Non si puo non parlare dell'Ecuador senza menzionare la presenza sempre più importante del movimento indigeno.
In Ecuador circa il venticinque per cento della popolazione si definisce indigena, ovvero appartenente a una comunità autoctona, con una propria lingua specifica (quechua, schuar, secoya, ecc.), con tradizioni e costumi specifici, tra i quali, in alcuni casi, vi è l'uso comunitario della terra. Nel paese vi sono diciannove civiltà indigene distinte. Le comunità si sono mantenute culturalmente vive per cinque secoli, dopo la colonizzazione spagnola, grazie a un profondo sentimento di appartenenza al gruppo e alla terra. Non si tratta, ovviamente, di culture «pure», congelate in un punto del proprio processo storico. Ma non sono state nemmeno dei soggetti passivi; esse hanno modificato la cultura spagnola imposta dalla colonia e, corrispondentemente, hanno adattato e a volte modificato la propria visione del mondo.
In quanto culture coscienti delle proprie identità e diversità, hanno lottato per la difesa dei propri diritti, in alcune occasioni mediante la rivolta armata, ma nella maggior parte dei casi utilizzando metodi di resistenza non violenta. In questo secolo, a partire dagli anni '60, le comunità indigene hanno iniziato una paziente lotta, all'interno delle istituzioni, per la difesa delle terre. La mobilitazione degli indigeni è cresciuta riunendo i diversi gruppi etnici fino a che, alla fine degli anni '80, si è costituita la Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador), CO.NA.I.E., i cui principali obiettivi sono: il riconoscimento giuridico del carattere multietnico e multiculturale dello stato ecuadoriano, il sostegno delle lingue e delle culture autoctone, la difesa dei diritti di proprietà sulle terre. Al programma della Confederazione si sono integrate anche rivendicazioni di tipo ecologista, soprattutto in riferimento al rispetto della biodiversità della foresta amazzonica, gravemente minacciata dallo sfruttamento petrolifero, dai tagli boschivi e dalla contaminazione dei corsi d'acqua.
Il movimento indigeno coordinato dalla CONAIE ha conquistato un importante spazio politico nella vita del paese; ora, per la prima volta nella storia, rappresentanti dei vari gruppi etnici sono presenti nel Congreso Nacional (Parlamento), e alcuni comuni, soprattutto nella regione andina, sono amministrati da dirigenti indigeni. All'interno dell'Assemblea Nazionale Costituente i rappresentanti indigeni hanno sostenuto un progetto politico che ha ridefinito lo statuto giuridico dell'Ecuador come Confederazione di diverse civiltà ed etnie, per rendere ufficiale, e quindi legittimamente riconosciuta, una situazione di fatto che ha sempre caratterizzato il paese.
D'altra parte il movimento indigeno ha condizionato fortemente la vita culturale dell'Ecuador. Grazie all'appoggio di Organismi Non Governativi (ONG) e attraverso l'autonoma presa di coscienza delle comunità, si sono sviluppati importanti progetti, in particolare il Programma di Educazione Bilingue (su scala nazionale). Quest'ultimo consiste nell'offrire, nei centri abitati da indigeni, un insegnamento della scuola dell'obbligo non più basato sulla sola lingua spagnola, ma anche sulla lingua autoctona propria della comunità. Si sono anche sviluppati, talvolta parallelamente al Programma di Educazione Bilingue, importanti studi di tipo linguistico, soprattutto per quanto riguarda la lingua quechua, e si è proceduto alla scrittura, in lingua originale, dell'immenso patrimonio orale delle diverse culture (miti, leggende, racconti e tradizioni trasmessisi oralmente fino ai nostri giorni). Si sta quindi assistendo a una rinascita delle culture native indo-americane; e tale rinascita arricchisce il quadro culturale complessivo del paese.
Per concludere questa breve analisi sul contesto della cultura indigena in Ecuador, vale la pena riflettere sul fatto che la sua rinascita costituisce un aspetto contraddittorio della realtà nazionale. Infatti essa può essere interpretata come l'ultimo disperato tentativo di sopravvivenza nell'ambito di una società nella quale si è imposto il modello economico neoliberale, che a sua volta comporta il predominio dei valori materiali (la produzione e il profitto) su quelli umani e culturali.
