Io c’ero il 12 febbraio 1978 alla Borsa Merci della Camera di commercio di Pescara dove viene presentato grazie all’opera instancabile e di Lucrezia De Domizio “Azione terza via”, il Libretto Rosso Europeo in cui Beuys chiarisce e dettaglia l’ “Idea e il tentativo pratico per realizzare una alternativa ai sistemi sociali esistenti nell’Occidente e nell’Oriente.
Come molti, qui oggi, ritengo Beuys il più grande artista del II Dopoguerra. La sua grandezza sta nell’aver compreso che il problema dell’Arte in Europa era, ed lo è ancora di più oggi, la società politicamente irrisolta proprio del Dopoguerra. Tanto è vero che gli USA/NATO ci trattano ormai come i Paesi dell’America Latina un tempo. Ritengo, però, sia stato un errore trasmigrare pensiero socio-politico, arte, natura, nella dimensione antropologica.
Per noi Italiani, e particolarmente, per noi Romani (nel senso di cittadini di Roma eredi del Senatus PopulusQue Romanus, il rapporto tra quegli elementi è, da molte centinaia di anni, quasi simbiotico. Basta ricordare alcuni affreschi o stampe o quadri, persino mosaici, in cui compaiono in un unicum: architetture mirabili, templi, natura di rara bellezza, uomini e donne al bagno, animali e, più vicini a noi ad esempio, la Piramide e la Porta di San Paolo, ammirata da Goethe, con intorno gli alberi, le grandi piante di acanto (quella dei capitelli corinzi) e, intorno, pecore e capre che pascolano, i pastori, i loro cani da gregge.
Ma, rispetto a questi idillici e antichi contesti Beuys, che pur li aveva com-presi per vicende personali, finanche “pastorali” e “regali” ma non imperiali quali erano quelli facenti capo appunto al “Senatus PopulusQue Romanus”, comprende che, oggi come oggi, l’Arte deve farsi Politica. Egli concepisce Azione Terza Via come “un’Azione quale processo interminabile individuale e collettivo, teso a plasmare i rapporti sociali, l’organismo sociale come opera d’arte”.
La nuova realtà sociale dovrà nascere, secondo Beuys, da nuove condizioni economiche, da nuove funzioni del denaro, da nuove strutture e, a tale proposito, è assolutamente da leggere la discussione “Arte e Politica” tra Ende e Beuys a undici mesi dalla morte di quest’ultimo.
Per me, lo dico soprattutto per gli amici che per la prima volta mi vedono in questa occasione, Azione Terza Via ha significato molto allorché, anziché rimanere nel Nord America tra Toronto e New York dov’ero stato per nove lunghi mesi, avevo deciso di tornare in Italia per allargare ed approfondire le mie radici culturali dalla pittura e scultura a quello dell’Architettura quale Arte che le comprende tutte. Dopo aver esposto giovanissimo, nel 1977, agli Incontri Internazionali d’Arte il lavoro “L’Arte non ha limiti e nessun artista ne possiede la perfezione” dove c’era anche la messa “in immagine” del sonoro di una mia trasmissione su Beuys del 27 luglio 1976 a Radio Radicale, successivamente ero stato inserito nella prima compagine allargata della Transavanguardia (Bonito Oliva) e in quella ristretta e definitiva dei “Nuovi -Nuovi” di Renato Barilli ma me ne sono dissociato perché, entrambi i critici d’arte, collocavano il “ritorno alla pittura” come riflesso della “caduta delle ideologie” là dove, a mio avviso, proprio in Europa c’erano le premesse per una nuova e più grande Avanguardia quella che, come scrissi nel mio saggio scritto tra l’83 e l’85 “Arte e critica dalla crisi del concettualismo alla fondazione della cultura europea”[1] e parafrasandone il contesto militare, la “Avanguardia deve farsi Esercito”.
Dopo Azione Terza Via di Beuys, il mio Arte e critica dalla crisi del concettualismo alla fondazione della cultura europea è il solo saggio teorico di un artista che si pone su un piano geopolitico, e che dà ulteriori gambe alla centralità della cultura europea in una visione allargata e ch’è presente in Beuys già dai primi anni ’60 attraverso il concetto di “Eurasia”.
