Un’Antologia di Storie senza l’Amore
di Sebastiano Vassalli
Da che mondo è mondo, l’amore è il carburante che muove la letteratura. In ogni lingua: anche nelle più periferiche e nelle più dimenticate, un’antologia di storie d’amore è sempre possibile. In Italia l’ha fatta, scegliendo il meglio del meglio, Guido Davico Bonino per Rizzoli (D’amore si vive): ed è un tomo di quasi mille pagine. Ci vorrebbero invece tutte le letterature del pianeta per produrre una (smilza) antologia del disamore: una raccolta, cioè, di autori per cui l’amore è una cosa banale (per Pascal l’orgasmo è «uno starnuto») o irrilevante (A. Jarry: «L’amore è un fatto senza importanza, perché si può fare all’infinito»). Un posto di rilievo, in quell’antologia, spetterebbe a Henri-Frédéric Amiel, autore di un Journal intime che ebbe una certa notorietà e un certo seguito nelle letterature europee tra Ottocento e Novecento. Tema centrale del Journal è l’amore: che però soltanto una volta, il 6 ottobre 1860, diventa rapporto fisico con la donna amata: «Per la prima volta ho avuto un’avventura galante e, francamente, accanto a ciò che l’immaginazione si figura, è poca cosa. È quasi un secchio d’acqua fresca. Mi ha raffreddato istruendomi» ecc.
P.S. Colgo l’occasione per segnalare la bella collana dell’editore Armando Dadò, «I cristalli», che ha pubblicato testi rari e introvabili, oltre che di Amiel, di Victor Hugo, Stefan Zweig, Benjamin Constant, Robert Walser e tanti altri.
(Dal Corriere della Sera, 5/12/2011).