Cittadini del mondo crescono: le lingue starniere restano l’ostacolo

Da Repubblica.it del 5 agosto 2008

L'anno scorso più di mille ragazzi hanno hanno frequentato scuole di altri Paesi. La meta preferita rimangono gli Usa, ma prendono quota anche i Paesi emergenti.

Gli studenti vengono ospitati da famiglie locali, a disposizione 250 borse in piùGli ostacoli rimangono la diffidenza di alcuni professori e le lingue straniere

MILANO – La vita è un viaggio da fare a piedi, scriveva il grande Bruce Chatwin. Questo, per fortuna, vale ancora ai tempi di Google e del mondo virtuale, delle chat e dei videofonini. La “Generazione Intercultura” è quella che pur avendo quelle caratteristiche anagrafiche, non si ritrova nelle etichette che ogni tanto si leggono sui giornali, quasi sempre negative. Ragazzi che preferiscono conoscere il mondo con i propri occhi e decidono di passare un periodo dei loro studi superiori all'estero. L'anno scorso sono stati in 1.178 a partire. Alle mete classiche, come gli altri Paesi europei, gli Stati Uniti e l'Australia, si aggiungono sempre più spesso scelte più coraggiose, come i Paesi di lingua araba, la Cina o il Sud Est Asiatico. Sono più di cinquant'anni che Intercultura, una onlus che va avanti grazie al volontariato di molti “returnees”, permette ai ragazzi di partire e conoscere altre culture. I soggiorni hanno una durata che va dai due mesi a un anno. I giovani vengono ospitati da famiglie locali a titolo gratuito e la convivenza crea spesso legami indissolubili. “E' un'iniziativa consolidata – spiega Paola Giamminola, addetto stampa dell'associazione – un'esperienza che rimane nelle loro vite, che crea rapporti stabili nel tempo e accresce enormemente chi vi partecipa. Il progetto pilota Erasmus Junior ha contribuito ad aumentare l'attenzione su questi programmi”. <­ /script>Il costo annuale varia da un minimo di 800 euro a un massimo di 12.400 euro, a seconda della fascia di reddito. Due le novità del bando 2008/2009, che scade il primo novembre ed è aperto ai ragazzi nati tra il primo luglio 1991 e il 31 agosto 1994. Il limite per chiedere agevolazioni economiche è stata innalzato a 90 mila euro di reddito e saranno disponibili 250 borse in più rispetto alle 345 dell'anno passato, offerte da enti pubblici e privati. Maggiori informazioni sulla presentazione delle candidature possono essere trovate sul sito dell'organizzazione www.intercultura.it. I nuovi Paesi in un cui è possibile passare l'intero anno scolastico sono Argentina, Brasile, Giappone, Malesia, Portogallo e Thailandia. La meta più gettonata restano gli Stati Uniti. Ma sono sempre di più gli studenti, che oltre ai posti più consolidati, come l'Australia o i vari Stati europei, scelgono altre destinazioni. In 25 hanno optato per la Cina nel 2007/2008 e altri 26 vi hanno frequentato dei corsi estivi. Esperienze che incidono in maniera profonda, dal punto di vista formativo e umano. “Sul traghetto tra la parte occidentale e quella orientale di Istanbul – racconta Giacomo, ritornato dalla Turchia – il sole si staglia dietro la città e il nero profilo delle moschee nel cielo toglierebbe il fiato a chiunque. Io sono quasi morto dall'emozione. Mi sono trovato molto bene, i turchi sono un popolo caloroso e amichevole”. Una ricerca Ipsos punta però il dito sugli ostacoli che rendono ancora difficili questo tipo di scambi, in uno scenario in cui la “formazione internazionale interculturale” dei giovani è considerata ormai unanimemente “una priorità”. “I ragazzi italiani si dimostrano interessati verso i coetanei di altri Paesi, ma sono insicuri di fronte alle lingue straniere, al cibo diverso e alle differenze di vita – si legge nel rapporto – Le loro famiglie si dichiarano aperte e favorevoli ad occasioni di incontro con lo “straniero” ma poi le vivono con disagi e resistenze. Si privilegiano esperienze protette, organizzate, di breve durata, finalizzate allo studio dell'inglese e non interferenti con il percorso scolastico”. Le scuole ritengono che un'esperienza all'estero arricchisca l'apprendimento e “costituisca un'importante palestra”, quasi tutti i direttori scolastici sono favorevoli e il 60 per cento addirittura entusiasti. Ma nella pratica quotidiana gli insegnanti sono spesso fra chi più dissuade da questo progetto educativo. Dice uno studente intervistato: “I miei professori mi hanno detto che siccome là alcune materie non si fanno e nel liceo classico sono fondamentali, potrei rischiare di dover rifare l'anno e di dover studiare chissà quanto quando torno”.

Questo messaggio è stato modificato da: EleonoraMongelli, 05 Ago 2008 – 02:20 [addsig]

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