L’Eurasia è intrinseca all’Azione Terza Via in quanto “realizzazione dell’alternativa ai sistemi sociali esistenti in Occidente e in Oriente” dice Beuys e, tale prospettiva squisitamente politica è centralissima ancor di più oggi, considerato il fatto che la sua mancata realizzazione sta comportando persino il rischio di una terza guerra mondiale con possibili esiti nucleari proprio in Europa.
Beuys pensava che tale obiettivo geopolitico dovesse comportare un cambiamento “spirituale” nell’uomo e nella società, da qui la nozione del fare artistico in ogni persona e dell’organismo sociale come opera d’arte, motivo per cui ha pensato ad un’università internazionale e non ad un partito internazionale, riproponendo mutatis mutandis, un’apologia steineriana di una vita intellettuale libera, al di sopra degli interessi delle singole nazionalità, in un’uguaglianza democratica di diritti nell’ambito della legge e di una vita economica solidaristico-fraterna.
“Azione Terza via” quindi va geolocalizzata con serietà: il cuore della sua azione è l’Eurasia, il suo compito principale realizzarla.
Questo è molto importante capirlo ed interiorizzarlo perché la Terza Via e la realizzazione dell’Eurasia sono strettamente collegati, biunivoci e, in questo quadro, la realizzazione dell’unità europea ne è viatico fondamentale.
Del resto senza la ricostituzione dei due assi cartesiani, storici quanto fondativi con le Avanguardie Storiche, della nostra Modernità, e rappresentati dall’asse delle ordinate Berlino-Roma e da quello della ascisse Parigi-Mosca, l’Europa è bloccata e non ha alcuna possibilità di grandezza e ricchezza oggi e ancor meno domani.
Do quindi per scontato e conosciuto quanto affermato nel libretto rosso di Beuys circa le Terza Via rispetto ad essere alternativa ai sistemi sociali esistenti nell’Occidente e nell’Oriente, per farvi concentrare sul come possiamo assicurargli il necessario futuro nell’attuale quadro storico e politico in cui, è bene sottolinearlo subito, va tenuto conto della morte di Beuys il 23 gennaio del 1986.
Di lì a poco ci saranno alcuni accadimenti epocali che, a dire il vero, ci avrebbero aiutato non poco nella realizzazione della Terza Via e dell’Eurasia se solo si fosse costituito un vero e proprio gruppo dirigente e di lavoro Post-Pro-Beuys.
In particolare voglio fare riferimento a ciò che accade tra il 1989 e il 1991:
- nel 1989 abbiamo la caduta del Muro di Berlino, con la conseguente riunificazione delle due Germanie mentre Delors enuncia le concrete misure per l’introduzione dell’Unione Economica e Monetaria europea che porterà alla successiva adozione dell’Euro;
- tra il gennaio 1990 e il dicembre 1991 avviene la dissoluzione dell’URSS coinvolgente l’intero suo sistema politico, economico e sociale. Dalle sue ceneri prende vita nel 1993 la Federazione russa, uno Stato democratico federale di diritto, con una forma repubblicana di governo. Federazione costituita da 83 soggetti diversi: 21 repubbliche; una regione autonoma; quattro distretti autonomi; nove territori; quarantasei regioni e due città federali. L’indipendenza di molte Repubbliche sovietiche, la restaurazione dell’indipendenza nelle Repubbliche baltiche.
Insomma saltano completamente gli assetti concordati a Yalta dalle Grandi potenze vincitrici, con la divisione in due dell’Europa. A rimetterci totalmente è la Russia mentre l’Europa occidentale rimane sotto gli artigli dell’aquila americana, i neo-invasori che, con il Diktat del 1947 proprio all’Italia impongono un Trattato vergognoso non tenendo conto che quasi metà della seconda guerra mondiale gli italiani l’avevano combattuta accanto a loro e contro i tedeschi. Vale la pena di ricorda, visto che siamo in Abruzzo, come l’unica voce che si batté contro la firma dei quel Diktat fu il famoso filosofo abruzzese Benedetto Croce. Croce aveva ragione! Anche perché non c’era timore reale per il fatto di essere occupati dagli Anglo: quanto avrebbero potuto resistere contro 45 milioni di italiani? Poco e nulla.
