COLOMBIA: Anaya, Relatore ONU per i popoli indigeni, denuncia le gravi violazioni ai diritti umani perpetrate contro i popoli indigeni
Anaya, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani e delle liberta’ fondamentali dei popoli indigeni lunedi’, alla fine dei cinque giorni di viaggio in Colombia, ha dichiarato che i popoli indigeni di Colombia si trovano in una situazione seriamente preoccupante per quanto riguarda la situazione dei diritti umani. Secondo Anaya la gravissima situazione dei popoli indigeni in Bolivia denunciata nel 2004 dal rapporto di Rodolfo Stavenhagen, suo predecessore, rimane invariata nonostante poche iniziative portate avanti negli ultimi anni dal governo colombiano.
I popoli indigeni di Colombia sono soggetti a spostamenti forzati e sono oggetto di strumentalizzazione e ripercussione nella lotta tra FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) e forze governative. Durante la visita di Anaya rappresentanti indigeni sono stati assassinati.
Il Relatore Speciale ha denunciato le violazione dei diritti umani nei confronti degli indigeni sia da parte dell’esercito che delle FARC, donando a queste ultime il primato nelle violazioni.
Anaya ha fatto appello al governo colombiano affinche’ non usino gli indigeni come informatori nella loro lotta alla guerilla, chiedendo inoltre di rispettarne l’autonomia territoriale, preoccupandosi di negoziare con le autorita’ locali la necessita’ o meno della loro presenza sul territorio.
Anaya ha visitato le provincie di Nariño e Cauca, incontrando rappresentanti indigeni e governativi.
Nel Nariño ha parlato con gli indigeni Awa, sfollati in seguito all’intensificarsi della guerra civile degli ultimi cinque anni e all’uso di defoglianti spruzzati dagli aerei governativi nel contesto della lotta al narcotraffico, che hanno contaminato non solo le piante, ma anche il bestiame e la salute delle persone. Nel febbraio otto Awa sono stati uccisi dalle FARC con l’accusa di spionaggio per il governo.
Nel Cauca, Anaya ha visitato il movimento indigeno che nell’ottobre 2008 aveva effettuato una protesta di sei settimane repressa violentemente dalle forze governative e che nel novembre aveva incontrato il Presidente Alvaro uribe. Nel dicembre il marito di Aida Quilcue’, leader del movimento, e’ stato assassinato sotto una pioggia di proiettili e nel maggio di quest’anno l’unica figlia della coppia, appena dodicenne, e’ stata arrestata.
La situazione nella ragione resta critica e durante la visita di Anaya sono continuati a verificarsi omicidi di indigeni.
Responsabili degli omicidi sembrano essere sia le forze governative, sia le FARC.
Secondo l’Organizzazione degli indigeni di Antiochia (OIA) le comunita’ native di Antiochia sono frequentemente accusate di supportare una parte o l’altra del conflitto, divenendo cosi’ target nella guerra civile. L’OIA chiede che gli indigeni vengano trattati in modo neutrale.
L’ONIC (Organizzazione nazionale degli Indigeni di Colombia) denuncia la pratica dell’esercito di usare bambini per tradurre in lingue indigene i propri messaggi e gli inviti alla guerilla a deporre le armi, soprattutto nelle zone al confine con Panama, nel Cauca e nella regione amazzonica. L’uso dei bambini come interpreti per l’esercito, secondo l’organizzazione, comporterebbe il loro coinvolgimento nel conflitto, violandone i diritti.
L’ONIC ha inoltre documentato lo spostamento forzato di ben 3.100 indigeni dall’inizio del 2009, un dato doppiamente allarmante se comparato col dato dello spostamento forzato di 3.312 indigeni nell’intero anno 2008. ONIC documenta inoltre 60 omicidi di indigeni compiuti per motivazioni politiche (99 omicidi politici di indigeni nel 2008).
Fonte: Inter Press Service, 29 luglio 2009