Scuole elementari pubbliche bilingue dal prossimo anno scolastico. Con tanto di inglese curricolare. Così ha deciso l’ufficio regionale del ministero dell’Istruzione che, prima regione in Italia partirà da settembre con un progetto pilota destinato a rivoluzionare l’insegnamento della lingua straniera fin dai sei anni di età. Un’opportunità della quale finora si erano potuti avvantaggiare solo gli studenti delle scuole private. Nei giorni scorsi il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio ha firmato un accordo con il British Council per dare l’avvio al progetto. L’introduzione dell’«inglese diffuso» prenderà il via a settembre: al momento le scuole già selezionate sono cinque, ma in via Ripamonti hanno aperto a tutti le candidature. Il progetto prevede che l’inglese verrà utilizzato in modo veicolare per l’insegnamento di musica, arte e immagine, attività motorie, geografia e laboratorio. In tutto sei-sette ore settimanali per le classi prima e seconda che diventeranno nove negli ultimi tre anni di scuola primaria. «L’insegnamento bilingue offre ai bambini una preparazione valida per vivere in un mondo in cui l’inglese, più che una lingua straniera, diventa una competenza di base utile per interagire con altre culture», specifica la responsabile del progetto Gisella Langè. Se i bambini inizieranno a settembre, non così gli insegnanti per i quali il Miur ha predisposto corsi e formazione sin da ora. Ed è questa forse la nota dolente dell’intero progetto. «I nostri insegnanti non conoscono a sufficienza l’inglese – spiega Langè -. Per questo la selezione delle scuole è molto rigida». Intanto è auspicabile la partecipazione dell’intera scuola. Il progetto si ispira fortemente alla politica di pari opportunità del British Council. Ciò significa che, in linea di principio, se una scuola chiede l’accesso al progetto, può iniziare con un’impostazione a doppio indirizzo (almeno 50% delle classi prime) nei primi 2-3 anni da ampliare gradualmente al fine di pianificare il coinvolgimento dell’intera scuola. I docenti che partecipano al progetto devono essere a tempo indeterminato per garantire la continuità temporale dell’insegnamento bilingue agli alunni coinvolti. La competenza per la lingua inglese deve essere pari al Livello B2 il che significa che su una scala da uno a sei lo devono conoscere almeno al livello quattro. Da febbraio partiranno i corsi (gratuiti) per i docenti selezionati. Ma non solo. È richiesto l’assenso non solo degli insegnanti, ma anche dei genitori. «La partecipazione al progetto richiede un forte impegno in termini di tempo da dedicare all’insegnamento attraverso la lingua inglese sin dall’inizio – spiega Gisella Langè -. Ciò comporta un minimo di 4-6 ore settimanali nel primo anno della scuola primaria, per aumentare a 7-9 ore settimanali negli anni successivi (25% delle ore curricolari). Le aree curriculari da realizzare in inglese non devono essere quelle meno impegnative da un punto di vista cognitivo, al contrario. Italiano escluso, matematica, ma anche storia e geografia, potranno essere insegnate in lingua inglese».
Fonte: http://www.ilgiornale.it/milano/da_settembre_scuole_bilingue_si_parla_inglese/16-01-2010/articolo-id=414248-page=0-comments=1[addsig]