A complicare la trattativa fu allora il discorso tenuto da De Gasperi a Parigi, un discorso vergognoso indegno di un politico di razza che, anziché andare a rivendicare, appunto, l’aver fatto metà guerra accanto agli Alleati, la famosa Resistenza non resistette ai neoinvasori anglosassoni.
Ma chi era stato a finanziare Mussolini se non Churchill?!
Ho dedicato in Radio due trasmissioni all’episodio[2]. Mussolini fu “arruolato” dai servizi segreti inglesi con il nome in codice “The Count” (il Conte) fin dal 1918 finanziandolo subito illimitatamente Marcia su Roma inclusa come abbiamo potuto leggere negli archivi di Sir Samuel Hoare. Nel 1927, tre anni dopo l’assassinio di Matteotti, e citato da Orwell sul Tribune, Churchill aveva detto: «Se fossi stato italiano, sono sicuro che sarei stato al tuo fianco con tutto il cuore, nella tua lotta trionfante contro gli appetiti bestiali e le passioni del leninismo… L’Italia ha fornito l’antidoto necessario al veleno russo. D’ora in poi nessuna grande nazione sarà sprovvista di un mezzo definitivo di protezione contro la crescita cancerosa del bolscevismo».
Ebbene ancora oggi piangiamo il tragico errore dell’aver firmato quel Diktat perché abbiamo permesso, e ancora permettiamo, agli anglosassoni, di continuare ad asservirci dividendoci tra fascisti e antifascisti insediando una nuova epoca che dura a tutt’oggi: dopo il Fascismo, durato solo un ventennio, gli Anglo riescono ad instaurare il Fessismo (ma c’è chi parla di vera e propria corruzione). Fessismo che ha come centro di gravità il Patto Atlantico. Patto che, se continuato, porterà l’Europa a fare la fine di Atlantide.
Ci sono otto Patti Internazionali con clausole segrete sottoscritti dall’Italia: ebbene, sei riguardano l’Italia e gli USA/NATO. Nessuno finora ne ha chiesto in Parlamento la desecretazione con le necessarie modifiche agli articoli 11 e 80 della Costituzione in materia di ratifica dei trattati internazionali.
Dice Beuys: È vero che l’umanità è condannata a sprofondare sempre più nella crisi ecologica, ad essere esposta indifesa alla folle minaccia bellica crescente, ad assistere impotente al continuo allargarsi dell’abisso tra le nazioni ricche e quelle povere, ad essere tormentata incessantemente dall’odio razziale, dalle lotte religiose e dal nazionalismo, dallo sfruttamento e dall’oppressione, dall’umiliazione e dalla tortura, dal dettato del potere e dalla manipolazione?
Non esiste nessuna speranza di poter finalmente dare a tutti gli abitanti della terra un’esistenza degna dell’uomo, un’esistenza nella libertà e nell’uguaglianza dei diritti, di modo che diventi possibile collaborare nello spirito della fraternità?
Questa speranza esiste – a condizione che ci risolviamo a percorrere una nuova via dello sviluppo sociale, la via di un’alternativa sociale al e alle burocrazie statali comuniste, una Terza Via perciò.
L’iniziativa promozionale AZIONE TERZA VIA invita alla collaborazione e all’appoggio nel tentativo di realizzare questa nuova società. Conclude Beuys.
Se pensate che, da allora, il comunismo ad est si è trasformato in social-capitalismo mentre ad ovest il capitalismo classico si è trasformato in capitalismo finanziario partorendo mostri come la statunitense BlackRock che, da sola, ha un “fatturato” pari a Germania, Francia, Italia e Spagna, capite bene come l’AZIONE TERZA VIA non sia solo attuale ma è necessario ed urgente porla in essere.
