IL GIORNALE 12.10.2004 pg.3
Buttiglione cade nell'imboscata europea
La commissione Giustizia del Parlamento di Strasburgo non vuole l'ex ministro nel governo della Ue
Un cartellino rosso per Rocco Buttiglione e un paio di «gialli» sull'inattesa bocciatura, per via della macchinosità burocratica del sistema europeo, piombano sulle già intricate vicende della Ue.
L'agguato al designato commissario italiano a Libertà, Giustizia e Interni era già nell'aria – dopo gli attacchi portatigli la scorsa settimana nel corso dell'audizione – ma il suo dipanarsi ha fornito ulteriore alimento a chi sospetta che dietro il «no» ci sia ben altro, rispetto alle accuse di chi ha visto Buttiglione poco tenero con le coppie gay e propugnatore di una famiglia cattolica vecchio stampo. Già è parso strano che tra i coordinatori dei diversi gruppi della commissione Libe (Libertà, Giustizia e Affari interni), prima del voto, non si trovasse una intesa su un testo da condividere. I Popolari europei, che sostenevano la candidatura di Buttiglione, avevano messo a punto un testo che impegnava il commissario designato al rispetto di alcune condizioni. Ma al centrosinistra, perché a socialisti, verdi e sinistre estreme si sono aggiunti anche i liberali, non è bastato. Di qui il passaggio a un primo voto: volete o no Buttiglione vicepresidente e commissario? 27 i responsi negativi contro 26 sì. Esattamente come si prevedeva, dati gli schieramenti dei 53 membri della commissione. A questo punto il primo giallo: su una decina di schede appariva una croce sul sì e un cerchio attorno al no o viceversa. Regolare? Mica tanto. Ma il presidente, il francese Bourlanger, dava per buone le x e dunque il voto passava agli atti. Secondo voto su un’altra domanda: siete favorevoli o no a Buttiglione sempre vicepresidente di Barroso ma con altro portafoglio? A questo punto i no diventavano 28 e i sì 25. Un’altra bocciatura, dunque? Per i popolari non è così. Sostengono di aver votato no per impedire che Barroso spostasse Buttiglione ad altro incarico. A sinistra replicano che si tratta di una nuova, chiara bocciatura. Anche se propro un italiano, Michele Santoro, non nega che i popolari abbiano votato per il no, in modo da rendere più difficile lo stato delle cose. Boulanger pare dare ragione alle sinistre, in quanto sostiene di aver spiegato chiaramente che in caso di doppio voto negativo il candidato sarebbe stato ricusato. Ma per il Ppe è il suo vice, l’italiano Stefano Zappalà, che rende noto come ci fu una indicazione del genere, ma il 6 ottobre scorso e solo via e-mail. Dunque senza formale messa in guardia. E dunque i popolari (Ppe) si apprestano quest’oggi a un ricorso formale contro la decisione della commissione. Chiederanno al presidente del Parlamento- cui intanto ieri sera Bourlanger ha scritto una missione in cui evidenzia l’andamento delle cose in commissione- di tener conto che il secondo voto espresso negava che Buttiglione potesse essere spostato ad altro incarico. Per loro, in sostanza, il secondo voto contraddice e annulla il primo. Un pasticciaccio, quello brussellese, cui tra l'altro occorre aggiungere che la seconda commissione davanti alla quale si era presentato Buttiglione, quella degli Affari giuridici guidata dall'italiano Gargani, ha dato invece il via libera senza problemi al commissario designato. Per il successore di Prodi alla guida della Ue, il portoghese Durao Barroso, un bel pasticcio. Perché è vero che la Commissione sarà votata il 27 a Strasburgo nel suo insieme, ma è anche vero che è la prima volta che uno dei prescelti riceve un no e che l'Europarlamento è suscettibile sulle sue (scarse) prerogative. Sostituirà allora Buttiglione? Gli cambierà mansioni o terrà duro? La soluzione è attesa a breve.
Di Alessandro M. Caprettini
Questo messaggio è stato modificato da: Daniela.Tanzillo, 12 Ott 2004 – 13:05 [addsig]