Antonio Martino sull'esperanto
ECCO I RADICALI, IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE, FANNO MOLTO BATTAGLIA, PRORIO A LIVELLO DI EUROPA, SU UN ASPETTO ADATTO MOLTO IMPORTANTE, MOLTO INTERESSANTE, MI PARE, QUELLO DELLA LINGUA. CIOÈ IN EUROPA CI SONO, OVVIAMENTE, ORA DODICI STATI, MI PARE FRA POCO DIVENTERANNO QUINDICI, POI CI SONO I PAESI DELL’EST EUROPA E VIA PROPRIO UN BABELE DI LINGUE. NON SAREBBE IL CASO DI ADOTTARE UNA LINGUA NUOVA IN QUALCHE MANIERA PER RAZIONALIZZARE MOLTO LA BUROCRAZIA, RISCHIA DI ESSERE UN PROBLEMA GIGANTESCO PER LA BUROCRAZIA.
Io sono assolutamente d’accordo. Il problema è di come arrivarci. E questo è un problema particolare di un problema più generale, che è un caso speciale un problema generale, e che riguarda in fondo l’intera filosofia Europea che è il problema della cosidetta “armonizzazione”.Allora, all’armonizzazione si può arrivare in due modi totalmente diversi, questo a priori concattualmente.Prendiamo un gruppo di esperti, li facciamo sedere attorno a un tavolo, sulla base delle informazioni di cui dispongono dec…fanno una scelta e la impongono a tutta l’Europa.Questo è un metodo costruttivista, è un metodo che secondo me non può funzionare, se non altro per un fatto, cioè che la informazioni che gli esperti dispongono, anche ammesso che siano vere nel momento in cui prendono una decisione , non è detto che saranno vere in un domani, quindi, è molto meglio un altro metodo per l’armonizzazione che è quello rappresentato dai meccanismi spontanei di selezione.Questo per esempio per ciò che riguarda la lingua si sta già verificando per ragioni di economicità, di apprendimento perchè è più facile intanto per parlare …per esempio è più facile impararla a un livello accettabile, e l’inglese sta finendo col diventare la lingua prevalente.
ECCO SI MA…APPUNTO I RADICALI STANNO SVOLGENDO UN’INIZIATIVA POLITICA PERCHÈ L’ESPERANTO DIVENTI UNA…LA LINGUA CHE IN QUALCHE MODO RIESCA A UNIFICARE L’EUROPA, SPECIALMENTE A DIMINUIRE I COSTI DELL’EUROPA.ECCO, LEI COSA NE PENSA.
Io per ciò che riguarda la necessità di avere una lingua unica sono assolutamente d’accordo. Però per ciò che riguarda l’esperanto dubito fortemente che possa essere la lingua unica per l’Europa. Sarebbe una soluzione del tipo costruttivistico, quello cui accennavo prima, cioè gli esperti decidono che ci vuole una lingua unica, scelgono questa lingua, l’impongono all’Europa.
MA …MA …È POSSIBILE CHE UNA DELLE LINGUE DEI PAESI DELLA COMUNITÀ ASSUMA QUESTO RUOLO…
Di fatto già oggi nelle conversazioni non ufficiali, dove ognuno parla la propria lingua per orgoglio nazionale, le lingue sono due, sono l’inglese e il francese.
MA PER LA BUROCRAZIA…
E con una certa prevalenza poi per l’inglese, perchè è più facile non per altro, perchè è una lingua che parlarla in modo da comunicare …no…è più facile.La burocrazia che cosa accade, che c’è la lottizzazione nazionale anche da un punto di vista linguistico, cioè, ogni paese, MA QUESTO HA DEI COSTI GIGANTESCHI, costi giganteschi, io ogni volta che vado, penso, per la formazione professionale, a quanto costa un incontro per gli interpreti per tutte queste cose qui ecc…Io però ecco ho una visione ottimistica, io ho rispetto per la posizione diciamo a favore dell’esperanto, non vorrei che questa mia così..mia affermazione venisse interpretata in senso del tutto negativo, quello che però voglio dire è che io sono ottimista in senso che, gradatamente, se l’Europa diviene, come io spero, sempre più rilevante si arriverebbe comunque all’uso di una sola lingua. Perchè è un fatto di economia, di comunicazione.
