche da lì, il nuovo e il futuro, in grande. Una buona parte di coloro che costruirono gli Stati Uniti d’America erano fuoriusciti dalle galere europee, sognatori ed emarginati… Oggi, nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa c’è una questione che ammorba le opportunità di oltre mezzo miliardo di eurocittadini e di una federazione europea negata dalle patrie nazionali. C’è oggi una “Peste europea”, che proprio coloro che soffrono nelle carceri, i quali, pur nelle limitazioni della detenzione, hanno più tempo di altri per pensare ma anche per agire, possono aiutare a debellare. Così come i coloni fecero grande l’America, oggi, nella creazione della federazione europea, le colonie penali possono essere cinghie di trasmissione di un meccanismo che parta dalla madre di tutte le battaglie per il federalismo europeo: quella della lingua federale degli Stati Uniti d’Europa. Battersi per una patria europea comune che incarni nella comunicazione transnazionale le pari opportunità, e non l’esclusivo appannaggio per nascita dei madrelingua inglesi, è un movimento che dalle colonie penali può innescarsi come insegnamento di Giustizia verso chi, fuori, sta svendendo il Paese e i territori della mente di tutti i popoli non anglofoni dell’Europa.