Bruxelles (Parlamento Europeo)
25 febbraio 2013
Disoccupazione, lavoro part time e tagli ai servizi sociali: la crisi economica ha avuto delle conseguenze pesanti sulle condizioni di lavoro delle donne in Europa. La ripresa economica dipende non potrà essere possibile senza la loro partecipazione: cosa intende fare l’UE per facilitare questo processo? Martedì 19 febbraio, la commissione dei Diritti delle donne ha approvato una relazione sul miglioramento della vita delle donne in Europa.
Se le donne sono generalmente meno pagate e hanno meno garanzie sul lavoro, sono anche le più esposte durante un periodo di crisi. La deputata francese Elisabeth Morin-Chartier, relatrice per il PE del dossier sulle conseguenze della crisi sulle donne, ha sottolineato: “All’inizio della crisi economica gli uomini sono stati le prime vittime, ma oggi le donne si trovano di fronte ad una crisi silenziosa che peggiora le condizioni di lavoro”.
Il numero di donne che lavorano part time è di gran lunga superiore rispetto agli uomini. E sono anche le prime vittime dei tagli agli aiuti sociali, perché si addossano solitamente le responsabilità familiari: sono le prime a dover lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. Per non parlare delle donne single. Lo scarto medio dei salari tra uomini e donne rimane del 17%.
Come uscire dall’impasse?
La relazione adottata martedì include una serie di pratiche per migliorare la situazione delle donne lavoratrici:
– gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le donne imprenditrici;
– gli asili aziendali dovrebbero essere una priorità;
– l’uguaglianza tra generi dovrebbe essere integrata in ogni politica economica e di lavoro della Commissione europea, ed anche nel piano finanziario pluriennale.
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