GLI OSTACOLI POTREBBERO ESSERE TALE APPUNTO QUELLI DI CARATTERE …ORGOGLIO NAZIONALE E COSĺ VIA. PER CUI SE SI SCEGLIE UNA LINGUA, CHIAMIAMOLA PROPRIO COSTRUITA, NON SI SCEGLIE NULLA.
D’altro canto teniamo presente una cosa, che questa situazione sulla quale noi stiamo operando non è un qualcosa di accidentale, ma un risultato di processi secolari. E quindi non dobbiamo neanche avere troppa fretta. Io in genere tento di essere radicale anche metodologicamente ma in campo di confronto, di culture nazionali e così via tendo ad essere paziente, perchè mi rendo conto che il cambiamento non ha neanche la durata di una sola generazione. Ma si tratta di diverse generazioni.
Claudio Landi
intervista al Ministro degli Esteri Antonio Martino1
4, 06, 1994
Questo messaggio è stato modificato da: giulia, 22 Ott 2004 – 00:38 [addsig]
Antonio Martino sull'esperanto
ECCO I RADICALI, IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE, FANNO MOLTO BATTAGLIA, PRORIO A LIVELLO DI EUROPA, SU UN ASPETTO ADATTO MOLTO IMPORTANTE, MOLTO INTERESSANTE, MI PARE, QUELLO DELLA LINGUA. CIOÈ IN EUROPA CI SONO, OVVIAMENTE, ORA DODICI STATI, MI PARE FRA POCO DIVENTERANNO QUINDICI, POI CI SONO I PAESI DELL’EST EUROPA E VIA PROPRIO UN BABELE DI LINGUE. NON SAREBBE IL CASO DI ADOTTARE UNA LINGUA NUOVA IN QUALCHE MANIERA PER RAZIONALIZZARE MOLTO LA BUROCRAZIA, RISCHIA DI ESSERE UN PROBLEMA GIGANTESCO PER LA BUROCRAZIA.
Io sono assolutamente d’accordo. Il problema è di come arrivarci. E questo è un problema particolare di un problema più generale, che è un caso speciale un problema generale, e che riguarda in fondo l’intera filosofia Europea che è il problema della cosidetta “armonizzazione”.Allora, all’armonizzazione si può arrivare in due modi totalmente diversi, questo a priori concattualmente.Prendiamo un gruppo di esperti, li facciamo sedere attorno a un tavolo, sulla base delle informazioni di cui dispongono dec…fanno una scelta e la impongono a tutta l’Europa.Questo è un metodo costruttivista, è un metodo che secondo me non può funzionare, se non altro per un fatto, cioè che la informazioni che gli esperti dispongono, anche ammesso che siano vere nel momento in cui prendono una decisione , non è detto che saranno vere in un domani, quindi, è molto meglio un altro metodo per l’armonizzazione che è quello rappresentato dai meccanismi spontanei di selezione.Questo per esempio per ciò che riguarda la lingua si sta già verificando per ragioni di economicità, di apprendimento perchè è più facile intanto per parlare …per esempio è più facile impararla a un livello accettabile, e l’inglese sta finendo col diventare la lingua prevalente.
ECCO SI MA…APPUNTO I RADICALI STANNO SVOLGENDO UN’INIZIATIVA POLITICA PERCHÈ L’ESPERANTO DIVENTI UNA…LA LINGUA CHE IN QUALCHE MODO RIESCA A UNIFICARE L’EUROPA, SPECIALMENTE A DIMINUIRE I COSTI DELL’EUROPA.ECCO, LEI COSA NE PENSA.
