E la lingua italiana?
IN FRANCIA il francese, in Inghilterra l'inglese, in Germania il tedesco e così via, ma in Italia? A volte bisognerebbe porsi anche domande del genere nonostante la loro stranezza:”Quale è la nostra lingua?” Con i tempi che corrono niente è più certo; e ciò che ieri poteva reputarsi “palese” e “scontato”, oggi, è sicuramente stato messo in dubbio da qualcuno o qualcosa! E allora che fare? Bisogna ricorrere alle maniere forti e far divenire ciò che appare più giusto una legge o addirittura un articolo della Costituzione. Per anni tutti hanno avuto la convinzione che la nostra lingua madre fosse “l'italiano” e di conseguenza non si è mai sentito il reale bisogno di trascrivere questo tra i numerosi articoli della Costituzione; ma stando a quanto si dice nella Camera dei Deputati, si va ormai verso un assetto istituzionale della nostra Repubblica che prevede una forte valorizzazione delle autonomie locali, ed è perciò necessario sottolineare alcuni elementi costitutivi dell'unità nazionale, tra i quali il ruolo della lingua italiana che può essere definita come uno dei fattori identificanti della comunità nazionale. Questa iniziativa, però, ha trovato la quasi totale disapprovazione di tutte quelle lingue minoritarie o diversità locali che sono citate dall'articolo 6 il quale, pur nella sua laconicità, impedisce le pratiche discriminatorie a danno di esse e garantisce la loro conservazione! Ci si chiede, dunque, se un totale decentramento del nostro Stato e, quindi un sistema federativo, possa o no aiutare l'Italia a rafforzare la propria immagine; o ancor più semplicemente ci si domanda se sarebbe positiva una situazione in cui ci siano ben venti lingue diverse una per ogni regione. Sono numerosissimi i dialetti che caratterizzano ogni città e ogni paese d'Italia, ma nessuno è riuscito ad assumere un' importanza extra- regionale al pari del “toscano”, linguaggio utilizzato dai più grandi autori del passato, come Petrarca, Boccaccio e Dante per comporre le loro più celebri opere. Gli stessi puristi linguisti dell' “Accademia della Crusca”,la più autorevole scuola della lingua italiana, difendono il toscano riconoscendo ad esso la derivazione dell'italiano. Oggi, l'articolo 12 della Costituzione italiana viene completato con l'aggiunta di una nota concernente il riconoscimento della lingua italiana, quale lingua ufficiale della Repubblica “La lingua italiana è la lingua ufficiale della Repubblica” Si vuole, sì, sottolineare l'importanza della lingua italiana, ma una semplice modifica non basta. I primi a doverla valorizzare dovremmo essere noi italiani approfondendo lo studio della medesima e utilizzando strutture grammaticali corrette,soprattutto in questo periodo in cui si parla tanto di “GLOBISH”, di inglese globale che può diventare l'idioma mondiale, ma principalmente si parla di una lingua (inglese) che secoli fa sfidò il latino, che secondo Nicholas Ostler avrebbe avuto un futuro brillante, e che oggi continua a sfidare tutte le lingue del mondo! Non focalizziamo la nostra attenzione soltanto sull'inglese, ma continuiamo a potenziare la conoscenza della nostra madre lingua patrimonio della nostra cultura. In questo la televisione e gli altri mezzi di comunicazione di massa, sicuramente potrebbero svolgere un ruolo fondamentale visto che molti programmi televisivi sono ampiamente seguiti proprio dai giovani! Oggi si lavora in ogni campo per “salvare la pace”io pacificamente dico soltanto: “Salviamo la lingua italiana!!!”
Chiara Gaglione – III D
mercoledì 16 maggio
www.iltempo.it
E la lingua italiana?
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