Esce “L’insegnamento delle lingue straniere come politica pubblica” di François Grin

 E’ in distribuzione su http://www.lulu.com/content/6652897 il saggio L’insegnamento delle lingue straniere come politica pubblica di François Grin, docente di economia all’università di Ginevra.
Dopo esser stato redatto originariamente in lingua francese su richiesta dell’Alto Consiglio per la Valutazione della Scuola della Repubblica Francese, l’ERA ne propone oggi una traduzione in italiano per rendere accessibile il testo ad un pubblico più vasto e stimolare il dibattito sull’urgenza di un’equa politica pubblica da adottare per l’insegnamento delle lingue straniere in Europa.
L’obiettivo finale, quello di salvaguardare la diversità dell’ecosistema linguistico e promuovere un modello di comunicazione internazionale democratico che non favorisca ulteriormente l’attuale egemonia anglofona e il conseguente trasferimento di immense risorse materiali e simboliche verso i Paesi di lingua inglese.
Grin ci presenta un’analisi comparata di tre scenari alternativi di politica linguistica in Europa – il “tutto inglese”, il plurilinguismo e l’adozione dell’esperanto come lingua veicolare europea -, abbandonando un semplice approccio descrittivo in favore di una sistemazione coerente dei rispettivi vantaggi e svantaggi e di una quantificazione dei costi e benefici  che ne derivano in particolare per la Francia, allargando poi la prospettiva sugli altri paesi europei.
Alla fine, l’esperto di economia linguistica ci dimostra che, a lungo termine, lo scenario preferibile in termini di politica pubblica delle lingue è l’utilizzo dell’esperanto come lingua ufficiale degli scambi internazionali. Tra gli innumerevoli vantaggi,“un risparmio netto per l’Europa intera (Regno Unito e Irlanda compresi) di circa 25 miliardi di euro l’anno”, essendo il costo di apprendimento dell‘idioma “incomparabilmente basso, qualunque sia la lingua dello studente” . Utilizzata poi in un contesto plurilingue“che non riduce i costi ma le ineguaglianze fra i parlanti, se non per il fatto che gode di una grande accettabilità politica”, questa strategia sarebbe, inoltre, la sua“migliore alleata”.
Senza dubbio, lo scenario più conforme all’idea di un’ Europa costruita sulla diversità e parità di lingue e culture, perchè“nessun’altra alternativa garantisce un tale grado di equità tra i cittadini europei”.
Anche in questo caso, quella di Grin è una voce fuori dal coro, fatta non da un militante ma da un attento analista delle politiche linguistiche europee.

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