Io per ciò che riguarda la necessità di avere una lingua unica sono assolutamente d’accordo. Però per ciò che riguarda l’esperanto dubito fortemente che possa essere la lingua unica per l’Europa. Sarebbe una soluzione del tipo costruttivistico, quello cui accennavo prima, cioè gli esperti decidono che ci vuole una lingua unica, scelgono questa lingua, l’impongono all’Europa.
MA …MA …È POSSIBILE CHE UNA DELLE LINGUE DEI PAESI DELLA COMUNITÀ ASSUMA QUESTO RUOLO…
Di fatto già oggi nelle conversazioni non ufficiali, dove ognuno parla la propria lingua per orgoglio nazionale, le lingue sono due, sono l’inglese e il francese.
MA PER LA BUROCRAZIA…
E con una certa prevalenza poi per l’inglese, perchè è più facile non per altro, perchè è una lingua che parlarla in modo da comunicare …no…è più facile.La burocrazia che cosa accade, che c’è la lottizzazione nazionale anche da un punto di vista linguistico, cioè, ogni paese, MA QUESTO HA DEI COSTI GIGANTESCHI, costi giganteschi, io ogni volta che vado, penso, per la formazione professionale, a quanto costa un incontro per gli interpreti per tutte queste cose qui ecc…Io però ecco ho una visione ottimistica, io ho rispetto per la posizione diciamo a favore dell’esperanto, non vorrei che questa mia così..mia affermazione venisse interpretata in senso del tutto negativo, quello che però voglio dire è che io sono ottimista in senso che, gradatamente, se l’Europa diviene, come io spero, sempre più rilevante si arriverebbe comunque all’uso di una sola lingua. Perchè è un fatto di economia, di comunicazione.
GLI OSTACOLI POTREBBERO ESSERE TALE APPUNTO QUELLI DI CARATTERE …ORGOGLIO NAZIONALE E COSĺ VIA. PER CUI SE SI SCEGLIE UNA LINGUA, CHIAMIAMOLA PROPRIO COSTRUITA, NON SI SCEGLIE NULLA.
D’altro canto teniamo presente una cosa, che questa situazione sulla quale noi stiamo operando non è un qualcosa di accidentale, ma un risultato di processi secolari. E quindi non dobbiamo neanche avere troppa fretta. Io in genere tento di essere radicale anche metodologicamente ma in campo di confronto, di culture nazionali e così via tendo ad essere paziente, perchè mi rendo conto che il cambiamento non ha neanche la durata di una sola generazione. Ma si tratta di diverse generazioni.
Claudio Landi
intervista al Ministro degli Esteri Antonio Martino1
4, 06, 1994
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Antonio Martino sull'esperanto
ECCO I RADICALI, IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE, FANNO MOLTO BATTAGLIA, PRORIO A LIVELLO DI EUROPA, SU UN ASPETTO ADATTO MOLTO IMPORTANTE, MOLTO INTERESSANTE, MI PARE, QUELLO DELLA LINGUA. CIOÈ IN EUROPA CI SONO, OVVIAMENTE, ORA DODICI STATI, MI PARE FRA POCO DIVENTERANNO QUINDICI, POI CI SONO I PAESI DELL’EST EUROPA E VIA PROPRIO UN BABELE DI LINGUE. NON SAREBBE IL CASO DI ADOTTARE UNA LINGUA NUOVA IN QUALCHE MANIERA PER RAZIONALIZZARE MOLTO LA BUROCRAZIA, RISCHIA DI ESSERE UN PROBLEMA GIGANTESCO PER LA BUROCRAZIA.