Quello che avrebbe dovuto essere un centro di formazione permanente dell’ATV e della realizzazione dell’Eurasia, la FIU, di fatto non ha mai decollato ed oggi, proprio in Abruzzo, dove avrebbe potuto e dovuto avere un centro propulsore rivolto ai Paesi Ue come a quelli dell’area BRICS essa non è operativa. Malgrado il grande dispendio di risorse culturali e finanziare di Lucrezia e Buby, quel Pensatoio dell’Eurasia non opera, non agisce, non ha rapporti con le università vicine di Pescara e Chieti i cui giovani avrebbero dovuto essere qui in massa oggi in questo 40ennale della Difesa della Natura (1984-2024).
Chiudo mettendo insieme le nuove sfide che ci attendono come progenie culturale di Beuys oltre a quelle già evidenziate ma che, proprio qui, hanno nella Piantagione Paradiso sia dimora che emblema.
Tutto il sistema capitalistico finanziario statunitense si fonda sulla guerra, sulla distruzione come opera necessaria a far lavorare poi le loro imprese. Ricordo a tutti che, nella loro pur breve storia nazionale, gli americani hanno invaso, combattuto conflitti o esercitato un controllo in 190 su 193 stati membri delle Nazioni Unite[3], ossia quasi il 99 per cento dei Paesi del mondo. Per questo è il Paese più armato del mondo, in esso c’è libera circolazione delle armi e, di fatto, tutta la ricerca ruota attorno al Pentagono.
In Italia, solo nel caso del terremoto dell’Aquila (ed eccoci di nuovo in Abruzzo), abbiamo dovuto registrare un episodio di follia politico-imprenditoriale con la coppia Piscicelli-Lisi che definisce il terremoto “un colpo di culo” per gli appalti che ne sarebbero derivati. Ovvio che il capitalismo americano non può aspettare i terremoti e, per questo, inventa anche guerre immaginarie, che anticipa nei media occidentali attraverso la Guerra psicologica (Psywar)[4], come nel caso della menzogna di armi di distruzione di massa detenute dall’Iraq. Menzogna detta addirittura davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ingannando gli altri 192 Paesi del mondo.
Non possiamo e non dobbiamo fare l’errore di considerare Beuys, capitalisticamente, solo per le sue opere. Le sue opere sono la concretizzazione dei suoi insegnamenti, altrimenti avrebbe fatto dei bei quadri a olio. Tradire Beuys è tradire i suoi insegnamenti. Non cercare di metterli in pratica è, a mio avviso, il più grande torto che gli si possa fare. Piantagione Paradiso è il Vangelo di Beuys, non a caso un’opera viva e che, come tale, rischia anche la morte.
Ebbene, al contrario del sistema capitalistico statunitense, tutto il nostro sistema produttivo e di ricerca deve essere teso a rendere i nostri Paesi dei Paradisi terrestri: naturalmente, culturalmente, architettonicamente.
Per questo dovremmo batterci. Investendo tutte le nostre energie e risorse sia intellettuali che sentimentali che economiche e finanziarie!
Con l’obiettivo di avere molte e variegate Piantagioni Paradiso, Città Paradiso, Case Paradiso, Spiagge Paradiso, Regioni Paradiso, Nazioni Paradiso, Paradiso Eurasia.
Intervento precisato in scrittura e note di Kadmo, a Bolognan12o il 12 maggio 2024, in occasione della presentazione del nuovo libro su BEUYS di Lucrezia De Domizio
NOTE
[1] Il saggio è reperibile qui:
https://era.ong/prodotto/arte-e-critica-dalla-crisi-del-concettualismo-alla-fondazione-della-cultura-europea/
[2] Come e perché gli Inglesi misero al Potere Mussolini, 1a parte
https://era.ong/come-e-perche-gli-inglesi-misero-al-potere-mussolini
Come e perché gli Inglesi misero al Potere Mussolini, 2a parte
https://era.ong/come-e-perche-gli-inglesi-misero-al-potere-mussolini-2a-parte/
[3] All the Countries the Americans Have Ever Invaded, di Christopher Kelly e Stuart Laycock, Amberley Publishing (November 10, 2015).
[4] «POSSIAMO INGANNARE, CONVINCERE, CAMBIARE…» Il video promozionale della Guerra Psicologica secondo l’esercito USA