Sarkozy, dopo Blair, vuole un referendum. Che diventerà un problema
Nel corso del consiglio nazionale dell'Ump, il partito di maggioranza in Francia, i delegati si sono espressi per il 72 per cento a favore di un referendum popolare come strumento di ratifica della Costituzione europea, una volta che questa sia stata concordata tra i governi dei 25. Il primo a esprimere questa opinione, diversa da quella del presidente Jacques Chirac che continua a ritenere che non sia ancora il momento di decidere sulla forma parlamentare o popolare della ratifica, è stato il ministro dell'Economia, Nicolas Sarkozy. Il presidente dell'Ump, Alain Juppé, fedelissimo del presidente, non se l'è sentita di sfidare apertamente Sarkozy e ha firmato l'emendamento. A questo punto, dopo che anche i socialisti, l'estrema sinistra e l'estrema destra avevano chiesto la ratifica popolare, sarà quasi impossibile evitare il referendum. E' evidente che questa scelta della Francia, ormai assai probabile, è l'effetto di quella, analoga, annunciata da Tony Blair. E che finirà con l'estendersi a macchia d'olio in tutto il continente. Si tratta di una scelta democratica, ma ciò non toglie che possa complicare seriamente il precorso della costituzione europea. Non sono pochi infatti i paesi in cui esiste un concreto rischio di bocciatura. Polonia e Spagna, per cominciare, che dovranno accettare un ridimensionamento del loro peso rispetto a quello sancito nel trattato di Nizza, e che per questo si erano opposti all'adozione del nuovo trattato durante la presidenza europea dell'Italia. Persino in Francia si presenta qualche rischio. Infatti col nuovo trattato Parigi perde la parità di voto con Berlino e finirà, per effetto della situazione demografica, a scendere in. quarta posizione, dopo l'Italia e la Gran Bretagna. Se l'euroscetticismo della destra e della sinistra estreme si sommerà alla delusione di settori nazionalisti e a un vasto astensionismo, anche qui ci potrebbero essere sorprese. Per queste ragioni è comprensibile la cautela di Chirac, che tuttavia difficilmente potrà fermare l'effetto domino della scelta britannica, con esiti imprevedibili.