C’è un nuovo Dio in Europa

LIBERO 13.10.2004 p. 1

C'è un nuovo dio in Europa


Non andrà lontano un'Europa così meschina, che ha paura della sua ombra e che somiglia piuttosto ad un club di mercanti, nichilisti e giacobini, più contorno di tecnocrati e omosessuali militanti. Mi fa un po' schifo sentirmi europeo, ogni giorno di più. Quest'Europa che ha avuto paura di citare nella sua carta d'identità le sue accertate origini cristiane, fregandosene pure dell'appello del Papa. Quest'Europa che per aver espresso un'opinione diversa sui gay e sulla famiglia, boccia un rispettabile filosofo, colpevole di essere cattolico e di aver annunciato che non avrebbe mai derogato ai suoi principi morali. Dovremmo cercarli con la lanterna politici che usano riferirsi ai principi, e invece li cacciamo e li trombiamo. Se poi un ministro per bene come Tremaglia nota in modo un po' rude che si può maltrattare la famiglia e il sentire comune ma guai a toccare gli omosessuali, viene massacrato in diretta.
Non butto via l'Europa nel nome di Rocco Buttiglione, che pure da ieri ha accresciuto enormemente la sua reputazione ai miei occhi sicuramente non democristiani, non preteschi e non centristi. Ma mi dà nausea un'Europa che si inginocchia così penosamente allo Spirito del Tempo, al Progressismo sessuale e nel nome della tolleranza sfoggia un'Intolleranza così becera, contro se stessa prima che contro il povero professor Buttiglione. Che avrà da cristiano la consolazione del martirio; gli hanno allestito una Vandea ad uso personale.
Quando uno Stato o una Civiltà non ha il coraggio della propria identità e provenienza o deve ricorrere a odiose discriminazioni perché ha paura di non essere al passo delle lobbicine che somministrano il politically correct, allora il suo destino è una indecorosa decadenza. Lo insegnava un sociologo ed economista tutt'altro che bigotto, Vilfredo Pareto. Fui facile profeta nel dedicare un capitolo del mio libro I vinti, al Papa e al cristianesimo, trattandoli tra i perdenti, soprattutto in Europa. Euro-sconfitto è il cristianesimo nonostante il partito di maggioranza in Europa sia d'ispirazione cristiana e nonostante la stragrande maggioranza dei suoi cittadini sia stata battezzata nel nome di Cristo. Non sono però del tutto convinto di quel che scriveva ieri Renato Farina nel suo bell'articolo: sarebbe andata meglio a don Rocco se si fosse fatto islamico, dice Farina. Sarà pure vero, ma il problema principale dell'Europa non è l'avanzata dell Islam ma la ritirata dell'Europa medesima. Non è una nuova fede che sta mangiando l'Europa ma l'assenza di ogni fede, principio e l'oscuramento di ogni tradizione. Non è Allah che si allarga, è Cristo che si restringe per far posto ad un Dio misterioso dal nome finto orientale, che chiamerò Kazzimiei. E’ lui, il nuovo dio introverso di quest'Europa egoista e nichilista che pensa con la pancia e il sottopancia, defeca col cervello e procrea con la provetta. Unica fede: i diritti dell'omo (senza u). Un'Europa che rinuncia al suo Dio, che demolisce la famiglia e riduce la patria al luogo e al momento in cui si prova piacere, non è una Civiltà ma un dormitorio di cinici con la fogna a cielo aperto. Se Buttiglione fosse stato un adepto della setta di Kazzimiei, oggi sarebbe commissario. Se si fosse dichiarato satanista l'avrebbero tollerato, ma, cristo, cattolico no. Per una volta un uomo politico ha voluto tener fede ad un principio, ad un valore, ad una cosa in cui crede ed è stato massacrato. Ministri pedofili in Europa l'hanno fatta franca, Rocco no, l'ha fatta sporca. Aveva pure l'aggravante di essere mandato da Berlusconi, ma non si offenda il Cavaliere se attribuisco ad un Dio un po' più importante di lui la causa della bocciatura di Buttiglione. Anzi, per essere più salomonici, dirò che l'Europa è oggi un salame andato a male, schiacciato in un sandwich: la parte inferiore è l'Islam che incede dal basso e la parte superiore è il nichilismo euro-occidentale che incombe su di noi. Sciagurata mi sembra l'idea di far entrare la Turchia in Europa, diventerebbe la nazione leader per potenza demografica, sarebbe il corridoio per gli islamici, l'intrusione dell'estraneo nella civiltà europea, darebbe l'alibi a tutto il Medio Oriente di chiedere l'iscrizione al club europeo, con tempeste di sabbia e di sangue. Il cammino dell'Europa: dall'euro alla neuro.
È schiacciata l'Europa, tra i fanatici di fuori e i vigliacchi di dentro, in balia di mezzelune e mezzecalzette. Quell'aria da obitorio dei padiglioni di Bruxelles, quei corridoi squallidi tra la banca e 1 ospedale. No, non voglio far parte di quest'unione europea, mi dimetto da cittadino europeo, lasciatemi la cittadinanza impolitica di italiano, mediterraneo e greco-romano, o quella universale di cattolico. Non so che farmene di tutte quelle stellette del simbolo europeo che girano a vuoto come le teste bacate dei suoi leader, che abitano uno spazio deserto di valori e di persone e che sembrano il marchio di una casa di produzione cinematografica piuttosto che la bandiera di una civiltà antica, nobile e onorata. Regalatele al prossimo gay pride, che merita a questo punto di diventare la festa ufficiale dell'Unione europea. Un'Europa così non ha futuro, non farà mai figli. Qualcuno dice che il simbolo stellare dell'Unione europea evoca le stelle che ruotano intorno alla Madonna del Rosario. Ma a giudicare dai suoi atti, si direbbe che gli eurocrati si siano tenuti l'aureola di stelle e abbiano strangolato la Madonna col rosario. Pregate il nuovo dio d'Europa, Kazzimiei.
Di Marcello Veneziani.

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