(Ecuador Mochileros – 11° Giorno: Salinas de Guaranda)
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In Ecuador circa il venticinque per cento della popolazione si definisce indigena, ovvero appartenente a una comunità autoctona, con una propria lingua specifica (quechua, schuar, secoya, ecc.), con tradizioni e costumi specifici, tra i quali, in alcuni casi, vi è l'uso comunitario della terra. Nel paese vi sono diciannove civiltà indigene distinte. Le comunità si sono mantenute culturalmente vive per cinque secoli, dopo la colonizzazione spagnola, grazie a un profondo sentimento di appartenenza al gruppo e alla terra. Non si tratta, ovviamente, di culture «pure», congelate in un punto del proprio processo storico. Ma non sono state nemmeno dei soggetti passivi; esse hanno modificato la cultura spagnola imposta dalla colonia e, corrispondentemente, hanno adattato e a volte modificato la propria visione del mondo.
In quanto culture coscienti delle proprie identità e diversità, hanno lottato per la difesa dei propri diritti, in alcune occasioni mediante la rivolta armata, ma nella maggior parte dei casi utilizzando metodi di resistenza non violenta. In questo secolo, a partire dagli anni '60, le comunità indigene hanno iniziato una paziente lotta, all'interno delle istituzioni, per la difesa delle terre. La mobilitazione degli indigeni è cresciuta riunendo i diversi gruppi etnici fino a che, alla fine degli anni '80, si è costituita la Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador), CO.NA.I.E., i cui principali obiettivi sono: il riconoscimento giuridico del carattere multietnico e multiculturale dello stato ecuadoriano, il sostegno delle lingue e delle culture autoctone, la difesa dei diritti di proprietà sulle terre. Al programma della Confederazione si sono integrate anche rivendicazioni di tipo ecologista, soprattutto in riferimento al rispetto della biodiversità della foresta amazzonica, gravemente minacciata dallo sfruttamento petrolifero, dai tagli boschivi e dalla contaminazione dei corsi d'acqua.
Il movimento indigeno coordinato dalla CONAIE ha conquistato un importante spazio politico nella vita del paese; ora, per la prima volta nella storia, rappresentanti dei vari gruppi etnici sono presenti nel Congreso Nacional (Parlamento), e alcuni comuni, soprattutto nella regione andina, sono amministrati da dirigenti indigeni. All'interno dell'Assemblea Nazionale Costituente i rappresentanti indigeni hanno sostenuto un progetto politico che ha ridefinito lo statuto giuridico dell'Ecuador come Confederazione di diverse civiltà ed etnie, per rendere ufficiale, e quindi legittimamente riconosciuta, una situazione di fatto che ha sempre caratterizzato il paese.
D'altra parte il movimento indigeno ha condizionato fortemente la vita culturale dell'Ecuador. Grazie all'appoggio di Organismi Non Governativi (ONG) e attraverso l'autonoma presa di coscienza delle comunità, si sono sviluppati importanti progetti, in particolare il Programma di Educazione Bilingue (su scala nazionale). Quest'ultimo consiste nell'offrire, nei centri abitati da indigeni, un insegnamento della scuola dell'obbligo non più basato sulla sola lingua spagnola, ma anche sulla lingua autoctona propria della comunità. Si sono anche sviluppati, talvolta parallelamente al Programma di Educazione Bilingue, importanti studi di tipo linguistico, soprattutto per quanto riguarda la lingua quechua, e si è proceduto alla scrittura, in lingua originale, dell'immenso patrimonio orale delle diverse culture (miti, leggende, racconti e tradizioni trasmessisi oralmente fino ai nostri giorni). Si sta quindi assistendo a una rinascita delle culture native indo-americane; e tale rinascita arricchisce il quadro culturale complessivo del paese.
Per concludere questa breve analisi sul contesto della cultura indigena in Ecuador, vale la pena riflettere sul fatto che la sua rinascita costituisce un aspetto contraddittorio della realtà nazionale. Infatti essa può essere interpretata come l'ultimo disperato tentativo di sopravvivenza nell'ambito di una società nella quale si è imposto il modello economico neoliberale, che a sua volta comporta il predominio dei valori materiali (la produzione e il profitto) su quelli umani e culturali.
(Ecuador Mochileros – 11° Giorno: Salinas de Guaranda)