Io sono assolutamente d’accordo. Il problema è di come arrivarci. E questo è un problema particolare di un problema più generale, che è un caso speciale un problema generale, e che riguarda in fondo l’intera filosofia Europea che è il problema della cosidetta “armonizzazione”.Allora, all’armonizzazione si può arrivare in due modi totalmente diversi, questo a priori concattualmente.Prendiamo un gruppo di esperti, li facciamo sedere attorno a un tavolo, sulla base delle informazioni di cui dispongono dec…fanno una scelta e la impongono a tutta l’Europa.Questo è un metodo costruttivista, è un metodo che secondo me non può funzionare, se non altro per un fatto, cioè che la informazioni che gli esperti dispongono, anche ammesso che siano vere nel momento in cui prendono una decisione , non è detto che saranno vere in un domani, quindi, è molto meglio un altro metodo per l’armonizzazione che è quello rappresentato dai meccanismi spontanei di selezione.Questo per esempio per ciò che riguarda la lingua si sta già verificando per ragioni di economicità, di apprendimento perchè è più facile intanto per parlare …per esempio è più facile impararla a un livello accettabile, e l’inglese sta finendo col diventare la lingua prevalente.
ECCO SI MA…APPUNTO I RADICALI STANNO SVOLGENDO UN’INIZIATIVA POLITICA PERCHÈ L’ESPERANTO DIVENTI UNA…LA LINGUA CHE IN QUALCHE MODO RIESCA A UNIFICARE L’EUROPA, SPECIALMENTE A DIMINUIRE I COSTI DELL’EUROPA.ECCO, LEI COSA NE PENSA.
Io per ciò che riguarda la necessità di avere una lingua unica sono assolutamente d’accordo. Però per ciò che riguarda l’esperanto dubito fortemente che possa essere la lingua unica per l’Europa. Sarebbe una soluzione del tipo costruttivistico, quello cui accennavo prima, cioè gli esperti decidono che ci vuole una lingua unica, scelgono questa lingua, l’impongono all’Europa.
MA …MA …È POSSIBILE CHE UNA DELLE LINGUE DEI PAESI DELLA COMUNITÀ ASSUMA QUESTO RUOLO…
Di fatto già oggi nelle conversazioni non ufficiali, dove ognuno parla la propria lingua per orgoglio nazionale, le lingue sono due, sono l’inglese e il francese.
MA PER LA BUROCRAZIA…
E con una certa prevalenza poi per l’inglese, perchè è più facile non per altro, perchè è una lingua che parlarla in modo da comunicare …no…è più facile.La burocrazia che cosa accade, che c’è la lottizzazione nazionale anche da un punto di vista linguistico, cioè, ogni paese, MA QUESTO HA DEI COSTI GIGANTESCHI, costi giganteschi, io ogni volta che vado, penso, per la formazione professionale, a quanto costa un incontro per gli interpreti per tutte queste cose qui ecc…Io però ecco ho una visione ottimistica, io ho rispetto per la posizione diciamo a favore dell’esperanto, non vorrei che questa mia così..mia affermazione venisse interpretata in senso del tutto negativo, quello che però voglio dire è che io sono ottimista in senso che, gradatamente, se l’Europa diviene, come io spero, sempre più rilevante si arriverebbe comunque all’uso di una sola lingua. Perchè è un fatto di economia, di comunicazione.
GLI OSTACOLI POTREBBERO ESSERE TALE APPUNTO QUELLI DI CARATTERE …ORGOGLIO NAZIONALE E COSĺ VIA. PER CUI SE SI SCEGLIE UNA LINGUA, CHIAMIAMOLA PROPRIO COSTRUITA, NON SI SCEGLIE NULLA.
D’altro canto teniamo presente una cosa, che questa situazione sulla quale noi stiamo operando non è un qualcosa di accidentale, ma un risultato di processi secolari. E quindi non dobbiamo neanche avere troppa fretta. Io in genere tento di essere radicale anche metodologicamente ma in campo di confronto, di culture nazionali e così via tendo ad essere paziente, perchè mi rendo conto che il cambiamento non ha neanche la durata di una sola generazione. Ma si tratta di diverse generazioni.
Claudio Landi
intervista al Ministro degli Esteri Antonio Martino1
4, 06, 1994
Questo messaggio è stato modificato da: giulia, 22 Ott 2004 – 00:38 [addsig]