"Basta sangue sulla Cecenia l’Europa fermi l’ira di Putin"

Parlala giornalista russa Anna Politkovskaia che ha denunciato i crimini di Mosca nella regione

“Basta sangue sulla Cecenia l'Europa fermi l'ira di Putin”

MOSCA – «Kadyrov ormai non andava bene piu a nessuno. Irritava Mosca parlando dei civili spariti, non arginando il terrorismo e non riuscendo a uccidere i leader indipendentisti. Umiliava i ceceni con crudelta inaudite. Si era messo contro l'esercito affidando tutto il potere alla guardia comandata dal figlio. Era molto attivo solo nel settore del petrolio. La sua morte colpisce il suo clan, ma e un messaggio diretto al Cremlino: le scelte di Putin si confermano sbagliate eoralasituazione diventa in-controllabile». Anna Politkovskaia, dopo l'attentato a Grozny, rilancia le sue denunce e la richiesta di una trattativa politica che metta fine alla guerra in Cecenia. Nessuno come lei, autrice di «Cecenia, il disonore russo» conosce i segreti e le nefandezze del conflitto. Per Novaia Gazeta e stata decine di volte in Cecenia: la sola giornalista a raccontare dal campo eccidi, violenze e tradimenti, a smascherare le bugie dei comunicati ufficiali.Chi sta dietro la strage allo stadio e l'assassinio diKadyrov?«Si possono fare solo ragiona-menti logici. Da due anni si sentiva braccato, le sue guardie del corpo sono efficienti come quelle di Putin. Le misure di sicurezza erano rigide, nessuno poteva avvicinarsi. E' impensabile che lo stadio di Grozny, da settimane, non fosse setacciato al millimetro».Pensa che sia stato tradito dai suoi uomini?«Dico che si tratta di un atto di terrorismo politico eseguibile solo da chi poteva stare molto vicino a Kadyrov. Vicino che piu vicino non si puo».Esclude quindi la guerriglia indipendentista, le milizie di Bassaev, o di Maskhadov?«Nulla, in Cecenia, si puo piu affermare o scartare. Giravano chiacchiere che Khadirov non andasse piu bene aMoscaperché non passava mai ai fatti, ma pure la sua gente non sopportava piu i «kadyrovitsi», guidati dal figlio Ramzan. Apparentemente oggi i meno interessati alla sua eliminazione, nonostante la taglia offerta, sono proprio Bassaeve Maskhadov. L'assassinio non fara che giustificare un'offensiva ancora piu dura di Putin contro di loro».Un attentato il 9 maggio, a due giorni dall'insediamento di Putinperilsecondomandato,e uno schiaffo diretto al Cremlino?«Anche, ma io credo che sia casuale. Gli attentatori hanno agito quando si è presentata l'occasione. La decisione erapresadatempo. L'eliminazione di Kadyrov apre un sacco di partite: quella tra i clanperl'enorme business della guerra, quella della vendetta dei parenti delle vittime del presidente, quella per il potere in Cecenia, quella politica a Mosca. Tratuttipero, è vero, chi oggi esce a pezzi è Putin».Perché?«Putin ha puntato tutto sul leader unico e ha perso, ma adesso non ha alternative aKadyrov, non ci sono personaggi di livello simi-le, né Gantamirov, né Jamadajev. Chi ha agito lo ha fatto per interessi propri: ma la Russia finisce nelle sabbie mobili della lotta islamico-cecena».Cosa pensa che fara?«L'illuminato centro analitico che lo consiglia, gli suggerira che né il figlio delleader ucciso, Ramzam, né il premierAbramo possono tenere da soli la situazione sotto controllo. Così il presidente potrebbe pensare al primo come regnante e al secondo per dimostrare che un potere serio resiste. Sarebbe una trappola: i militari ora si scateneranno. Da tempo sostengono che peggio dei fede-rali ci sono solo i «kadyrovitsi», spiegheranno a Putin che così nonsipuo continuare. Non so cosa farà Putin: ma l'inasprimento dei combattimenti, una guerra civilefuori controllo, elo scenario più logico».Come giudica l'atteggiamento della comunita internazionale?«Un tradimento. Due pesi e due misure: l'Occidente finge di non vedere che in Cecenia e molto peggio che in Iraq, o nei Balcani. Ogni giomo la gente sparisce e muore, si scoprono cadaveri di bambiniefossecomuni. Letorture della soldatessa Usa sui prigionieri iracheni, sono nulla rispetto ai supplizi inferti in Cecenia. Tutti documentati e denunciati, ma inascoltati. L'Europa non deve perdere la possibilità di pretendere di esaminare la situazione assieme a Putin: e l'ultima occasione, risponderebbe della sua consapevole e calcolata indifferenza».”Adesso i combattimenti si inaspriranno e la guerra civile dilagherà.


LA REPUBBLICA p, 15
10.05.2004
di Giampaolo Visetti
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