Dopo Parigi anche Londra dice sì così l`Europa delle nozze omosex
di ENRICO FRANCESCHINI
La lunga marcia dei gay per la parità dei diritti compie un altro passo avanti. Dopo Olanda e Belgio, dopo Spagna e Scandinavia, dopo Sud Africa e Argentina, dopo la Francia socialista di Francois Hollande, anche la Gran Bretagna del conservatore David Cameron ha approvato con un voto della camera dei Comuni, 400 sì e 175 no, il matrimonio omosessuale, sia con rito civile che con rito religioso, perlomeno per le confessioni che lo accetteranno. Un sì non ancora definitivo, perché serve l’approvazione della camera dei Lord, che voterà in maggio. Una decisione che spacca il governo, con la rivolta di più di cento Tories che votano contro, affermando scandalizzati che il provvedimento porta le relazioni umane «in una dimensione orwelliana». Ma la svolta è compiuta e non si torna indietro. L’Europa intera volta pagina, con un percorso iniziato più di dieci armi fa in Olanda, primo paese a dare alle coppie gay gli stessi diritti di quelle etero, adozione compresa, già nel 2001, poi proseguito passando per paesi cattolici come Spagna (nel 2005) e Portogallo (2010), un viaggio accompagnato da polemiche e proteste e che però ormai sembra accettato, benvenuto dai più.
«Il matrimonio trai gay non indebolisce la famiglia, bensì rafforza famiglia e società», afferma il premier britannico.
«L’amore tra persone dello stesso sesso non è diverso da quello tra persone di sesso opposto», gli
fa eco il suo ministro della Cultura Maria Miller. E in una lettera aperta al proprio partito, pubblicata dal quotidiano conservatore Daily Telegraph, i tre ministri più importanti, quello del Tesoro George Osborne, degli Esteri William Hague, degli Interni There sa May, esortano i deputati Tories A «riconoscere che il matrimonio si è evoluto». Per l’opposizione la burista parla l’exministro Yvette Cooper, usando argomenti simili: «Chi si ama deve potersi sposare. Mettiamoci dalla parte giusta della storia».
E in quest’aula che ospita la democrazia più antica (dell’era moderna) pare proprio di sentire l’alito della storia, che cambia, si evolve, si adegua- sebbene l’omosessualità fosse accettata già al tempo di quell’altro parlamento, il primo davvero, nell’Atene di Sofocle e Platone. La destra più retriva si rivolta stupefatta: «Il matrimonio è un atto tra un uomo e una donna», dice il parlamentare Roger Gale, «è così storicamente e così deve rimanere.
Volere modificare questo lessico familiare significa entrare nel paese delle meraviglie di Alice, in una dimensione orwelliana».
Ma Cameron gli risponde con l’argomento su cui punta da sempre: «Noi siamo per il matrimonio
gaynon a dispetto del fatto che siamo conservatori, ma proprio perché siamo conservatori».
Il matrimonio, intende il premier, è un istituto che rafforza e conserva la famiglia. Estenderlo
ai gay vuol dire allargare i valori conservatori.
A Parigi, naturalmente, il presidente Hollande lo vede in altro modo, come un allargamento di
valori liberali, di diritti civili, di liberté, egalité, fraternité, capisaldi del pensiero di sinistra. Forse
è vero che in questo ambito la differenza tra destra e sinistra si riduce: la sfida è tra chi vuole rinnovare e chi vuole mantenere tutto come una volta. Oppure è vero quel che afferma Nick Robinson, commentatore della Bbc: «I deputati conservatori si oppongono al progetto perché capiscono di essere loro il drago che Cameron vuole uccidere». In ballo per Cameron ci sarebbe la modernizzazione del partito, lo sforzo di prendere voti in serbatoi più grandi, non solo e non tanto i diritti dei gay. Ma quali che siano le ragioni, non c`è dubbio che la società britannica sia pronta. Otto anni dopo la legge sulle unioni civili voluta da Tony Blair, che portò alla "civil partnership" tra Elton John e il suo compagno, il Regno Unito non vive più l’omosessualità come una diversità: il cantante e il suo uomo, per dirne una, hanno avuto da poco il loro secondo figlio (con madre surrogata). Solo la Chiesa anglicana, che si è schierata contro, e le retrovie della destra conservatrice rifiutano di vedere la realtà. Con i voti di una minoranza dei Tories e della quasi totalità di laburisti e liberal-democratici, le nozze gay stanno dunque per diventare legge anche qui. Un altro piccolo passo avanti per gli omosessuali, un grande balzo per l’umanità.
(Da La Repubblica, 6/2/2013).